Il mare divora la spiaggia nord e “abbraccia” la Statale 16: allarme erosione costiera

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Un terzo della costa molisana è a rischio. A dirlo non sono i soliti allarmisti, ma il rapporto “Spiagge” di Legambiente, che mette nero su bianco una realtà tutt’altro che rosea: l’erosione ha già inghiottito 10 chilometri di spiagge. Certo, il litorale del Molise non è vasto come quello californiano, ma qui parliamo di nemmeno 35 chilometri di costa. Ogni metro che sparisce è una ferita non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia locale e le comunità che vivono (e sopravvivono) grazie al turismo.

La situazione è particolarmente critica alla foce del Trigno, un luogo emblematico per capire come si intreccino i problemi naturali e quelli provocati dall’uomo. Il fiume, che un tempo trasportava sedimenti fondamentali per mantenere l’equilibrio della linea di costa, oggi è quasi “a secco” a causa di captazioni e prelievi lungo il suo corso. Meno acqua, meno sabbia, più erosione. Il risultato? La spiaggia di Montenero di Bisaccia si è ridotta a una sottile striscia, tanto che ogni anno l’Adriatico avanza verso la Statale 16, quasi volesse fare amicizia con l’asfalto.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Foce trigno idrovora

Proprio qui, tra Montenero e Petacciato, si inserisce la vicenda del famigerato “South Beach”, un progetto che, per fortuna, è rimasto solo sulla carta. Era il 2010 quando venne presentato come il sogno di un imprenditore: cinque milioni di metri cubi di cemento, grattacieli in stile Miami, un porto turistico e perfino un centro commerciale, il tutto piazzato su una spiaggia già fragile e sofferente. Il progetto, accolto inizialmente con entusiasmo da alcuni, fu presto travolto dalle polemiche, non solo per l’impatto ambientale devastante, ma anche per la sua evidente insostenibilità. Dopo anni di tira e molla, sembra sia stata archiviata una delle idee più discusse (e improbabili) nella storia del litorale molisano. Ma mentre il cemento è rimasto nei sogni di pochi, il mare, implacabile, continua a inghiottire sabbia.

A Petacciato, la situazione non è molto diversa. La spiaggia a sud della marina, che negli anni ’80 si estendeva per oltre 100 metri dalla pineta al mare, oggi è ridotta a pochi centimetri in alcuni punti. Gli operatori turistici lamentano mareggiate sempre più distruttive, che ogni inverno cancellano quel poco di arenile rimasto. Anche qui, la mano dell’uomo ha contribuito al disastro: la costruzione dei porti turistici di Montenero e San Salvo ha alterato le correnti marine, accelerando il fenomeno dell’erosione. Ne abbiamo parlato anche alcuni mesi, documentando il fenomeno all’altezza del Lido La Torre con un video.

Qualcosa si sta facendo, ma è evidente che non basta. Nel febbraio del 2023 sono iniziati i lavori di installazione di barriere frangiflutti nei tratti più esposti del litorale, tra Montenero, Termoli e Campomarino. Un intervento finanziato con due milioni di euro provenienti dal Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020, mirato a contrastare l’erosione e stabilizzare le scogliere. Il progetto, denominato “Interventi di difesa della costa molisana”, prevede il riposizionamento di barriere sommerse e il rafforzamento delle scogliere esistenti, per proteggere non solo le spiagge ma anche infrastrutture strategiche come la Statale 16 e i depuratori.

Per il 2025, la Regione Molise ha ottenuto ulteriori otto milioni di euro dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), che saranno utilizzati per monitorare e migliorare le opere già esistenti, oltre a creare nuove barriere lungo tutta la costa. Il piano rientra nell’Azione 2.4.1 del Piano Operativo FSC 2014-2020, che punta non solo a prevenire l’erosione costiera, ma anche a gestire i rischi spondali dei corsi d’acqua.

Gli interventi, spiegano i tecnici, combinano soluzioni tradizionali con approcci innovativi. Le barriere sommerse aiutano a dissipare l’energia delle onde, mentre i ripascimenti artificiali compensano la perdita di sedimenti. Nel frattempo, il consolidamento degli argini dei fiumi e la ricalibratura degli alvei mirano a prevenire le piene e a proteggere le aree interne. Un mix di tecnologia e ingegneria naturalistica che, sulla carta, sembra la risposta giusta.

Resta però una domanda: sarà sufficiente tutto questo a fermare un mare sempre più aggressivo? Le risorse ci sono, i progetti anche, ma il tempo stringe. Tra una mareggiata e l’altra, il litorale molisano sembra ricordare a tutti che il confine tra terra e mare non è scritto nella pietra. E che, alla fine, sarà sempre la natura a decidere dove tracciarlo.





Source link

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link