(Agen Food) – Torino, 15 gen. – Una vecchia e diffusissima leggenda vuole che la prima tazza di cioccolata calda della storia d’Italia sia quella offerta ai torinesi dal duca Testa di Ferro, quell’Emanuele Filiberto di Savoia che nel 1563 volle trasferire la capitale del Ducato da Chambery a Torino.
Non esiste, in realtà, alcuna evidenza storica che questo fatto sia effettivamente accaduto. Eppure, è significativo che al cioccolato venga assegnato un ruolo così centrale nella mitologia di quella che, di lì a tre secoli, sarebbe diventata la Casa Reale italiana. Insieme al rango di capitale, alla lingua italiana introdotta al posto del latino e, qualche anno dopo, alla Sindone, non poteva mancare il cioccolato, tra gli apporti attribuiti al capostipite dei duchi sabaudi e “torinesi”.
Come lo champagne di un brindisi nunziale, la cioccolata ha sugellato un momento storico fondamentale. Poco importa, che sia storia o leggenda: quel che conta è l’inestricabile intreccio tra la cultura del cioccolato e la città, tanto profondo e radicato da leggersi in diversi aspetti della lingua, del folklore, della storia del Piemonte e di tutta Italia.
Ecco alcune tappe di questo lungo percorso, ancora tutto da scrivere nel segno dell’innovazione dell’arte dolciaria torinese, che verrà raccontata in occasione di CioccolaTò 2025, in Piazza Vittorio Veneto, dal 27 febbraio al 2 marzo prossimi.
Giò Antonio Ari: il primo cicôlatè
Risale al 1678, la prima licenza per la vendita del cioccolato mai accordata: è quella concessa dalla Madama RealeMaria Giovanna Battista di Savoia-Nemours a Giò Antonio Ari, il primo Maestro Cioccolatiere a essere legalmentericonosciuto come venditore al pubblico di cioccolato e vero iniziatore di questa tradizione a Torino. Sebbene già diffusissima, a quel punto, in tutte le corti europee, la cioccolata era stata fino a quel punto boicottata da voci che la indicavano come “bevanda malefica”, causa della gotta che aveva colpito Carlo V e Filippo II d’Asburgo (fonte: Di bere in meglio – Manuale per educare al bere – di Roberto Bianchi). Del resto, ancora oggi, anche se per motivi non correlati, dire a qualcuno, in Piemonte, che ha fatto una figura da cioccolataio, non è proprio un complimento. Questa prima “patente” da cicôlatè, però, fu un importantissimo passo in avanti per la diffusione della cioccolata anche agli altri strati della popolazione e per l’instaurazione, nella capitale sabauda, di quella che sarebbe diventata una delle più pregiate tradizioni cioccolatiere d’Europa.
Il bicerin: la bevanda che conquistò Cavour
Nato nel Settecento nell’omonimo caffè di Piazza della Consolata come evoluzione della settecentesca bevanda bavareisa, allora di gran moda, il bicerin si compone di caffè espresso caldo, cioccolato e crema di latte (… ma le dosi sono segrete!) e viene servito in bicchieri o calici di vetro per poter ammirare i singoli strati: il segreto per assaporarlo al meglio, infatti, è non mescolarlo, lasciando che le varie componenti si fondano tra loro direttamente sul palato, con le loro differenti densità, temperature e sapori.
Il rito originario prevedeva che al bicerin venissero affiancate le stisse, tre bicchierini ognuno con un singolo ingrediente in modo da poterlo “correggere” a piacere, ma dall’Ottocento si preferisce servirlo in un’unica soluzione: il suo gusto avvolgente ha conquistato i torinesi e anche molti personaggi illustri come Camillo Benso Conte di Cavour. Fonte: Il Bicerin | Turismo Torino e Provincia
Se è vero, come sembra, che il ghiotto Primo Ministro del Regno Sabaudo abbia fatto, come si suol dire, “la storia in punta di forchetta”, nella Torino dell’Ottocento, dove il bicerin scorreva a fiumi, si può affermare che l’idea stessa dell’Italia Unita sia nata, nei caffè storici della città, proprio sorseggiando cioccolata.
Napoleone, il Carnevale e la nascita del gianduiotto
No, non è stato Napoleone a inventare il gianduiotto. Facciamo un passo indietro: è il 1806, Torino è stata annessa alla Francia ormai da 4 anni e l’Empereur istituì quello che passò alla storia come Blocco Continentale, ossia il divieto alle navi provenienti dalle colonie britanniche di approdare nei porti appartenenti all’Impero.
Negli anni successivi a Torino, come nel resto dell’Europa napoleonica, diventò sempre più difficile accedere alla materia prima: il cacao. Inammissibile, per una città ormai ghiotta di cioccolata come Torino.
Fu così che gli industriosi pasticceri torinesi aggirarono il problema attingendo a un frutto che nel territorio piemontese proprio non mancava: la nocciola tonda gentile delle Langhe, che finì per prendere il posto del cacao nelle preparazioni dei cioccolatieri della città.
Perché, però, a questa invenzione fosse dato il nome di Pasta Gianduja, e alla forma di barchetta rovesciata incartata singolarmente il nome di gianduiotto, occorrerà attendere il 1865, quando, in occasione del Carnevale, fu proprio Gianduja, la maschera della città, a distribuirne ai passanti, legando indissolubilmente il suo nome a quello del cioccolatino più famoso e amato di Torino.
Oggi, a 160 anni da quel Carnevale, il gianduiotto è stato ufficialmente riconosciuto come prodotto IGP, ulteriore garanzia di un prodotto di assoluta eccellenza.
E a proposito di Carnevale… dal 27 febbraio al 2 marzo a Piazza Vittorio torna CioccolaTò!
Il Martedì Grasso, a Torino, quest’anno è preceduto da un fine settimana all’insegna del gusto e dell’eccellenza in una delle piazze più affascinanti della città: è CioccolaTò, la kermesse torinese del cioccolato, che si svolgerà dal 27 febbraio al 2 marzo a Piazza Vittorio Veneto, proprio dove si era svolta, ormai più di vent’anni fa, la prima edizione.
Questo salotto buono in riva al Po, con una vista privilegiata che spazia dalla Mole alla Gran Madre, dal Monte dei Cappuccini a Superga, accoglierà CioccolaTò, ma saranno coinvolte anche altre prestigiose sedi museali e palazzi storici, come le Gallerie d’Italia, il Cinema Massimo (grazie alla collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema), il Circolo dei Lettori, e ulteriori realtà cittadine che ospiteranno eventi, workshop, incontri, dibattiti, guidati da nomi importanti del panorama culturale e dolciario italiano.
CioccolaTò 2025 è un progetto di Camera di commercio di Torino e Città di Torino con il supporto di Regione Piemonte e delle associazioni di categoria, organizzato da Turismo Torino e Provincia.
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