I primi vent’anni di Benedetta Pilato: la stella tarantina del nuoto si confessa

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L’esperienza delle Olimpiadi di Parigi 2024 ha consegnato allo sport italiano una Benedetta Pilato sicuramente più matura, non solo come sportiva ma soprattutto come persona. Le affermazioni riportate alla stampa post podio mancato nei 100 rana olimpici hanno fatto decisamente «rumore», dimostrando che una sconfitta non deve necessariamente prefigurare una delusione. Abbiamo raggiunto Benny telefonicamente subito dopo il suo allenamento pomeridiano nella piscina olimpionica del Palazzo del Nuoto del capoluogo piemontese per un’intervista in esclusiva per il nostro giornale. Nella parole della tarantina, scopriremo la consapevolezza di essere sulla breccia mondiale da cinque anni, quando quattordicenne si affacciò nel mondo dei grandi del nuoto vincendo l’argento mondiale con i capelli colorati dalle compagne di squadra della Nazionale, il rito di iniziazione a cui si sottopongono gioiosamente tutti i nuovi arrivati, ma anche dell’atleta che a vent’anni, che compirà dopodomani, ha chiaro nella testa chi è oggi e dove vuole arrivare. Sia nella vita che nello sport .

Benedetta Pilato, ha dimostrato che essere in gara non è solo un “contro” ma è anche un “con” e quindi ha espresso con lacrime di gioia che aver gareggiato con le migliori specialiste del mondo ed essere, in quell’occasione, stata battuta per un solo centesimo, può portare ad essere felice. Con il senno di poi e a distanza di cinque mesi, hai metabolizzato il tutto, resta della stessa opinione?

«Gareggiavo con le migliori al mondo, ma ero anche io una di loro, per fortuna. In realtà la penso ancora allo stesso modo, la mia reazione è stata spontanea. Magari adesso mi rode un po’ di più perché la mia vita sarebbe cambiata sicuramente, ma in realtà mi sento molto tranquilla».

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La sua vita è decisamente cambiata da quando ha deciso di recidere il cordone ombelicale con la sua Taranto, la famiglia, l’allenatore di sempre, Vito D’Onghia, il coach che l’ha scoperta ed allenata dal primo tuffo in piscina fino a Tokyo 2021. Adattarsi alla nuova vita da “fuori sede” è venuto naturale o ha incontrato difficoltà nel catapultarsi a Torino?

«In realtà no, avevo proprio l’esigenza di cambiamento, la città purtroppo mi stava stretta. Sentivo la necessità di andare via, mi sono adattata molto velocemente a Torino e di questo sono molto contenta».

Con Antonio Satta, il suo allenatore in Piemonte, ha trovato l’equilibrio che occorreva per poter esaltare ancora di più le sue caratteristiche?

«Penso di sì, sicuramente ci stiamo ancora conoscendo però ci vogliamo tanto bene, il nostro rapporto è sicuramente diverso rispetto a quello che avevo con Vito, sono due rapporti che si sono creati in due fasi della mia vita diversi, sono molto contenta».

Avere in corsia durante l’allenamento quotidiano atleti come i compagni di Nazionale Ludovico Viberti e Alessandro Miressi è sicuramente uno stimolo per allenarsi sempre al top: come vive il rapporto quotidiano con il team?

«Ho deciso di cambiare anche per questo, venivo da un contesto in cui mi allenavo praticamente da sola, in realtà è uno stimolo di cui avevo necessità».

Ha di recente acquistato casa a Torino, una scelta che sicuramente configura una lunga permanenza nella città sabauda. Come è il mondo di Benny nella quotidianità e quando stacca dalla piscina?

«Comprare casa non mi lega in nessun modo a questa città, io mi trovo molto bene ma nel momento in cui le cose non dovessero andar bene sarò la prima a cambiare. Il tempo libero? Poco, adesso inizio a frequentare l’Università, spero di dedicarmi anche a quello, sono ancora impegnata con il trasloco e quindi l’assestamento non è ancora finito. Ma sono a buon punto».

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Vive lontano da casa da quasi due anni. Ha portato nella sua nuova casa qualcosa dalla Puglia che ricorda il legame con la a famiglia?

«No, la mia famiglia c’è a prescindere da tutto. Per cui no».

Lei è nel mondo social con un profilo personale su Instagram. Che rapporto ha con questo strumento di comunicazione?

«Penso che sia, soprattutto per la mia generazione, uno strumento importante. Ma bisogna stare attenti, perché può essere pericoloso. Spesso mi sento in dovere di condividere il mio pensiero».

Ha avuto il coraggio di affrontare in prima persona, esponendo le tipiche problematiche che rappresentano il passaggio “fisico” dall’essere adolescente all’entrare nel mondo degli adulti, argomenti che una volta erano un vero e proprio tabù. L’esporsi nel portare la pesonale esperienza del cambiamento del corpo, l’ha trasformata in un punto di riferimento con le sue coetanee? Ha ricevuto messaggi di altre ragazze che chiedevano consigli?

«Consigli veri e propri no, ho ricevuto messaggi di chi era interessato alla mia situazione, magari ho aiutato qualcuno, ma spesso non è stato palesato».

Dopo le Olimpiadi ha “ispirato” il presidente della Repubblica Mattarella nell’iniziativa di portare al Quirinale non solo i medagliati ma anche i tanti “quarti posti” che hanno caratterizzato tutte le discipline sportive di Parigi 2024.

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«Io ho un bel rapporto con il Presidente, ormai ci sono stata più volte, è una bravissima persona. Quell’incontro è stato uno dei messaggi più importanti che sono venuti fuori dalla dinamica e dalla polemica che c’è stata, sono molto contenta di tutto ciò».

Siamo in pieno inizio del nuovo quadriennio olimpico che ci porterà a Los Angeles nel 2028, quali saranno gli obiettivi stagionali per Benedetta Pilato?

«Le Olimpiadi? Basta… l’anno scorso eravamo a un anno da di Parigi, adesso quattro prima di Los Angeles… Ci sono i Mondiali e ci concentriamo su quello. Delle Olimpiadi se ne parleràa nel 2027».

Lei è abituata a vincere e a salire su podi importanti: come guidica, con un solo aggettivo, il 2024 appena passato dal punto di vista dei risultati?

«Vincente! È stata una delle stagioni più vincenti. Magari non dal punto di vista del medagliere, ma per i risultati conseguiti sì. Sono soddisfatta, avevo cambiato tutto della mia vita, quindi mi dovevo anche tanto abituare».

Al 2025 che si appresta a vivere sportivamente parlando, quale aggettivo vorrebbe invece regalare?

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«Tranquillo! Il post olimpico non è stato facile, ho avuto tante cose da fare ma ora sono tranquilla, c’è tanto lavoro da fare e anche tanto tempo per prepararsi».



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