La prima puntata dell’anno del varietà culturale condotto da Geppi Cucciari su Rai 3 vede tra gli ospiti Sergio Caputo, Lina Sastri, Dardust e Paolo Conticini. Eccone i protagonisti, tra promossi e bocciati
Uno Jury Chechi all’uncinetto va all’asta: voto 5
L’intuizione è geniale (come anche il risultato): con la complicità dell’ospite Paolo Conticini, Geppi Cucciari realizza una parodia del celebre format ‘Cash or Trash’ che, sottolinea la conduttrice, “va molto bene su Nove e, aziendalmente, devo aggiungere ‘purtroppo’”. La versione dello show qui a ‘Splendida Cornice’ prende il nome di ‘Vendo (o)Rendo’ e così orripilanti fetecchie sfilano di fronte ai nostri incolpevoli occhi per essere battute all’asta. A contendersele, aspiranti compratori tra cui Giorgio Ghrarducci, l’attuale 50 % della Gialappa’s Band, lo stesso Paolo Conticini e la sempre meravigliosa Signora delle Stelle Amalia Ercoli Finzi. Tutto meraviglioso, a parte appunto gli oggetti scelti: si parte da dodici ceramiche di dubbio uso che Conticini si aggiudica per la bellezza di 6000 euro (“Tanto paga la produzione”, scherza. E scherza perché, ovviamente, non pagherà nessuno, ndr). A seguire, un ammennicolo ancor più inquietante: uno zoccolo intarsiato, forse olandese, che contiene un bambolotto mignon. “Si tratta di un cimelio di famiglia. Voglio liberarmene anche perché la domestica rifiuta di spolverarlo. Sostiene sia abitato da un qualche spirito, visto che il gatto non gli si vuole mai avvicinare”, spiega la venditrice (a occhio non proprio tagliatissima per questo mestiere). Sia come sia, l’incubo viene battuto per 70 euro. Gran finale con la signora Mara che porta un pregevolissimo Jury Chechi all’uncinetto. “Lo incontrai al programma ‘Che Succ3de?’ e lui mi chiese di fargli questo particolare ritratto, di ‘uncinettarlo’. Ha voluto anche che gli aggiungessi un po’ di capelli, lo devo dire. Ho provato poi a mandarglielo, ma il pacco mi è tornato indietro”, così racconta l’artefice di tale splendido manufatto. Fa ridere tutto, ogni cosa. Le nostre cornee, però, restano molto offese.
Sergio Caputo ‘pentito’ di aver fatto le superiori: voto 7
Apre la puntata Sergio Caputo con una versione rivisitata di ‘Un Sabato Italiano’ (che diventa ‘Un giovedì’), insieme a Geppi Cucciari. Poi, il cantautore si siede per una chiacchiera con la conduttrice e, ricordando gli anni della scuola dell’obbligo, si sofferma proprio sul concetto di ‘obbligo’: “Mi sono pentito di aver fatto le superiori. Avrei preferito fermarmi alle medie perché mi sembra di aver buttato via troppo tempo dietro a cose che non mi interessavano per niente. Cioè come mai bisogna studiare gli amminoacidi?!”. Apprezziamo l’onestà intellettuale di tale testimonianza. Poi, il musicista approfitta dello psichiatra Giampaolo Perna, new entry tra gli esperti in studio, per porgli una domanda bizzarra assai: “Ma è vero che per frenare ansia e paranoie può tornare utile coprirsi l’occhio sinistro con la mano?”. Lo specialista, al battesimo del fuoco, prende le distanze, lo scoraggia. Caputo, però, non molla: “Da domani, ci provo comunque”. E allora vogliamo immaginarlo compreso nell’esperimento, anche in questo preciso momento. Sì.
Lina Sastri e le affinità elettive ‘difficili da trovare’: voto 9
Lina Sastri, finalmente nella stessa stanza dell’attrice Angela Monina così da dimostrare una volta per tutte d’esser due persone diverse, ha raccontato molto di sé chez ‘Splendida Cornice’. Per esempio, la volta in cui, giovanissima, rifiutò la parte in un film di Lina Wertmüller per colpa di un uomo: “Ero innamoratissima, ma anche certa che al mio fidanzato non avrebbe fatto piacere vedermi recitare. Allora, rinunciai. E mi sentii pure Giovanna d’Arco, una specie di eroe. Invece, mi ero soltanto lasciata stupidamente condizionare”. Venendo a oggi, l’interprete si lascia andare a una bellissima riflessione che vogliamo condividere così come l’ha pronunciata: “In questi tempi in cui viviamo è diventato talmente difficile avere affinità elettive che finisci per rimanere solo, forse troppo solo. Ne rimango ferita anche io, ma non voglio arrivare a sentirmi tanto ferita da ripagare gli altri con la stessa moneta”. Una cosa che auspichiamo a tutti, di cuore. Grazie, Lina Sastri.
Dardust è stato ‘Lady Oscar’ (molto malvolentieri): voto 5-
Il produttore e pianista delle meraviglie Dardust, all’anagrafe Dario Faini, racconta come la sua passione per la musica non sia stata sempre compresa. Anche perché nacque in lui piuttosto precocemente: “Quando avevo otto anni, ricordo che tutti ascoltavano Cristina D’Avena, mentre io mi ero già fissato con David Bowie, in particolare con ‘Let’s Dance’. Qualche anno più tardi, tra le medie e le superiori, mi ossigenai i capelli perché volevo somigliargli, ma i miei compagni di scuola presero a soprannominarmi Lady Oscar”. L’arte, purtroppo, non sempre riceve gli apprezzamenti che meriterebbe.
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