Il Global Risks Report 2025, pubblicato in occasione dell’incontro annuale del World Economic Forum (WEF) a Davos, sottolinea come i rischi ambientali siano oggi la principale preoccupazione a lungo termine. Eventi climatici estremi, perdita di biodiversità e destabilizzazione dei sistemi terrestri rappresentano gli aspetti a cui il mondo dovrà porre maggiore attenzione.
Questo scenario richiede strategie innovative e un impegno collettivo per mitigare gli impatti del cambiamento climatico e salvaguardare il nostro pianeta.
Il rapporto, basato sulle opinioni di oltre 900 esperti, decisori politici e leader di settore intervistati tra settembre e ottobre 2024, dipinge un quadro preoccupante per il prossimo decennio. I partecipanti sono decisamente meno ottimisti riguardo alle prospettive a lungo termine rispetto a quelle a breve termine. Quasi due terzi degli intervistati prevedono un panorama globale turbolento entro il 2035, principalmente a causa dell’intensificarsi delle sfide ambientali, tecnologiche e sociali.
Il Segretario Generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), Celeste Saulo, ha dichiarato che è necessario un approccio globale per affrontare la crisi climatica. “La crisi climatica richiede un’azione trasversale, che coinvolga tutti i settori della società”.
Il rapporto, giunto alla sua ventesima edizione, traccia un quadro allarmante: i rischi ambientali si sono consolidati come le maggiori minacce globali. Eventi come il caldo record del 2024 – l’anno più caldo mai registrato – e l’aumento di fenomeni meteorologici estremi confermano una tendenza ormai irreversibile.
Secondo il WEF, i rischi principali comprendono eventi climatici estremi: tempeste, ondate di calore e inondazioni sempre più frequenti e devastanti; perdita di biodiversità: con impatti diretti su ecosistemi, catene alimentari e risorse naturali; disgregazione dei sistemi terrestri: effetti a cascata che destabilizzano i cicli naturali e mettono a rischio interi habitat.
Questi fenomeni non sono più una minaccia futura, ma una realtà attuale. Come evidenzia il Global Risks Report, “Problemi ambientali come condizioni meteorologiche estreme e inquinamento sono già qui, e l’urgenza di soluzioni è massima”.
Investire in sistemi di allerta precoce
Una delle risposte più efficaci a questi rischi è rappresentata dall’iniziativa Early Warnings for All, lanciata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. L’obiettivo è garantire che entro il 2027 ogni persona sul pianeta sia protetta da sistemi di allerta precoce.
Celeste Saulo ha sottolineato il valore economico di questi sistemi: “Ogni dollaro investito nei sistemi di allerta precoce genera benefici pari a nove dollari, grazie alla protezione di vite umane, infrastrutture e mezzi di sussistenza”.
Un rapporto della Banca Mondiale stima che l’accesso universale a sistemi di allerta precoce potrebbe evitare perdite annuali per 35 miliardi di dollari. Inoltre, un preavviso di 24 ore per tempeste o ondate di calore può ridurre i danni potenziali fino al 30%.
Collaborazione pubblico-privato: il ruolo strategico delle aziende
L’Early Warnings for All si distingue anche per la sua capacità di coinvolgere il settore privato nella costruzione di sistemi di resilienza climatica. Il WMO, insieme a partner come ITU, UNDRR e IFRC, sta lavorando a una strategia di coinvolgimento del settore privato che mira a mobilitare risorse e migliorare l’efficacia degli avvisi climatici.
Opportunità per le aziende
La partecipazione del settore privato offre molteplici benefici, tra cui:
- Accesso a dati avanzati: l’uso di tecnologie come l’intelligenza artificiale e il cloud computing consente un’analisi più precisa dei rischi climatici.
- Riduzione dei costi: informazioni meteo dettagliate aiutano le aziende a ottimizzare le operazioni e ridurre i rischi.
- Responsabilità sociale d’impresa: il supporto a iniziative climatiche migliora l’immagine aziendale e rafforza il legame con le comunità locali.
Come evidenziato nel rapporto del WEF, le aziende che investono in resilienza climatica non solo proteggono i propri interessi, ma contribuiscono anche a creare un ambiente economico più stabile e attrattivo per tutti.
Celeste Saulo ha sottolineato: “La collaborazione pubblico-privato non è solo necessaria, ma è una condizione essenziale per massimizzare i benefici socioeconomici dei sistemi di allerta precoce”.
I conflitti armati: la maggiore preoccupazione per il 2025
Oltre ai rischi ambientali a lungo termine, il Global Risks Report 2025 evidenzia come i conflitti armati e la disinformazione impattino sull’instabilità globale.
Il conflitto tra Stati è identificato come il rischio più urgente per il 2025, una minaccia diretta alla sicurezza internazionale e alla cooperazione tra le nazioni. Allo stesso tempo, la disinformazione continua a erodere la fiducia nelle istituzioni, alimentando divisioni sociali e minando la governance.
“Le crescenti tensioni geopolitiche e la perdita di fiducia stanno modellando il panorama dei rischi globali,” ha dichiarato Mirek Dušek, Managing Director del World Economic Forum. Sebbene i rischi ambientali siano predominanti nel lungo termine, queste sfide immediate richiedono soluzioni altrettanto rapide per evitare che si inneschino effetti a cascata su scala globale. Un’azione coordinata e multilaterale è fondamentale per ridurre la frammentazione e promuovere una maggiore stabilità.
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