Scontro aperto a Napoli e Veneto in subbuglio. Le «scosse» della decisione

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Angelo Agrippa e Marco Cremonesi

La Lega pensa a un nome filo Zaia da contrapporre a FdI

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Lo strappo. Da nord a sud, dalla Campania al Veneto fino al Friuli-Venezia Giulia, il terzo mandato (negato) ai governatori fa ribollire i territori. Con potenziale dirompente sul centrodestra di governo.
La partita specchio di Luca Zaia e Vincenzo De Luca con casacche diverse ha per obiettivo la stessa rete, quella del governo. Al presidente campano tocca il ruolo più scomodo: mostrarsi allo scoperto e organizzare la controffensiva. Lo farà in mattinata, quando illustrerà le controdeduzioni inviate al governo a sostegno della «piena legittimità» della legge che gli consentirebbe la terza corsa. «Trattasi delle stesse leggi regionali in virtù delle quali, il presidente del Veneto sta svolgendo il suo terzo mandato; il presidente del Piemonte potrà essere candidato per il terzo mandato; il presidente uscente delle Marche ha potuto candidarsi per la terza volta nel 2015». De Luca ribadirà che lui in campo c’è già e che attende la pronuncia della Consulta. Un responso che, se favorevole, sarebbe studiato anche a Venezia. Gli uffici di De Luca continuano a smentire che potrebbe dimettersi per avviare la campagna elettorale. Ma è un’ipotesi diventata plausibile. Nel concreto, due opzioni: quella più verosimile è la formalizzazione della spaccatura nel centrosinistra che si presenterebbe con due candidati: De Luca e quello ufficiale, forse Roberto Fico dei 5 Stelle. Se poi si arrivasse ad una trattativa, allora De Luca potrebbe proporre la candidatura del suo vice, Fulvio Bonavitacola. Alter ego al punto che c’è chi parla del «Medvedev del Cremlino deluchiano».

La temperatura in Veneto è incandescente. La Liga sta pensando sul serio di correre da sola, contro il resto del centrodestra, con un candidato «zaiano». Lo ha ribadito anche ieri l’assessore regionale Roberto Marcato: «Il candidato spetta alla Lega. O c’è questa volontà comune di tutti i partiti del centrodestra o alle elezioni regionali corriamo da soli». Non è una voce che nasce da una ridotta venetista. Il vice segretario federale della Lega, Alberto Stefani, lo dice in modo garbato, ma chiaro: «Terzo mandato o no, Luca Zaia sarà certamente il protagonista anche dei prossimi anni in Veneto. E la Lega lo sarà con lui». Mentre un salviniano di ferro come Igor Iezzi lo dice a brutto muso: «In Veneto FdI non ha una classe dirigente adeguata».




















































Il partito sta preparando le munizioni: un candidato «zaiano» potrebbe arrivare, «con stima prudente», al 40%. Il clima ieri è stato reso torrido anche dalle dichiarazioni di Roberto Vannacci («Due mandati possono essere sufficienti») e per il fatto che il ministro Calderoli abbia annunciato, sull’impugnazione della legge campana, il suo «rimettersi alla valutazione collegiale del cdm». Un clima che è un serissimo problema anche per Matteo Salvini. Dalla Lega è arrivata una nota per dire che «Calderoli ha sottolineato di essere favorevole, come la Lega ha sempre ribadito, a una modifica della legge nazionale su cui però, al momento, non c’è intesa». Chissà che non prenda corpo l’ipotesi del presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco: quella di fare di Luca Zaia, « questo formidabile governatore, il futuro e definitivo presidente della Sicilia».

Il tema sta diventando di attualità anche in Friuli-Venezia Giulia per Massimiliano Fedriga. La Regione è autonoma, non ci sarebbero problemi di legittimità. Ma la legge dovrebbe essere approvata dal consiglio, dove FdI e FI sono contrari. Ma se la partita in Veneto causasse onde sismiche, arriverebbero anche a Trieste. A quel punto, tutto è possibile.

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9 gennaio 2025 ( modifica il 9 gennaio 2025 | 22:55)

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