Sfida per il Rilancio Economico e Sociale dell’Italia

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Nelle scorse settimane è stata presentata (e approvata) alla Camera una mozione unitaria delle opposizioni sulle aree interne fortemente voluta dal gruppo del Partito Democratico.

Il tema del rilancio dell’impegno su questi territori è, infatti, diventata una delle priorità dell’agenda politica dei dem, accompagnata da un serie di eventi pubblici in piccoli comuni alla presenza della segretaria nazionale Elly Schlein.

Gli impegni chiesti al governo Meloni sono estremamente chiari nell’obiettivo di promuovere la crescita delle aree interne in coerenza con gli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale previsti dall’articolo 3 del Trattato dell’Unione Europea.

Microcredito

per le aziende

 

Vi è, infatti, il concreto rischio che una burocratica interpretazione del nuovo patto di stabilità europeo possa bloccare gli investimenti pubblici in queste aree che coprono, vale la pena di ricordarlo, il 58,8% della superficie nazionale e sono abitati da circa 13,4 milioni di persone pari al 22,7% della popolazione italiana all’ultimo censimento del 2021.

Le aree interne hanno quindi bisogno di una «politica di attenzione e cura» a cominciare dal favorire con incentivi e agendo sulla leva fiscale un ricambio generazionale nonché l’insediamento di imprese in territori strutturalmente carenti di infrastrutture, con una particolare attenzione per le piccole imprese e per le microimprese.

Per rilanciare l’economia locale e frenare il declino demografico occorre, però, intervenire sui servizi per le famiglie e gli abitanti delle aree interne, a cominciare, come scritto nella mozione, dalla promozione di ogni iniziativa volta a prevedere, compatibilmente con i vincoli di bilancio e con gli equilibri di finanza pubblica, misure incentivanti in favore del personale scolastico impiegato nelle aree interne, nonché in favore del personale sanitario dei presidi periferici e dei medici di famiglia che coprono gli ambulatori anche per il servizio di guardia medica nelle zone scoperte di dette aree, oltre a ridefinire il ruolo e le funzioni degli ospedali di area disagiata, con particolare attenzione alle urgenze e alle aree per l’elisoccorso.

Si impegna, poi, il governo ad adottare ulteriori iniziative volte a rafforzare il sostegno alla non autosufficienza, con particolare riguardo ai servizi integrati sociosanitari, puntando sulla domiciliarità.

Sul fronte della cultura, si ribadisce inoltre la necessità di un sostegno alle biblioteche pubbliche.

Urge, poi, la realizzazione del piano di rafforzamento della copertura nelle zone non ancora raggiunte dalla fibra (anche attraverso la rete via etere FWA), superando anacronistiche situazioni che vedono molti comuni ancora serviti dal doppino telefonico nell’era del 5G.

In questi anni, inoltre, si è assistito a un progressivo taglio delle risorse destinate al trasporto pubblico, che ha inevitabilmente finito per penalizzare le corse nei territori collinari e montani, naturalmente meno redditizi di quelli urbani. È assolutamente necessaria un’inversione di tendenza e una maggiore attenzione per questo fondamentale servizio proprio nelle aree interne.

Nel contrasto allo spopolamento, accanto al miglioramento della qualità e quantità dei servizi, potrebbe letteralmente cambiare la vita delle persone e di molti comuni l’incentivazione del lavoro agile – meglio conosciuto nell’epoca della pandemia come smart-working – e di postazioni di co-working.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Vi è, poi, ampio un significativo spazio d’intervento nelle aree interne per iniziative rivolte ad agevolare la costituzione di comunità energetiche oltre all’ulteriore rafforzamento degli investimenti relativi alla prevenzione e al contrasto del dissesto idrogeologico, alla manutenzione idraulico-forestale, alla pulizia di alvei e canali, alla piantumazione di alberi e alla lotta agli incendi nelle aree interne.

Nella panoramica dei possibili interventi si propone, infine, di realizzare sistemi di monitoraggio meteorologico e di diffusione sull’allerta meteo nelle aree interne, al fine di aumentare la resilienza nei piccoli centri agli eventi climatici estremi e di proteggere le comunità locali.

Come è facilmente intuibile questa mozione non propone interventi e strategie irrealizzabili, ma al contrario pone la questione di un’azione coordinata e maggiormente incisiva dei vari livelli statali affinché gli investimenti nazionali ed europei possano invertire l’attuale tendenza al declino e allo spopolamento.

Si attendono ora segnali concreti da parte del governo già in legge di bilancio 2025, anche se c’è più di un dubbio sulla reale volontà di un auspicabile cambio di marcia nelle politiche sulle aree interne, con il rischio che si possa perdere una straordinaria occasione di rilancio economico e sociale di questi territori per noi assolutamente fondamentali per un futuro più equo e giusto dell’Italia.




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