Le pillole di Polly: recensione di “Il riposo del guerriero” di Christiane Rochefort

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Se quel giorno non avesse piovuto, il destino di Geneviève La Theil sarebbe stato diverso.

In quel pomeriggio fatidico, la ragazza si era recata in una cittadina francese per ricevere una cospicua eredità che le era stata lasciata da una parente. Appena scesa dal treno, a darle il benvenuto aveva trovato un bell’acquazzone, e lei naturalmente non aveva con sé né ombrello né impermeabile; del resto perché avrebbe dovuto portarli quando a Parigi, la sua città, faceva bel tempo?

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Così, quando ha dovuto decidere in quale albergo soggiornare tra i due che si vedevano dall’ingresso della stazione, a causa della pioggia ha scelto subito il più vicino; almeno ci sarebbe arrivata meno fradicia.

Lì, è stata accolta da un albergatore che l’ha scrutata con uno sguardo tra il diffidente e il miope. Ma poco male; a Geneviève non interessava più di tanto la qualità dell’accoglienza, era stanca e pensava soltanto ad andare in camera sua.
Così si è fatta dare la chiave, è salita al piano e ha cercato di aprire quella che pensava fosse la porta della sua stanza. Inizialmente la serratura ha fatto resistenza; poi, però, ha finito per cedere.

Davanti a sé, tuttavia, Geneviève si è trovata uno spettacolo che proprio non si aspettava.
Sul letto della stanza, che evidentemente non era la sua, se ne stava sdraiato un uomo. Apparentemente era addormentato ma qualcosa, forse la pesantezza del suo respiro, forse l’innaturalezza con cui le sue membra erano abbandonate, le ha fatto temere il peggio.

Il primo istinto di Geneviève è stato di difendersi, di dire a se stessa che andava tutto bene, così ha richiuso la porta. Poi, però, il suo sesto senso gliel’ha fatta riaprire, quella porta; è allora che si è resa conto che sul comodino c’erano due tubetti di barbiturici.

La ragazza è corsa ad avvertire l’albergatore, che ha chiamato l’ambulanza. Ma chi trova un cadavere o un moribondo, si sa, è il primo sospettato di omicidio. Così, Geneviève è stata messa sotto torchio dalla polizia, e quasi quasi per lei si è prospettato un incontro a tu per tu con Madame La Ghigliottina.

Per fortuna, però, l’uomo si è svegliato, e ha confermato di aver tentato il suicidio, scagionando così la povera ragazza.
Geneviève, provando un forte senso di responsabilità verso quell’uomo che forse non voleva affatto essere salvato dalla sua disperazione, si è poi recata a trovarlo in ospedale.

Ma quando l’ha incontrato, è accaduto qualcosa di inaspettato. Non appena il suo sguardo si è posato sullo sconosciuto, che ha detto di chiamarsi Renaud, si è innamorata di lui perdutamente, irrevocabilmente.

E il rapporto che è nato con quell’uomo è stato tale da farle domandare, in certi momenti, se non sarebbe stato meglio se il giorno in cui lo ha conosciuto ci fosse stato il sole.

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“Il riposo del guerriero”, uscito nel ’58, è il primo romanzo di Christiane Rochefort, scrittrice femminista impegnata socialmente.

Quando l’opera fu pubblicata ebbe molto successo, ma al tempo stesso fece scalpore. Il romanzo, infatti, affronta il tema della sessualità femminile, per di più inserita in un rapporto non convenzionale, perché tra due persone non sposate.
Per un lettore dei nostri tempi, naturalmente, il romanzo non ha assolutamente niente di scandaloso. Tuttavia, anche se alcune problematiche sviluppate nella trama possono considerarsi sorpassate, il vero tema dell’opera è ancora estremamente attuale.

La chiave del romanzo, infatti, è nel personaggio di Geneviève, e su quanto sia disposta a fare per un uomo che non sembra ricambiare i suoi sentimenti e la tratta come uno straccio. Il comportamento della protagonista, che allontana tutte le persone che le vogliono bene e si rovina, arrivando ad un passo dal baratro, pur di conquistare l’uomo che ama, è comune anche ai giorni nostri. Essere innamorati, infatti, talvolta accieca, e porta a rischiare di gettare via la propria vita, dando così prova non solo di amare ma anche, probabilmente, di avere un problema di dipendenza affettiva.

Ma tant’è. Il romanzo, anche se scritto decenni fa, rimane estremamente attuale ed interessante, al punto da suscitare la curiosità di vedere l’adattamento cinematografico con Brigitte Bardot nei panni della protagonista.

Federica Focà





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