Assolti in appello gli ufficiali dei carabinieri accusati di rivelazione di segreto d’ufficio

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Agrigento

La vicenda risale al giugno 2021

di Sergio Randazzo

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“Il fatto non sussiste.” Con questa motivazione, i giudici della Corte d’Appello di Palermo hanno assolto, confermando la sentenza di primo grado, l’ex comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, colonnello Vittorio Stingo, e i capitani Augusto Petrocchi e Carmelo Caccetta, imputati per rivelazione di segreto d’ufficio.

I fatti contestati

La vicenda risale al giugno 2021. Stingo era stato informato, in modo lecito, dall’allora procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, circa un’indagine del Ros di Palermo che coinvolgeva alcuni militari della compagnia di Licata, tra cui il luogotenente Gianfranco Antonuccio, successivamente arrestato per un presunto giro di tangenti.

Secondo l’accusa, Stingo avrebbe riferito la notizia al capitano Petrocchi per avviare il trasferimento di Antonuccio, con l’intento di evitare che l’arresto del maresciallo avvenisse mentre era ancora in servizio presso la compagnia di Licata. Questo avrebbe causato una fuga di notizie definita “a cascata”. Inoltre, il capitano Caccetta avrebbe messo in guardia un collega per evitare che finisse coinvolto nella vicenda.

Le richieste dell’accusa

In primo grado, la Procura aveva chiesto:

  • Un anno e 6 mesi di reclusione per Stingo, anche per l’accusa di calunnia nei confronti del comandante del Ros di Palermo, Antonello Parasaliti;
  • 8 mesi per Petrocchi;
  • 2 mesi e 20 giorni per Caccetta.

Le pene proposte erano state ridotte di un terzo per il rito abbreviato.

La sentenza

Il gup di Agrigento aveva già ritenuto insussistenti le accuse, sentenza ora confermata in appello. La Corte ha accolto la tesi dei magistrati della Procura generale Carlo Lenzi e Giuseppe Fici, che avevano chiesto l’assoluzione.






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