«Non volerà più, sollevati dall’incarico falconiere e chirurgo»

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La notizia della perentoria interruzione del rapporto lavorativo tra la Lazio e il falconiere Juan Bernabé ha fatto il giro del mondo. Il video hard con le immagini esplicite – e da diverse angolazioni – dei suoi organi genitali in seguito all’operazione per l’impianto di una protesi peniena presso la Clinica Nuova Villa Claudia di Roma ha sconvolto il web e ha leso gravemente l’immagine e il decoro del club biancoceleste, che nella serata di ieri si è detto allibito e ha reso noto di «avere interrotto, con effetto immediato, ogni rapporto con costui, attesa la gravità del suo comportamento». La società ha ammesso di condividere il dolore che provocherà nei sostenitori della Lazio la perdita dell’aquila nelle prossime gare interne – Olympia vola ininterrottamente sullo stadio Olimpico dal lontano 2010 – ma ha ritenuto impossibile «essere associati, tutti, per di più con il simbolo storico dell’aquila, ad un soggetto che, con la sua iniziativa, ha reso inammissibile la prosecuzione del rapporto». Ai microfoni di Radio24, nel corso della trasmissione radiofonica condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, il falconiere spagnolo aveva ribadito nel pomeriggio che dietro all’intervento ci fosse «la volontà di essere più prestante dal punto di vista sessuale, come da giovane», evidenziando di non avere dunque alcuna specifica colpa relativa alla circolazione del video incriminato. «Io ho una relazione di coppia, ma frequento anche un’altra donna. Sono un uomo attivo, passo molto tempo lontano da casa e la persona che vive con me capisce che è una mia necessità, cosa che mi onora perché significa avere una mentalità molto aperta. Quando nel mio profilo privato pubblico un contenuto, è privato: se poi le persone lo fanno circolare, cosa posso farci?», aveva risposto al conduttore. Alle ore 21 del lunedì, il comunicato della Lazio con l’inevitabile decisione.

GLI OCCHI DEL MONDO – La vicenda ha avuto un’eco incredibile in giro per il mondo, oltrepassando i confini nostrani. In Spagna – luogo di nascita dell’addestratore 56enne – Marca parla di «situazione surreale», mentre Mundo Deportivo ripercorre brevemente la carriera del falconiere ricordandone le origini al Benfica, club che allo stadio “da Luz” di Lisbona fa volare l’aquila Victoria fino a farle completare sul rettangolo verde lo stemma della squadra. La BBC si sofferma sulla difesa di Bernabé, che ha parlato di «urgenza di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’operazione in questione». Enorme risalto alla notizia è dato dal quotidiano britannico The Guardian, la cui terza notizia della mattinata è dedicata all’approfondimento di un personaggio controverso, «simpatizzante di estrema destra». La testata – tra le più lette al mondo – è tornata sul noto precedente del 2021, quando (dopo la vittoria sull’Inter) Bernabé si era esibito in un euforico saluto romano sotto la Tribuna Tevere, inneggiando al Duce. Dall’Inghilterra rimarcano come il falconiere non abbia mai negato una stima per Benito Mussolini. Proprio alle colonne del Messaggero, Juan Bernabé ammetteva nell’ottobre 2021 di non essersi reso conto del putiferio scatenato con il suo riprovevole comportamento. «Per me è un saluto militare, io sono nato dentro l’esercito, sono del partito Vox e ne vado orgoglioso. Mussolini ha fatto tante grandi cose per l’Italia così come Francisco Franco in Spagna, sono un estimatore di entrambi e ne sono fiero. Non sapevo che quel modo di esultare fosse vietato nel vostro paese, altrimenti non l’avrei fatto. Non volevo mettere in difficoltà la Lazio», confessò Bernabé, già all’epoca beniamino del tifo e benvoluto da tantissime famiglie e bambini, desiderosi di scattare selfie e fotografie con l’aquila Olympia. Come anticipato ieri pomeriggio, questa volta la Lazio non ha potuto esimersi dal salutare il falconiere, finito nell’occhio del ciclone. Nelle prossime sfide casalinghe con Real Sociedad e Fiorentina l’inno del club “Vola Lazio Vola” risuonerà all’Olimpico senza alcun cerimoniale nel pre-partita.

LE PAROLE DEL PRESIDENTE – A Montecitorio per le votazioni per i giudici costituzionali, il Presidente della Lazio Claudio Lotito è un fiume in piena sulla vicenda. «Si tratta di condotte contrarie ai vincoli etici della società, volte a farsi pubblicità, che han provocato un danno d’immagine alla società. L’aquila Olympia non volerà più, bisognerà trovare soluzioni per sostituirla, anche perché questa storia del volo allo stadio l’ho inventata io», ha dichiarato il patron della Lazio ai cronisti presenti.

A margine della seduta comune del Parlamento, ha poi proseguito: «Bernabé cercava il mio intervento per sanare una situazione insanabile. Vado a messa da 67 anni, faccio le mie battaglie di cambiamento e moralizzazione e tu ti comporti in quella maniera? Era con noi da 15 anni, l’ho sollevato dall’incarico perché ha violato il codice etico della Lazio che prevede dei comportamenti all’insegna dei valori autentici dello sport». Anche il chirurgo urologo-andrologo Gabriele Antonini è stato estromesso dallo staff biancoceleste. E «alla velocità della luce», puntualizza Lotito ai presenti prima di recarsi in aula per il voto.

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