Nel percorso evolutivo delle imprese, anche delle imprese energivore, Transizione 5.0 è il piano che intende sostenere un passo importante verso l’efficienza, energetica, “rispondendo alle sfide poste dalle transizioni gemelle, digitale ed energetica”. Lo spiega lo stesso Ministero delle Imprese e del Made in Italy, delineando che il Piano Transizione 5.0, in complementarità con il Piano Transizione 4.0, s’inserisce “nell’ambito della più ampia strategia finalizzata a sostenere il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese”.
Contando su una dotazione finanziaria di 6,3 miliardi di euro, vuole favorire la trasformazione dei processi produttivi delle imprese.
Le imprese energivore possono contare su questa misura e su Energy Release 2.0, un meccanismo finalizzato a favorire l’installazione di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili realizzata da clienti finali energivori.
In questo articolo approfondiremo queste due misure e parleremo di alcune soluzioni innovative a disposizione delle imprese per migliorare la qualità dell’energia e fare efficienza, prima tra tutte EcoBlackBox di Elettrone.
Le imprese energivore e il prezzo dell’energia
La necessità di supportare le imprese energivore nella Transizione 5.0 la motiva il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica nel documento “Situazione Energetica Nazionale 2023”. In esso si legge che le imprese italiane pagano il differenziale di prezzo più elevato al netto delle imposte, rispetto alle concorrenti tedesche, spagnole e francesi per tutte le classi di consumo, il differenziale tocca il 26% per la classe I6 (con consumi superiori a 4 milioni di gigajoule). Venendo al prezzo finale, tasse e accise incluse, “le imprese italiane beneficiano di un differenziale negativo rispetto alla media UE27 ad eccezione della classe I6 dei grandi energivori (114,8%)”, specifica il MASE.
Nel 2022 le imprese italiane energivore sono 3.757 (nel documento ministeriale si parla, in particolare di “imprese elettrivore”, ovvero a forte consumo di elettricità) di cui 435 di grandi dimensioni, con più di 250 addetti, e 3.322 di medio-piccola dimensione, con addetti tra 0 e 249. Queste imprese hanno generato un valore aggiunto complessivo di 51,3 miliardi di euro.
È bene ricordare che, dal 2018, la definizione di impresa energivora riguarda tutte le imprese che hanno un consumo energetico maggiore o uguale a 1 GWh.
Imprese energivore e Transizione 5.0
Il Piano Transizione 5.0 consiste in un’agevolazione sotto forma di credito d’imposta proporzionale alla spesa sostenuta per nuovi investimenti in strutture produttive in Italia, effettuati tra 2024 e 2025. Come specifica il MIMIT,
“Il credito di imposta è riconosciuto a condizione che si realizzi una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o, in alternativa, di almeno il 5% del processo interessato dall’investimento. In particolare, la riduzione dei consumi energetici deve conseguire da investimenti in beni materiali e immateriali funzionali alla transizione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello Industria 4.0”.
In Transizione 5.0 rientrano, tra i beni incentivabili, anche i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti in grado di garantire il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia auto prodotta e auto consumata. Non solo: tra le soluzioni tecnologiche ammesse alla misura ci sono anche quelle che introducono meccanismi di efficienza energetica.
Impianti energetici da fonti rinnovabili, per auto produzione e auto consumo, e soluzioni di energy storage compaiono tra le soluzioni agevolabili nell’ambito dei progetti di innovazione, insieme alle spese per la formazione del personale nell’ambito di competenze utili alla transizione dei processi produttivi.
Vale la pena ricordare che a dicembre, lo stesso MIMIT, su Transizione 5.0 ha annunciato quattro modifiche sostanziali, approvate anche (mediante consenso preventivo) dalla Commissione Europea. Tali modifiche – che avranno effetto retroattivo – riguardano: la semplificazione delle procedure di calcolo dei consumi energetici; la possibilità di cumulo con altri incentivi nazionali ed europei; una maggiorazione per i pannelli fotovoltaici realizzati in Europa; la definizione di un’aliquota unica per investimenti fino a 10 milioni.
Energy Release 2.0
Parlando delle misure di sostegno alle imprese energivore, oltre a Transizione 5.0, c’è il meccanismo dell’Energy Release 2.0. Si tratta di una misura nata per favorire l’installazione di nuova capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili da parte dei clienti finali energivori. Questi ultimi si definiscono tutti quelli iscritti nell’elenco delle imprese a forte consumo di energia elettrica istituito presso la Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA) per il 2024. Se ne contano circa 5mila.
Cosa prevede Energy Release 2.0?
Un periodo di anticipazione della durata di 36 mesi, durante il quale il GSE cede l’energia nella sua disponibilità alle imprese energivore in cambio dell’impegno alla realizzazione di impianti rinnovabili “attraverso i quali verrà restituita, nei venti anni successivi, l’energia anticipata”.
La nuova capacità di generazione può essere realizzata mediante nuovi impianti fotovoltaici, eolici e idroelettrici di potenza minima pari a 200 kW ciascuno, o interventi di potenziamento per un incremento pari almeno a 200 kW.
Come specifica il GSE, tale nuova capacità di generazione realizzabile anche tramite soggetti terzi, deve essere complessivamente pari almeno al doppio di quella necessaria alla restituzione dell’energia anticipata dal Gestore Servizi Energetici nei 36 mesi considerati.
A dicembre, su indicazione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è stato prorogato al 14 febbraio 2025, il termine entro il quale presentare al GSE la manifestazione di interesse per l’accesso alla misura.
Ottimizzare l’energia: l’importanza della power quality
Per le imprese energivore, Transizione 5.0 e Energy Release 2.0 potranno contribuire a migliorare le loro prestazioni energetiche, sia in termini di minori consumi, sia di un progressivo aumento di auto produzione e consumo energetico da fonti rinnovabili.
Per una ottimale gestione energetica, rientrano soluzioni per la power quality, come EcoBlackBox. Si tratta, come già messo in evidenza da Paolo Peretti, Direttore Commerciale di Elettrone, di un tema cruciale, in quanto un’alimentazione di bassa qualità può mettere a rischio il buon funzionamento delle apparecchiature aziendali e rendere inefficienti molti macchinari della produzione. EcoBlackBox permette di regolare il livello di tensione in modo uniforme, svolgendo il ruolo di economizzatore di energia. In pratica, la tecnologia di efficientamento di questa tecnologia lavora su tutti i carchi collegati a valle del dispositivo stesso e consente di realizzare un risparmio energetico generale che può arrivare al 12%.
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