L’opas di Banca Ifis su Illimity e la fine del modello di banca specializzata

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L’opas non concordata lanciata da Banca Ifis della famiglia Fürstenberg Fassio (attraverso La Scogliera Sa) su Illimity, trattata ieri estesamente da questo giornale, dovrebbe costituire un’ulteriore ragione per un generale approfondimento delle politiche e delle regole delle aggregazioni bancarie, senza con ciò voler sostenere che la disciplina vigente impedisca un ruolo attivo della Vigilanza, tesi che sarebbe infondata.

Le specializzazioni funzionali

Con il Testo Unico Bancario del 1993 furono superate quelle che erano definite le specializzazioni funzionali – in particolare si avviò l’estinzione degli istituti e sezioni di credito speciale – in nome del modello della «banca universale» che era stata preceduta dai cosiddetti gruppi polifunzionali.

Nella nuova tipologia di banche sarebbero stati gli organi aziendali a definire il perimetro dell’attività, come in effetti, nel complesso, è poi avvenuto.

Tuttavia, sono state in seguito costituite nuove banche di fatto specializzate in specifiche operatività: nel nostro caso, innanzitutto nel campo dei crediti deteriorati, nell’ultimo quindicennio.
 

Era, comunque, facilmente prevedibile che, prima o poi, questa specializzazione non avrebbe dato i ritorni iniziali perché le norme, le concrete misure e i controlli della Vigilanza, e non certo per ultimo la politica monetaria e l’azione anti-inflazione, avrebbero nettamente ridimensionato la massa degli npl da gestire, donde la necessità di ampliare l’operatività in altri versanti.

Naturalmente, vi è stata una scelta iniziale della proprietà e degli organi aziendali che non ha stimato adeguatamente questa evoluzione per fronteggiarla tempestivamente – o magari si è deciso di affrontare il rischio – anche se poi, quando è apparsa più netta la caduta dei crediti deteriorati, si è cominciato a integrare il campo di intervento.

La despecializzazione

Oggi si avverte il bisogno di estendere l’operare alle medie e piccole imprese, ai privati in genere, a forme più avanzate di finanziamenti e di tutela del risparmio con istituti dall’identikit meno specializzato.

La despecializzazione spinta varata nel 1993 potrebbe non reggere in altre forme. Si tratta allora di verificare quanto ciò sia coerente con una concezione di banche medio-piccole, con vocazione al territorio, e con un mero aumento delle dimensioni in nome di un maggiore potere di mercato e della sola inseguita crescita di valore per gli azionisti.

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Deve sussistere una valutazione anche di sistema, senza escludere di certo l’approccio valoristico, ma senza fermarsi ad esso.
 

  • Leggi anche: Banca Ifis lancia opas con delisting su illimity: 300 milioni per il 100% a 3,55 euro. Il titolo vola oltre, corrono anche i bond

A maggior ragione in una fase di trasformazione aziendale e dopo gli accertamenti ispettivi della Vigilanza – che nel caso di Illimity sarebbero stati svolti recentemente, ma è ipotizzabile che siano stati condotti con le previste periodicità anche presso Ifis – la valutazione deve essere globale e impegnare sia gli organi societari, sia e soprattutto la Vigilanza che, per l’aggregazione progettata b, entrambi istituti «less significant», è quella nazionale. L’esame di prossimità è fondamentale.

Ma ciò richiede che si aggiornino norme e indirizzi nella supervisione o, comunque, si traggano più esplicitamente le indicazioni dalle norme primarie vigenti.

La supervisione bancaria
 

Quella della Supervisione bancaria non è una funzione giurisdizionale che attende le scelte delle parti e decide «da mihi factum,dabo tibi ius».
Vi è la parte non trascurabile dell’indirizzo e della «moral suasion» che non può essere trascurata e non coincide affatto con il dirigismo o, comunque, con la violazione delle scelte dell’autonomia negoziale.

Ciò vale anche per l’ops Unicredit versus Bpm per la quale è competente la Vigilanza accentrata nei cui confronti quella nazionale ha un potere consultivo. Insomma, vicende del genere non sono «res inter alios» rispetto a chi regola e controlla. La compresenza di queste due funzioni parla da sola. (riproduzione riservata)



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