Il piano di dimensionamento scolastico per l’anno 2025/26, approvato dalla Giunta regionale il 30 dicembre 2024, ha sollevato non poche polemiche, alimentando la frattura tra il presidente della Provincia di Foggia e sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti, e il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, assessore alla Sanità. Tra le decisioni più controverse, l’accorpamento degli istituti Fazzini-Giuliani e l’I.P.E.O.A. Enrico Mattei di Vieste ha suscitato reazioni contrastanti. La proposta di Piemontese, che ha sancito la perdita dell’autonomia dell’istituto alberghiero, è stata contestata da sindacati e amministratori locali, sebbene le organizzazioni sindacali, tra cui Flc Cgil, Cisl, Snals, Confals e Gilda, abbiano difeso la fusione come un passo per garantire la stabilità dell’IIS Fazzini-Giuliani, argomentando che gli alunni beneficeranno di una scuola più radicata sul territorio con una nuova e arricchita offerta formativa.
Un altro aspetto centrale della riforma riguarda l’istituto liceale di San Nicandro Garganico, il Liceo Maria Immacolata, che sarà accorpato all’Istituto Comprensivo Nicola D’Apolito di Cagnano Varano. Nonostante la preoccupazione di docenti e genitori, l’autonomia del liceo sannicandrese resterà garantita per i prossimi tre anni, ma il futuro appare incerto. In una lettera inviata a Piemontese, i docenti hanno espresso preoccupazione per le future generazioni, temendo che la fusione possa compromettere l’identità storica del liceo e minare la qualità della formazione scolastica. In risposta, la Regione ha sottolineato come l’accorpamento permetterà di ottimizzare le risorse, migliorando l’efficacia dei servizi e risolvendo le difficoltà legate alle sedi distaccate. Il piano prevede anche l’introduzione di progetti educativi e didattici coordinati per ridurre la dispersione scolastica e migliorare la qualità dell’offerta formativa, con un monitoraggio costante della frequenza scolastica.
Sulle problematiche legate al territorio, in particolare nei comuni di Peschici e Vico del Gargano, sono emerse divergenze significative. Il sindaco di Peschici, Luigi D’Arenzo, ha lanciato un appello alla Regione per l’istituzione di un indirizzo scolastico in Informatica e Telecomunicazioni presso l’IISS Giuseppe Libetta di Peschici, spiegando che l’attuale indirizzo tecnico turistico non soddisfa più le esigenze formative della zona e che i collegamenti di trasporto con i comuni limitrofi sono insufficienti. La Regione, pur avendo negato il parere favorevole della Provincia, ha accolto la proposta per l’anno scolastico 2025/26, confermando che il piano regionale non è vincolato dalle decisioni provinciali.
Altre riorganizzazioni riguardano le scuole di Foggia: l’istituto Murialdo e il San Giovanni Bosco manterranno il loro attuale assetto, nonostante le proposte di fusione avanzate dalla Provincia. Il piano di riorganizzazione scolastica ha previsto la creazione di un istituto comprensivo con un totale di 1462 iscritti, ma la Regione ha deciso di mantenere le scuole separate per i prossimi anni, dando seguito alla richiesta del Comune di Foggia. Il piano regionale ha riguardato anche altre scuole, tra cui l’I.P.E.O.A. Michele Lecce e il liceo Maria Immacolata di San Giovanni Rotondo, che manterranno il loro attuale assetto. Inoltre, sono stati previsti accorpamenti per le scuole dell’infanzia e le primarie nei comuni di Biccari, Alberona e Volturino, nonché l’accorpamento dei plessi scolastici dei comuni di Celenza Valfortore, Carlantino e San Marco La Catola con l’I.C. Mandes di Casalnuovo Monterotaro.
L’iter per l’approvazione del piano ha coinvolto diversi tavoli tecnici e incontri con le istituzioni scolastiche e i sindacati, culminando con la deliberazione finale il 30 dicembre 2024. Il piano regionale ha quindi riorganizzato il sistema scolastico pugliese con l’obiettivo di ridurre il numero delle autonomie scolastiche, portando a una maggiore efficienza nella gestione delle risorse e a un miglioramento dell’offerta formativa. Tuttavia, le polemiche non sono destinate a placarsi, con molti che vedono il piano come un’ulteriore centralizzazione che rischia di penalizzare le scuole e le comunità più isolate della regione.
Il dibattito, dunque, prosegue, con diverse questioni ancora in sospeso, e la necessità di un ulteriore confronto tra istituzioni e territorio.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link