Milanese, 30 anni, ha fondato una società che affianca chi commercia su Amazon: «Ho cominciato da zero e oggi ho 80 collaboratori e 6 mila iscritti nella community. Studiamo la strategia, c’è chi arriva a guadagnare 100 mila euro al mese»
Forbes Italia l’ha definito il «Virgilio dell’online». Simone Reali, 30 anni, nato a Milano e cresciuto a Paullo, nel 2018 ha fondato Lean Sales, struttura specializzata nella gestione degli account aziendali che vendono su Amazon. La sua azienda aiuta le persone a creare da zero la propria attività sul colosso dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos.
Il commercio avviene attraverso il servizio Amazon Fba (acronimo di Fullfillment by Amazon che tradotto significa che l’intero processo logistico è a carico di Amazon): questo permette ai venditori di gestire l’inventario, il magazzino, le spedizioni e il servizio clienti. Lean Sales fornisce la formazione e l’assistenza. Molte le testimonianze raccolte da Simone Reali e diffuse sul web, da quella della casalinga a quella dello studente e dell’operaio che, alla luce dei guadagni elevati, ha lasciato il vecchio lavoro. «Con questo business – afferma Reali – si può guadagnare da 2 mila a 100 mila euro al mese».
Reali, ci spieghi come è nato il suo lavoro.
«Mi sono appassionato al business on line ai tempi degli studi alla Bocconi tanto che mi sono laureato in Marketing management con una tesi su Amazon Fba. Prima, però, avevo provato a vendere un mio prodotto, delle luci solari led a forma di fiore e, nel 2015, ho iniziato a commercializzare i prodotti degli altri, guadagnando una percentuale sulle vendite. Nel 2018 ho creato Lean Sales che accompagna il venditore passo dopo passo. Oggi la community conta seimila iscritti. Nel 2024 abbiamo immesso sulla piattaforma 800 prodotti differenti».
Usa il plurale: ha dei dipendenti?
«Un team di fiducia che comprende un’ottantina di collaboratori».
E come si inizia da zero?
«Serve un piccolo investimento per iniziare a costruire il prodotto. Lean Sales, attraverso una ricerca di mercato, suggerisce quale possa avere più richieste e trova il fornitore in Europa (ad esempio, in Italia per pelletteria e cosmesi), o in Cina; lo invia ad Amazon, usandone la logistica e favorisce la vendita, lanciandolo nelle prime pagine del colosso; poi, quando avviene la vendita, il guadagno è automatico perché, come sappiamo, Amazon consegna direttamente la merce al cliente finale. I guadagni sono tali che c’è chi ne ha fatto un lavoro, lasciando la precedente occupazione e dedicandosi solo al commercio on line».
Con quanti pezzi si parte?
«Può bastare un piccolo stock di 300 pezzi».
Può farci degli esempi?
«Due ragazzi, Leo e Alì, 24 anni, che si raccontano su YouTube, hanno fatturato oltre un milione di euro nel 2024 nei mercati italiano e spagnolo. Il loro prodotto di punta è una penna 3D per bambini: hanno ricevuto un’offerta di un milione e 100 mila euro per l’acquisizione del brand che hanno rifiutato perché è in crescita. Prima erano studenti universitari e facevano lavoretti come i rider. Un signore, Cesare Gregorini, faceva il saldatore – 10 ore al giorno per 1.200 euro al mese – poi ha iniziato a testare il mercato con piccoli prodotti finché ha lasciato il suo vecchio lavoro; Agnese, mamma di tre bambine, casalinga, vendendo un cordino per il cellulare con brillantini, è arrivata a guadagnare dai 2 ai 4 mila euro al mese. E ancora altri due padri di famiglia (uno operaio, l’altro commerciale) hanno lasciato la vecchia occupazione: oggi fatturano 300 mila euro l’anno e hanno tempo per fare volontariato».
E’ possibile vendere prodotti contraffatti?
«Su Amazon, no. Basta una recensione negativa e sei fuori».
Il web è pieno dei cosiddetti «fuffa guru», un nuovo termine che indica gli imbonitori della rete. Come riconoscerli?
«Sono persone poco competenti che promettono vendite stratosferiche senza fornire assistenza. Esibiscono uno stile di vita da ricchi per influenzare le persone più deboli; e poi bisogna prestare attenzione al “cammino dell’eroe”, ovvero quando ti raccontano una storia di disagio e come, da sotto un ponte, siano finiti a fare soldi e vivere a Dubai. Altro campanello d’allarme, fino a poco tempo prima, nessuno li conosceva. Oggi, però, parlerei di “truffa guru” che, a differenza dei primi, hanno cattive intenzioni».
Obiettivi per il 2025?
«Andare avanti così, mantenendo lo stesso servizio. Appena mi sveglio, mi attacco al telefono e vado avanti fino a sera».
Anche lei acquista on line?
«Sempre e solo. Su Instagram ho visto la foto di un signore con un cartello appeso al petto dalla scritta “Comprate nei piccoli negozi, devo mantenere mia figlia”. Ma tutti dobbiamo fare lo stesso. Se compriamo su Amazon è perché abbiamo l’esigenza di pagare meno e ricevere subito la merce a casa».
E lei quanto guadagna?
«Non voglio dirlo e non voglio esibire il mio life style».
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