La riscossa del Pinot Nero dell’Appennino Toscano

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Il Pinot Nero è sempre più di casa sull’Appennino Toscano. Merito degli sforzi compiuti negli ultimi anni da una manciata di produttori vinicoli che hanno creduto nelle potenzialità di questo vitigno da sempre associato alla Borgogna.

In Italia, in verità, esistono modelli esemplari in Alto Adige e nell’Oltrepò Pavese ma il Centro Italia sta dimostrando di aver trovato la strada giusta per farsi conoscere e apprezzare sempre di più. A rappresentare lo stato dell’arte a metà gennaio si è svolta Eccopinò 2025, l’attesa manifestazione dedicata al Pinot Nero dell’Appennino Toscano.

Un appuntamento che si è svolto nello Spazio Brizzolari, galleria d’arte e spazio multifunzionale per un giorno spazio dedicato alla degustazione della produzione locale e al faccia a faccia con i vignaioli dell’Appennino. A guidare il confronto l’oste Diego Sorba.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Il pinot nero dell’Appennino Toscano

Il Pinot Nero dell’Appennino Toscano

Nelle nostre valli – Lunigiana, Garfagnana, Mugello, Casentino, Valtiberina – che dal confine con la Liguria si susseguono fino ai limiti dell’Umbria – il vino ha fatto parte di un’agricoltura marginale, di sussistenza e tradizione, raramente di cospicui investimenti e pianificazioni. In questo quarto di secolo forse qualcosa è cambiato. Dopo i primi esperimenti, la coltivazione del Pinot Nero è diventata una possibilità d’impresa e di occupazione, tanto che sono nate nuove aziende e alcune già esistenti hanno esteso a questo vitigno la propria attività” sottolinea Cipriano Barsanti, presidente dell’Associazione.

Una realtà produttiva eterogenea per storie e territori ma con un denominatore comune: la coltivazione del Pinot Nero in luoghi fuori dalle comuni rotte enologiche in Toscana. L’associazione si è impegnata nel promuovere un vitigno che rappresenta una sfida e una grande opportunità per il territorio dell’Appennino.

La degustazione dei Pinot Nero dell’Appennino Toscano

Eccopinò, un appuntamento da 13 anni

A tredici anni dalla prima edizione di Eccopinò, i vignaioli di Pinot Nero dell’Appennino toscano tornano in Mugello ad incontrare professionisti e appassionati del vino che ci piace pensare almeno un poco affezionati a questa storia recente – sottolinea ancora il presidente-. Aldilà dei numeri (comunque passati da poche unità a qualche decina), ci ha dato soddisfazione vedere i nostri giovani aprirsi alla conoscenza del vino, come degustatori ma anche come professionisti della ristorazione e dell’enologia”.

Punto centrale di Eccopinò è stata la degustazione guidata da Fabio Pracchia. L’occasione per compiere un vero e proprio viaggio attraverso i Pinot Nero delle 12 aziende dell’associazione vignaioli dell’Appennino Toscano. Di ognuno sono state conosciute caratteristiche dei territori e peculiarità di ogni etichetta.

Una produzione sempre più protagonista

La dimostrazione di come questa realtà toscana abbia preso il largo. “Le nostre bottiglie sono approdate sugli scaffali e sulle tavole. “Altre Zone”: questa la casella dove spesso troviamo inseriti i nostri vini nelle guide o nei cataloghi o nelle carte dei ristoranti. E l’Appennino toscano è davvero un’altra zona. Più fresca e umida, per i monti che la dominano e la influenzano. E proprio qui lo scorbutico e capriccioso Pinot Nero a volte – e facendoci ingrullire – concede lampi di grazia ed eleganza” puntualizza Barsanti.

Ma l’investimento su queste realtà non è stato solo dovuto al cambiamento climatico. Non c’è stata come in altri territori una sorta di fuga verso l’altitudine. “Noi qui non ci siamo fuggiti, in questi luoghi o ci siamo nati oppure li abbiamo scelti subendone il fascino e a volte l’isolamento. In ogni caso li abbiamo esplorati alla ricerca delle loro potenzialità e un po’ di strada ci pare di averla fatta. Oggi ci sentiamo parte di una comunità che lavora per contrastare lo spopolamento e rafforzare le prospettive di vita delle cosiddette aree interne del nostro Paese. Siamo sempre, come qualcuno disse all’inizio della storia, i matti del Pinot Nero” conclude il presidente dell’associazione vignaioli.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

I veterinari del Pinot Nero in Appennino

Tra coloro che fin dall’inizio degli anni Novanta del secolo scorso hanno creduto in quest’area ritenuta marginale per la viticoltura Paolo Cerrini. Nella sua azienda Il Rio a Vicchio di Mugello ha impiantato Pinot Nero, Chardonnay e Sauvignon e in tanti hanno seguito il suo esempio.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link