Luìs Figo a 52 anni modello per il suo brand Made in Italy. «Il tempo che passa? Non penso troppo al passato e continuo ad allenarmi»

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di
Maria Teresa Veneziani 

L’ex calciatore portoghese e Pallone d’Oro nel 2000 sarà al Pitti uomo come un bravo imprenditore per la sua linea LF. «Ammiro la classe di David Beckham, Ibrahimovic, Rafael Nadal, sempre impeccabili»

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«Determinato, riflessivo e appassionato, Luis Figo sintetizza così le sue caratteristiche (positive). Portoghese, ha vestito le maglie del Barcellona, del Real Madrid e dell’Inter, ma ora il campione fa da modello al suo brand LF. E per dimostrare che fa sul serio debutta a Pitti Uomo di Firenze (14-17 gennaio) con la sua linea di abbigliamento rigorosamente Made in Italy: sarà presente nel suo stand per tutta la giornata del 14, come un bravo imprenditore del fashion.
Figo che moda è quella di un goleador?
“«La mia carriera calcistica ha avuto un impatto enorme sulla persona che sono oggi e questo si riflette sicuramente nel mio approccio alla moda. Nel calcio, come nella moda, la disciplina, la determinazione e l’attenzione ai dettagli sono fondamentali. La mia storia è fatta di sacrifici, successi e sfide che mi hanno insegnato a non accontentarmi mai, ma a puntare sempre a qualcosa di unico e straordinario. In questo progetto, ho voluto trasmettere proprio questi valori: l’impegno nel creare qualcosa di speciale, il rispetto per la qualità e il desiderio di distinguersi, senza mai perdere la propria autenticità. Ogni capo della collezione racconta questa filosofia: un’eleganza che non è solo apparenza, ma che deriva da una continua ricerca del meglio».
Quando è nato questo interesse per la moda?
«Fin da giovane ho osservato con attenzione le diverse tendenze e ho sempre avuto un occhio per i dettagli, soprattutto grazie alle esperienze vissute nelle città più stilose e culturalmente diverse. Il Portogallo, la mia terra, mi ha insegnato a valorizzare l’autenticità e la maestria artigianale, valori che sono ora alla base di questo nuovo progetto. L’idea lanciare il mio marchio LF, è nata spontaneamente, come un modo per unire il mio amore per la moda alla mia visione del mondo. Ho avuto la fortuna di lavorare con il mio amico e imprenditore Gandolfo Albanese, che mi ha aiutato a trasformare questa passione in realtà: una linea che parli di me, che sia esclusiva e di buon gusto. È stata una sfida emozionante, che ha richiesto tanto studio e dedizione, ma è anche un progetto che sento profondamente mio».
Sintetizzi i trend dell’inverno 2025.
«Abbiamo sperimentato materiali più leggeri e versatili, perfetti per chi vive la quotidianità con dinamismo. I tagli sono pensati per valorizzare la figura senza sacrificare il comfort e i colori, pur rimanendo classici, come il crema e il beige, ora includono il blu. La collezione LF si rivolge all’uomo moderno, dinamico e sofisticato. Tra i pezzi chiave ci sono sicuramente le giacche, che ti fanno subito sentire a posto. Le polo in cashmere e le t-shirt in cotone pregiato sono pensate per chi non vuole rinunciare al comfort senza perdere in raffinatezza. I pantaloni e i jeans hanno dettagli sportivi. Praticità e lusso per sentirsi un po’ unici al lavoro e nei momenti di relax».
La moda per lei è una passione, ma può considerarla anche un business? Intendo, le dà anche soddisfazione a livello di fatturati o è ancora una start up?
«Per ora il progetto è ancora in una fase iniziale. La moda è un settore che richiede tempo per costruire una base solida e per farsi conoscere, ma sono soddisfatto del percorso che stiamo facendo. Sicuramente è una passione, ma è anche una sfida imprenditoriale. Per me, la soddisfazione non si misura solo in termini di fatturati, ma anche nella possibilità di vedere un’idea prendere forma e diventare qualcosa di concreto. Detto questo, lavoriamo con l’ambizione di far crescere il brand e renderlo un punto di riferimento per chi cerca qualità ed eleganza».
Questo è un momento difficile per il fashion, il consumatore sembra essersi disamorato, si denunciano i prezzi troppo alti. Qual’è la sua ricetta?
«È vero, la moda sta attraversando un momento complesso. Il consumatore è diventato più esigente e meno disposto a spendere per qualcosa che non percepisce come realmente unico o di valore. Credo che la chiave per riconquistare il pubblico sia la trasparenza. Le persone vogliono sapere cosa stanno acquistando: da dove provengono i materiali, come sono stati prodotti e quale storia raccontano. Inoltre, bisogna trovare un equilibrio nei prezzi, offrendo un prodotto che sia accessibile, ma che mantenga alta la qualità. Infine, penso che sia fondamentale creare una connessione emotiva con il consumatore, facendolo sentire parte di un progetto più grande».

