Riflettori sullo stop ai tifosi di Rimini. Incontro chiesto dalla società: fumata scura

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“Porte aperte ai tifosi riminesi al derby di domenica? È molto difficile. Le percentuali sono molto basse, ma non escluderei qualche novità”: sono pessimistiche ma realistiche, le parole di Riccardo Pinza e Giuseppe Fabbri, due dei soci della Fondazione Pallacanestro 2.015 (il terzo presente era Stefano Raffoni) che ieri hanno incontrato il prefetto Rinaldo Argentieri e il questore Claudio Mastromattei. Argomento sul tavolo il divieto di trasferta ai tifosi riminesi al derby di domenica al Palafiera.

Dopo un faccia a faccia di un’ora e mezza Pinza ha detto: “È stato un incontro molto costruttivo con due persone di valore che hanno capito le esigenze di una piazza e di una città come la nostra. Come società abbiamo espresso forte disappunto per la decisione presa. Non so se possa servire per far cambiare la situazione in vista di domenica, ma spero che quanto emerso possa servire per ripristinare almeno in futuro le condizioni che tutti noi vorremmo all’interno di un palazzetto: un impianto pieno, cori e sfottò da ambo le parti”.

Il riferimento è alla prossima gara ‘calda’, quella di domenica 13 aprile quando a Forlì arriverà la Fortitudo Bologna e, forse, i suoi numerosi tifosi. Pinza precisa: “La volontà è questa e ci stiamo lavorando. Ovviamente il mancato verificarsi nelle prossime settimane e nei prossimi mesi di episodi negativi favorirà la possibilità di trasferte libere per i nostri tifosi e viceversa. Come società abbiamo fatto e faremo il possibile per difendere i nostri sostenitori e dar loro la possibilità di seguire la squadra in trasferta, ma a loro chiediamo di tenere comportamenti che non pregiudichino il nostro sforzo e quello della stragrande maggioranza della nostra gente, per poter ragionevolmente dire un domani che il rischio e il timore di scontri si è affievolito”.

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È stato affrontato anche il tema del danno economico legato al minore incasso che la società subisce da una simile decisione: “L’abbiamo espresso in maniera molto chiara e diretta”, ha detto Giuseppe Fabbri.

Ai tre soci della Fondazione il prefetto e il questore hanno motivato la decisione che deriva da disposizioni molto robuste a livello ministeriale: “Il divieto – continua Pinza – nasce dal rischio di confronti fra persone in occasione della partita, con la possibilità che i riminesi e i loro alleati possano scontrarsi con i forlivesi e i loro alleati. E nell’istruttoria sono citati episodi che hanno visto coinvolti anche i nostri tifosi, sebbene si parli di poche persone sia da parte forlivese, sia da parte riminese”.

Fabbri ribadisce un altro punto importante: “Ci siamo presentati a questo incontro non solo come proprietari del club, ma anche e soprattutto in rappresentanza dei tifosi, della gente che ama il basket e della passione di una città”. Come ha detto Pinza “tutte le carte sono sul tavolo, ma non possiamo svelare nulla. Se non che esiste da parte nostra la disponibilità come società anche di rafforzare il nostro servizio di ordine pubblico all’interno dell’impianto”.

Ieri a fronte della decisione del divieto di trasferta si è espresso anche il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad: “Spero si possa ripensare al divieto”, auspica il primo cittadino postando una foto del datato articolo di stampa che racconta la trasferta a Vigevano di 19 pullman di tifosi della Marr. “Oggi vieterebbero anche questa? Il futuro dello sport, e di una società intera, non può essere ascritto alla logica del coprifuoco, del tutti a casa”, prosegue Sadegholvaad, ricordando le sue di trasferte, a Vigevano, Cesena, Forlì, Pesaro e Bologna. Fanno parte del “mito di Rimini: un mito non solo sportivo ma identitario”. Dunque la domanda nasce spontanea: “Se si riusciva a gestire allora tutto questo come non può essere gestito oggi? È accettabile che isolati episodi, inaccettabili e censurabili sotto ogni punto di vista, penalizzino ormai in maniera sistematica centinaia, migliaia di veri appassionati di ogni età?”.

Se il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, non ha voluto commentare, lo ha fatto l’assessore allo sport Kevin Bravi: “Abbiamo chiesto alla prefettura se c’era l’opportunità di rivedere la posizione e ci hanno detto di no. Non ci sono, al momento, spiragli affinché la decisione venga rivista: è stata presa dal Centro Nazionale di Informazione sulle Manifestazioni Sportive. Rilevo che sono 21 le gare, di sport vari, che nel weekend si giocheranno a porte chiuse o con limiti di accesso per le tifoserie”.

Bravi incontrerà ora i quattro gruppi di ultras dell’Unieuro “per cercare un dialogo costruttivo”. Ultras che hanno chiesto agli abbonati (e l’assessore lo è) di disertare la partita di domenica. “Sarò al PalaGalassi – dice Bravi –, sStarò vicino alla squadra della nostra città, pur comprendendo le ragioni della nostra tifoseria”.



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