Sabato 11 gennaio l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto a Sassari, nella parrocchia Mater Ecclesiae, la Celebrazione eucaristica con il conferimento del sacramento della Confermazione.
Nell’omelia l’Arcivescovo, rivolgendosi direttamente ai cresimandi, ha detto:
«Con molti di voi ci siamo già incontrati qualche giorno fa. Oggi voi state per ricevere un grande dono: quello della Cresima, il Sacramento della Confermazione. Con la Cresima c’è un dono che ha un nome specifico: lo Spirito Santo, che non è un’invenzione del vescovo venuto oggi qui in visita pastorale. Quando andate a trovare una persona dopo un po’ di tempo o in occasione di una festa, cosa fate? Portate un dono. Ecco, oggi, attraverso la persona del vescovo, in questo momento di festa per la parrocchia, che è la Visita pastorale, ovvero la visita del pastore della diocesi, viene donato lo Spirito Santo, e, mediante lo Spirito, Gesù risorto.
Questo è un momento speciale, un momento importante. Oggi, quindi, siete gioiosi ed emozionati. Quando si riceve un grande dono, c’è sempre un po’ di emozione. Gesù ci dona lo Spirito Santo. Oggi abbiamo ascoltato il Vangelo, che ci racconta di Gesù al fiume Giordano. Insieme a Lui c’era Giovanni Battista, il quale si avvicina a Gesù, e a un certo punto accade qualcosa di molto importante. Che cosa dice? Riascoltiamolo insieme: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (Lc 3,16).
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato, e Gesù, ricevuto anche Lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e lo Spirito Santo discese su di Lui in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento” (Lc 3,22).
La parola “battesimo” significa ‘entrare dentro una realtà’. Quando fate un tuffo in mare e vi immergete, cosa vedete? Tante cose. Gesù ha scelto questa bella immagine del tuffo, dell’andare dentro, per dirci che ci vuole immergere nel suo amore, che ci dona attraverso lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo ci immerge nella sua vita. Questa immagine dell’immersione ci aiuta a comprendere, un po’, un mistero così grande e così bello: non restiamo in superficie, ma andiamo in profondità, entriamo dentro.Gesù desidera renderci partecipi della sua vita, e lo fa attraverso il dono dello Spirito Santo.
Ora, facciamo un altro ragionamento, andando un po’ più avanti: dove si trova il mare? Sulla terra. E in alto, invece, c’è il cielo, che, come abbiamo letto nel Vangelo, si apre. Vedete? Gesù collega il cielo e la terra per mostrarci che, entrando nella sua vita, entriamo in questa meravigliosa comunione. Il cielo si apre e cosa discende dal cielo? Lo Spirito Santo.
Il Battesimo che Gesù ci dona non è soltanto un battesimo di acqua, ma è il battesimo dello Spirito. Egli ci dona lo Spirito Santo affinché possiamo comprendere come siamo resi partecipi dell’amore di Dio. Nella Chiesa c’è questo appuntamento; questo momento speciale ci dice che, attraverso questa esperienza, entriamo e ci immergiamo nel mistero dello Spirito Santo. Queste immagini ci aiutano a comprendere che siamo resi partecipi della famiglia di Dio. Chi viene battezzato nello Spirito Santo diventa figlio, e così, già nel battesimo, siamo diventati figli di Dio. E oggi, cosa portiamo a compimento? La vocazione di essere figli.
E voi, volete vivere da figli di Dio oppure come se non lo foste? Questo è il dono che sono venuto a portarvi: lo Spirito Santo, che vi rende pienamente e perfettamente figli di Dio, confermandovi in questa identità.
Dio ci indica anche la via per valorizzare questo dono. L’impegno che oggi prendiamo insieme è quello di seguire Gesù. Oggi ripetiamo, come già avvenuto nel Battesimo quando siamo diventati figli di Dio, questo tuffo: un tuffo che si ripete per immergerci nello Spirito Santo. Lo Spirito Santo rimane con noi e ci parla di Gesù, che, dopo il Battesimo, annuncia la Parola di Dio, la Buona Novella.