Il Pallone d’Oro 2000 è supportato nella sua avventura dalla moglie Helen Svedin, ex modella svedese, con cui è sposato dal 2001 e dalla quale ha avuto tre bellissime figlie (Daniela, Martina e Stella).




















































Che cosa le ha insegnato Helen?
“«Mi ha insegnato che lo stile è soprattutto una questione di autenticità. Mi ha anche fatto capire l’importanza dei dettagli: un accessorio, un colore o un taglio possono fare la differenza».
Ha mantenuto buoni rapporti con i colleghi? Chi ammira per eleganza?
«Sì, ho mantenuto ottimi rapporti. Senza dubbio, penso a David Beckham, Ibrahimovic e Rafael Nadal. Beckham è un’icona di stile, sempre impeccabile. Ibrahimovic, con il suo carisma, trasmette un’eleganza naturale e sicura. Nadal ha uno stile più sportivo ma molto curato. Tutti loro dimostrano che l’eleganza è anche una questione di atteggiamento e personalità, non solo di abbigliamento».
Luìs, che momento questo è per la sua vita?
“«Un momento di bilancio e nuove sfide. Mi dedico alla mia famiglia e ai miei progetti con equilibrio e serenità».
Le piace posare da modello?
“«Sì, mi diverte: è un’opportunità per rappresentare il mio brand in modo autentico. Fare da modello mi permette di essere parte integrante del progetto e di mostrare personalmente ciò che il brand vuole comunicare. È una forma di responsabilità, ma anche di orgoglio».
In che modo il suo passato nello sport influenza la collezione?
«Lo sport mi ha insegnato a valorizzare il movimento e la funzionalità. Per questo, ogni capo cerca di bilanciare estetica e praticità. Inoltre, lo sport mi ha trasmesso la disciplina, che cerco di applicare anche nella moda: cura del dettaglio, preparazione e ricerca continua. Il dinamismo del mio passato sportivo si riflette nelle linee pulite e nei materiali confortevoli della collezione».
Mi dice che rapporto ha un goleador considerato sex symbol con il tempo che passa?
«Il tempo è un compagno di viaggio che dobbiamo imparare ad accettare. Per me, il segreto è vivere in modo equilibrato e mantenere una mentalità positiva. È vero che il fisico cambia, ma ogni fase della vita ha il suo fascino. Non penso troppo al passato né al futuro, mi concentro sul presente e su come posso sfruttarlo al meglio».
Continua ancora ad allenarsi?
«Sì, allenarmi è parte della mia routine quotidiana. Non solo per il corpo, ma anche per la mente. Lo sport mi ha insegnato che un corpo sano è essenziale per affrontare le sfide della vita con energia e ottimismo».
Sono molto vanitosi i calciatori? E lei? Potrebbe dare un voto alla sua vanità, da 1 a 10?
«Direi che i calciatori, come molte figure pubbliche, sono consapevoli della propria immagine. Per quanto riguarda me, mi darei un 7. Mi piace curarmi e presentarmi al meglio, ma senza essere ossessionato dall’apparenza».

Luìs Figo a 52 anni modello per il suo brand Made in Italy. «Il tempo che passa? Non penso troppo al passato e continuo ad allenarmi»

12 gennaio 2025 ( modifica il 12 gennaio 2025 | 09:15)

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