Da Agus alla Canalis, sardi al timone del festival di Sanremo

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La Sardegna è sempre stata protagonista al festival di Sanremo, sia in gara che tra i padroni di casa, ma questa volta schiera una doppietta di co-conduttori in una delle serate più attese della kermesse, ovvero la serata delle cover. Venerdì 11 febbraio, infatti, al fianco di Carlo Conti ci saranno Geppi Cucciari, sardissima di Macomer (ma nata a Cagliari con radici a Luogosanto), e Mahmood, che, seppur nato a Milano, non manca mai di sottolineare il suo sentirsi sardo per parte di madre, oroseina. In realtà, per entrambi si tratta di un ritorno a Sanremo.

Geppi Cucciari era stata super ospite al festival di Gianni Morandi del 2012, quando dal palco dell’Ariston lanciò anche un appello per la liberazione di Rossella Urru, la cooperante di Samugheo rapita in Algeria, e poi fece il bis nel 2017 quando alla conduzione c’era Carlo Conti con Maria De Filippi.

Questa volta Conti l’ha voluta proprio al suo fianco come co-conduttrice. Insieme a lei appunto Mahmood, che di festival ne ha vinti due – nel 2019 con “Soldi” e nel 2022 “Brividi” in tandem con Blanco -, mentre l’anno scorso è arrivato quinto, ma la sua “Tuta gold”, che nella serata delle cover ha visto anche l’esibizione dei Tenores di Bitti, è stata la canzone più venduta dell’ultimo festival targato Amadeus.

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Prima di Cucciari e Mahmood sono stati diversi i sardi protagonisti del festival, e non solo tra i cantanti in gara. Il primo è l’attore cagliaritano Gianni Agus, conduttore con Fulvia Colombo, dell’edizione 1958, quella del trionfo di Domenico Modugno e Johnny Dorelli con “Nel blu dipinto di blu”. L’anno dopo ad affiancare Enzo Tortora è l’attrice Adriana Serra, già miss Italia, nata a Milano, ma di origine sarda. Poi un salto fino al 1988, quando a condurre la kermesse insieme a Miguel Bosè viene chiamata Gabriella Carlucci, algherese di nascita, che farà il bis nel 1990 insieme a Johnny Dorelli. Nel 1997 dopo l’era Baudo la Rai si riaffida a Mike Bongiorno, che vuole accanto a sé Piero Chiambretti e Valeria Marini. La showgirl cagliaritana, regina del Bagaglino, allora è all’apice della sua carriera e sbaraglia la concorrenza agguerrita di attrici e conduttrici che avrebbero voluto calcare il palco dell’Ariston.

Ma il più filosardo tra tutti i conduttori è stato Gianni Morandi. Nel 2011 sceglie come partner, insieme a Belen Rodriguez, anche Elisabetta Canalis. E l’anno dopo vuole ancora l’ex velina sassarese per la serata di apertura del suo secondo festival. Edizione che nella finalissima ha come ospite Geppi Cucciari, che torna al festival anche nell’edizione 2017, ospite di Carlo Conti e Maria De Filippi.

L’anno prima, invece, Conti vuole all’Ariston Pino e gli Anticorpi, il gruppo comico sassarese lanciato da Zelig che fa registrare il picco di share della serata del venerdì, mentre nel 2015 sceglie Angelo Pintus, comico triestino figlio di genitori sardi. Nel 2014 Fabio Fazio chiama due sarde un po’ insolite per il palcoscenico sanremese: l’allora direttrice del museo Mart di Rovereto (e già del Man di Nuoro) Cristiana Collu, madrina della esibizione di Noemi, e la violinista cagliaritana Anna Tifu, tra i componenti della giuria di qualità. Tra i sardi alla kermesse canora da ricordare anche la ballerina e pittrice Simona Atzori, priva di braccia dalla nascita, voluta da Morandi nel festival del 2012.

Un anno fa, invece, il Prima festival, ovvero il programma che va in onda prima di ogni serata, era stato affidato a Dany Cabras, sardo di Domus de Maria, insieme a Mattia Stanga, Paola e Chiara. Quanto alla gara a Sanremo la Sardegna ci è arrivata tardi, 15 anni dopo “Grazie dei fiori”.

Il primo nel 1965 fu un 23enne di Telti, Vittorio Inzaina, muratore. Al timone c’era Mike Bongiorno. Era l’epoca dei duetti con gli artisti stranieri: Inzaina si presenta in coppia con Les Surfs, un gruppo del Madagascar. La loro canzone, “Si vedrà”, taglia il traguardo della finale ma vince Bobby Solo. Il 1968 è l’anno del debutto al festival di Marisa Sannia. Si presenta in coppia con Ornella Vanoni col brano “Casa bianca”, scritto da Don Backy. È un trionfo: secondo posto dietro Sergio Endrigo e mezzo milione di dischi venduti.

Nel 1970 il festival consacra un altro sardo, Angelo Sotgiu, membro dei Ricchi e Poveri. Gallurese di Trinità d’Agultu, Sotgiu e il suo gruppo debuttano a Sanremo con “La prima cosa bella” in coppia con Nicola di Bari. È subito secondo posto. E l’anno dopo insieme a Josè Feliciano con “Che sarà”, diventato un evergreen della musica italiana, sono di nuovo secondi. I Ricchi e Poveri torneranno a Sanremo altre 11 volte. Nel 1977 un gruppo di ventenni di Olbia, i Collage avevano vinto il festival di Castrocaro e a Sanremo sfiorano il bis: secondi dietro gli Homo sapiens, ma la loro “Tu mi rubi l’anima” conquista la vetta della hit parade. Undici anni dopo, nel 1988, i sassaresi Ice seguono lo stesso percorso dei Collage. Vincono Castrocaro e si ritrovano all’Ariston con un brano – per la prima volta nella storia del festival – in limba: Mama scritto da Piero Marras. Nel 1991 la limba conquista Sanremo con i Tazenda, la band sassarese formata da Andrea Parodi, Gino Marielli e Gigi Camedda. Insieme a Pierangelo Bertoli infiammano l’Ariston: pubblico tutto in piedi per “Spunta la luna dal monte”. In quella edizione i Tazenda con Bertoli si classificano al quinto posto, l’anno dopo ritornano con “Pitzinnos in sa gherra”, arricchito dai versi scritti da Fabrizio De André.

Per rivedere un artista sardo a Sanremo bisogna aspettare l’epoca dei talent. Dopo 16 anni sbarca all’Ariston Marco Carta, il giovane cagliaritano reduce della vittoria ad Amici di Maria De Filippi. Nella serata dei duetti Carta si affida ai Tazenda. Il suo brano, “La forza della vita”, non ha rivali e con oltre il 60 per cento al televoto stravince il festival targato Paolo Bonolis. La Sardegna fa il bis l’anno successivo con Valerio Scanu, anche lui ex Amici, con “Per tutte le volte che”. Il cantante maddalenino viene eliminato la seconda sera, ma viene ripescato e conquista la finale e poi la vittoria. Scanu tornerà nel 2016, ma deve accontentarsi del 13esimo posto.



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