Prima è stato detto che voi non avete ancora terminato il percorso, il catechismo. Oggi, quindi, ricevete il dono dello Spirito un po’ in anticipo rispetto al cammino. Ma, secondo voi, il fatto che il cammino sia stato abbreviato toglie qualcosa all’impegno che vi attende? No. Perché già dalla prossima domenica valorizzerete questo dono senza dimenticarlo. Questo è un bell’impegno. Oggi, insieme a voi, anche il Vescovo si impegna a ricordare che il cammino di vita cristiana non si riduce allo studio a memoria di alcune parole o teorie, ma è soprattutto un’esperienza da vivere.
Quindi, se siete immersi in questo tuffo, cosa fate? Volete rimanerne fuori o continuare? Continuare! È davvero un bell’impegno, e per questo vi incoraggio a proseguire in questa esperienza di ascolto. Il catechismo non è semplicemente lo studio a memoria di concetti o teorie, ma è un’esperienza di ascolto di Gesù. Il catechismo, quindi, non riguarda solo voi ragazzi, ma è qualcosa che appartiene al cammino della Chiesa. E allora, noi adulti, come stiamo continuando il nostro cammino del Battesimo e del catechismo? Lo dico perché penso che qui siamo tutti, o quasi tutti, battezzati e cresimati. Come abbiamo scelto di proseguire ad ascoltare Gesù? Come stiamo valorizzando questo grande dono dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto?
Con il matrimonio, che è sempre un frutto dello Spirito Santo, la vocazione può andare avanti e può nascere una famiglia, si cammina insieme. Questo significa essere cristiani, questo significa valorizzare il dono dello Spirito Santo.
Questo dono implica che, quando viviamo queste dimensioni, non lo facciamo da soli, come se Dio fosse assente: Dio cammina con noi, ci sostiene, sta al nostro fianco e ci accompagna nel nostro cammino. Lo Spirito Santo ci sostiene nei momenti difficili della vita, nelle fatiche, nelle gioie di ogni giorno. Abbiamo bisogno di immergerci in Lui, come in un tuffo, per uscirne rinfrescati e rigenerati. Esistono tante figure importanti nella nostra vita – medici, specialisti, professionisti – per affrontare i problemi quotidiani, ma non dobbiamo dimenticarci dell’importanza dello Spirito Santo e di Gesù. Questo messaggio lo consegno in particolare agli adulti, perché siamo qui in Visita pastorale.
La Visita pastorale ha un obiettivo: radunare il popolo santo di Dio. Non si tratta del Vescovo che passa trionfante e benevolo per fare un po’ di scenografia. La Visita pastorale è un momento in cui il Vescovo visita le parrocchie per cercare i nostri fratelli e sorelle che, forse, hanno bisogno di ascoltare la Parola di Dio, di sentirsi dire che Gesù è vicino, che non è lontano da noi. È un’occasione per ricordare che il dono ricevuto nel giorno della Cresima, e ancor di più nel Battesimo, rimane sempre con noi.
Il Vangelo di oggi, la Parola di Dio, ci invita ad annunciare a tutti i popoli, non a tenere tutto per noi stessi. Ne abbiamo parlato anche la scorsa domenica, riflettendo sul concetto di Chiesa in uscita. Andiamo avanti con fiducia, con gioia e con coraggio, perché lo Spirito Santo aiuta ciascuno di noi ed è vicino a ognuno nella propria specifica situazione. È un dono personale, e infatti, quando vi presenterete davanti al Vescovo, direte anzitutto il vostro nome. Questo è importante, perché la persona che si presenta è proprio quella: unica e irripetibile. Il dono di amore che oggi Dio fa è rivolto a ciascuno di voi singolarmente. Una Chiesa animata dallo Spirito Santo è una Chiesa che si impegna a vivere la vocazione che Dio le ha donato, quella per cui Dio l’ha chiamata, ascoltando la Parola di Gesù e diventando segno e presenza del suo amore nel mondo».
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