in due anni chiuse 300 attività


Grosseto, 10 marzo 2025 – Piccoli negozi in crisi sempre più profonda. I dati toscani parlano di 3.760 saracinesche che nel 2024 si sono abbassate per non sollevarsi più.

Le associazioni di categoria stimano almeno trecento attività che nella provincia di Grosseto hanno issato bandiera bianca negli ultimi due anni. Il modello del Centro commerciale naturale scricchiola e il principale indagato è il commercio online. Tanto che per correre ai ripari e invertire la tendenza ci sono provvedimenti in fase di studio, come la proposta di legge del Pd che prevede aiuti ai negozi sotto forma di rimborsi per chi decide di acquistare lì invece che online.

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“La nostra proposta – spiega l’onorevole Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera – prevede misure concrete, tra cui la semplificazione degli adempimenti fiscali e incentivi per l’acquisto di registratori di cassa. Inoltre, introduce un ‘programma di rimborso’, che consentirebbe ai clienti di ricevere indietro fino a 200 euro l’anno sugli acquisti effettuati nei negozi fisici.

Questa misura sarebbe interamente finanziata attraverso un’imposta sulle transazioni digitali, applicata alla vendita di beni e servizi online”. Ma è davvero possibile invertire questa tendenza? Basta questo a restituire vigore a tessuti sociali sempre più sfilacciati, a centri urbani che hanno perso cinema, librerie, edicole, luoghi di incontro e tutto il resto? Senza contare che dal 2020 gli acquisti online sono diventati un’abitudine quotidiana anche per tante persone che non avevano mai acceso un computer prima. Con la pandemia tanti consumatori si sono accorti che con un paio di clic era possibile farsi portare a casa i beni acquistati con carta di credito (sì, anche per spese di pochi euro) senza muoversi dalla poltrona. A questo punto, la vera domanda è se sia ancora possibile tornare indietro.

“Non so quanto aiutare il consumatore a comprare nella bottega di vicinato possa essere utile – afferma Riccardo Breda, presidente della Camera di commercio di Grosseto – io credo semmai che la piccola bottega di vicinato debba affrontare una sfida diversa, che è quella del commercio online anche con il negozio fisico. Lavorare alla propria attività sia in modo tradizionale sia in modo digitale. Il mercato vuole questo. Le imprese, anche quelle piccole, devono riuscire a essere competitive sia nella vendita al banco sia nella vendita online”.

Lasciarsi alle spalle il ‘come una volta’, quindi, per investire risorse nell’evoluzione delle aziende. Trasformare una criticità in una risorsa. Si sta facendo qualcosa su questo fronte? “Come Camera di commercio – spiega Breda – abbiamo fatto una serie di bandi per fornire aiuto alla digitalizzazione di imprese. Ci sono tante iniziative a supporto delle piccole imprese. La crisi del commercio riguarda anche le grandi città e le città d’arte. È una crisi diffusa. E non puoi pensare di invertire la situazione. Vincerà sempre la comodità di trovare quello che ti occorre stando seduto in ufficio o a casa. Puoi solo adeguarti. Ci sono tante piccole aziende che utilizzano le grandi piattaforme e negozi che si sono organizzati in modo proprio per la vendita diretta. Questo è l’unico modo per essere più competitivi”.

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Riccardo Bruni



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