“Così abbiamo cambiato la comunicazione pubblica italiana”

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PA Social, la prima associazione italiana dedicata alla comunicazione e informazione pubblica digitale, compie 10 anni. Nata nel 2015 su iniziativa di un gruppo di giornalisti, comunicatori, social media manager, si è poi evoluta negli anni con la strutturazione in associazione nazionale, la nascita di coordinamenti regionali e tavoli nazionali tematici, tantissime iniziative di divulgazione, formazione, ricerca, pubblicazioni in tutto il Paese, una battaglia ancora in corso per la riforma della legge sulla comunicazione pubblica e il riconoscimento delle professioni della comunicazione digitale, un lavoro costante nella creazione e crescita di un’ampia comunità e community di settore. Ne abbiamo parlato con il presidente, Francesco Di Costanzo, a Roma alla partenza delle iniziative per il decennale dell’Associazione con un vero e proprio tour che interesserà tutte le regioni italiane (tappe e informazioni in continuo aggiornamento sul sito www.pasocial.info, sui canali social e sulla chat di PA Social).

Presidente, dieci anni sono un bel traguardo…
“Sicuramente. Una bella soddisfazione. Prima di tutto vanno ringraziate le migliaia di persone in tutta Italia che come soci, simpatizzanti, lavoratori, curiosi, critici, con ruoli o senza, hanno accompagnato PA Social nella sua crescita: da gruppo di lavoro a prima associazione nazionale, tutt’ora unica nel suo genere anche a livello internazionale. Dieci anni con tantissime iniziative portate avanti, obiettivi raggiunti e tanto ancora da fare. La cosa bella è che tutte queste persone hanno un ricordo, un’esperienza vissuta, un percorso da raccontare, un qualcosa che li lega a PA Social. È tantissimo: creare, coinvolgere e tenere viva una comunità è la cosa più entusiasmante e più difficile allo stesso tempo, in qualunque settore”.

Quali le iniziative e le novità più importanti di questi anni?
“Vado a memoria partendo dai primi Stati Generali della nuova comunicazione pubblica del novembre 2015 a Palazzo Chigi, da dove è partito tutto. Le prime tappe sui territori (la prima Pescara) con la conseguente nascita dei coordinamenti regionali e l’uscita della prima pubblicazione nel 2016, la presentazione della piattaforma di riforma della legge 150 del 2000 (al Forum PA), la creazione dell’Associazione con l’evento molto partecipato al Mercato Centrale di Roma, la prima assemblea nazionale ad Ancona, lo “sbarco” internazionale con l’Ocse a New York e Parigi nel 2017, la nascita dell’Osservatorio sulla comunicazione digitale e del PA Social Day nel 2018, l’arrivo della PA Social Academy nel 2019, il Digital Lab, la creazione del premio Smartphone d’Oro, il tavolo di lavoro ministeriale e la consegna al ministro del documento per la legge 151 nel 2020, l’anno del lockdown, la nascita della Fondazione Italia Digitale, della Nazionale Italiana Comunicazione Digitale e del modulo in Comunicazione pubblica digitale del Master Luiss in Comunicazione e Marketing Politico e Istituzionale nel 2021, il via al percorso di attestazione professionale per l’Esperto in comunicazione e informazione digitale e il primo Festival digitale popolare a Torino nel 2022, la prima Digital Cup, la docuserie “Pubblica”, l’arrivo della testata giornalistica Digitalepopolare.it e la nascita del Super Day nel 2023, il primo corso universitario in realtà virtuale con l’Università di Camerino e il primo Festival Digitale Popolare in piazza nel 2024. Poi tantissime altre iniziative nazionali e locali”.

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Un vanto e un rimpianto.
“Abbiamo risvegliato e cambiato la comunicazione pubblica italiana. Fin dai primi giorni c’è stata un’attenzione incredibile su questo percorso, è cresciuta la consapevolezza digitale e una mentalità aperta, ormai consolidate. Abbiamo rispettato i nostri principi di partenza (sempre validi): stare dove sono i cittadini e correre sulla strada dell’innovazione. La pandemia è stato un forte acceleratore sui temi del digitale, anche grazie a PA Social, tante amministrazioni hanno saputo dare una risposta digitale in un momento di estrema difficoltà per tutti. Resta molto da fare ad iniziare dal riconoscimento professionale, e probabilmente qui sta il rimpianto, non aver ancora raggiunto la riforma della legge di settore e un ruolo adeguato per chi fa questo mestiere che è di grande responsabilità”.

E ora un 2025 ricco di iniziative per il decennale e soprattutto il futuro, cosa dobbiamo aspettarci?
“Quest’anno sarà di festa per quanto fatto, un’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno dato il proprio contributo per questo traguardo, ma sarà soprattutto l’occasione per condividere nuove idee e proposte da realizzare nei prossimi dieci anni. Ci confronteremo su comunicazione digitale, intelligenza artificiale, realtà virtuale, servizi pubblici digitali e come continuare a far crescere e maturare la nostra comunità e community. Consapevoli che la tecnologia e il digitale corrono, propongono novità e opportunità costanti, come sempre servirà attenzione, curiosità e voglia di mettersi in gioco”.

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Esperto di social media, mi occupo da anni di costruzione di web tv e produzione di format

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