A Formello è tempo dei ritorni. Le rassicurazioni su Zaccagni di cui riportavamo negli scorsi giorni sono state confermate. Il capitano rientra in gruppo dopo due giorni di inattività per affaticamento muscolare e si candida per Verona. Non avrà i 90 minuti, ma si riprenderà il posto da titolare sulla corsia mancina. Facendo scalare Nuno Tavares – ieri provato da ala al suo posto – nella consueta posizione di terzino sinistro di spinta. Rientrato da giorni lo spagnolo Pedro (andrà in panchina al Bentegodi), questa mattina si è rivisto anche Tijjani Noslin, che da ex non vuole perdersi la gara di Verona e – avendo preso parte alla sgambata mattutina – va verso la convocazione. Il nuovo arrivato Arijon Ibrahimović sarà certamente nell’elenco di mister Baroni, con Tchaouna squalificato dopo il rosso rimediato contro il Como. Isaksen, al netto delle sirene di mercato, non sembra avere competitor sulla catena di destra, dove Hysaj è avanti nel ballottaggio con Marusic. In avanti Dia è testato regolarmente dietro a Castellanos, il senegalese tornerà dal 1’ nella posizione di trequartista. Nella rifinitura di domani il tecnico scioglierà i dubbi in difesa: Gila (al rientro dalla squalifica), Romagnoli e Gigot si giocano due posti al centro della retroguardia. Se ieri aveva provato il francese, oggi l’ex OM è stato tenuto a riposo. Data la squalifica in Europa League, sembra comunque favorito su Romagnoli, cui potrebbe essere concesso un turno di riposo in vista della Real Sociedad.
PAROLA AL DIRETTORE
Al termine dell’allenamento, all’inizio del pomeriggio è intervenuto ai microfoni ufficiali del club il direttore sportivo Angelo Fabiani, per un punto sulle recenti vicende biancocelesti e – soprattutto – sul calciomercato, che chiuderà i battenti il prossimo 3 febbraio. «Voglio chiarire il tema dell’indice di liquidità. Si tratta di un istituto che riguarda tutti, non solo la Lazio. Si risolve se uno fa delle uscite, non impedisce quindi di fare operazioni in entrata. Il tutto poi va inserito nelle politiche di ogni singola società. Noi alla Lazio abbiamo iniziato un nuovo percorso, partito qualche tempo fa. Dissi che questo percorso sarebbe durato almeno 3 anni, come tutti i cicli. Quest’estate mi sono preso la responsabilità, condivisa con la proprietà, di dare vita a un nuovo corso. Ci furono critiche giustificate, perché costruttive, ma quando uno ha un modus operandi lo deve attuare per il bene di società e tifosi. Abbiamo portato Baroni, una mia scelta condivisa con Lotito. Abbiamo iniziato un campionato dove, al netto di qualche battuta d’arresto e di punti persi per questioni di casualità, abbiamo fatto un girone di andata importante. In Europa ci siamo contraddistinti, speriamo di fare quei punti che ci eviterebbero i playoff, mandandoci direttamente agli ottavi. Abbiamo fatto cose positive, non voglio dire straordinarie. Siamo andati anche sopra le aspettative iniziali. Da qui una considerazione: quando qualcosa funziona, perché fare innesti che non siano funzionali nell’immediatezza? Ad oggi non abbiamo trovato la funzionalità dei ragazzi visionati nella talent room. In altri casi, non abbiamo ritenuto che il rapporto qualità-prezzo fosse in linea con il valore che i nostri osservatori hanno dato al singolo calciatore. Abbiamo preso un 2005, Arijon Ibrahimović, che ho voluto inserire nel contesto della prima squadra, è stata una mia scelta. Con Baroni abbiamo condiviso Noslin, con lui abbiamo condiviso anche questo ragazzo giovane dal Bayern Monaco. Noi faremo soltanto operazioni che possano migliorare la rosa, ad oggi non ce ne sono. Il mercato di gennaio è mercato di riparazione, ma noi siamo partiti con 4 pneumatici gonfi.
Se da qui alla fine si presenta un’opportunità, non ci tireremo indietro, e non sarà l’indice di liquidità a impedircelo. Abbiamo fatto delle scelte in estate, Baroni ha fatto un ottimo lavoro. Non andrò fuori da questo modo di operare, che attuo da quando sono nel mondo del calcio. Non vado dietro a sirene o sentimenti di ogni genere, anche se capisco che dall’altra parte si possa ragionare in maniera diversa ed è giusto che sia così. Devo ragionare in base alle esigenze della società e del gruppo, che fin qui ha fatto cose buone. Siamo finiti al 4° posto nel girone di andata, e i numeri devono pur valere qualcosa! Si può sempre migliorare, ma spesso si può peggiorare in un attimo. Il calciomercato non deve essere una moda, ma un’esigenza: io non vado dietro le mode».
Casadei, Fazzini, Belahyane: cosa c’è di vero?
«Noi guardiamo centinaia di giocatori, io devo prendere giocatori funzionali. Noi abbiamo fatto un’offerta all’Empoli per Fazzini perché oggi può essere un giocatore di prospettiva, che in 2 o 3 anni può diventare il nuovo Rovella o il nuovo Tonali, ma per fare un matrimonio bisogna essere in due. I migliori affari sono quelli che non si fanno, questo vale per Fazzini, per Casadei, per Belahyane».
Si è presa in considerazione la possibilità di cedere un calciatore per fare cassa?
«Ci hanno chiesto 6 o 7 giocatori, parlo del top delle squadre in Italia, anche delle squadre estere. Se noi diamo via un giocatore perché dobbiamo fare cassa, andiamo contro il nostro credo: dico che c’è un programma di 3 anni e poi mi privo di un mio pezzo importante? Sarebbe contraddittorio. Ci è stato chiesto Rovella, poi Dele-Bashiru, Castellanos, Nuno Tavares. Molti dei nostri sono appetibili sul mercato, ma noi non dobbiamo smontare la squadra ma completarla. Migliorare un centrocampo come il nostro non è facile. Prendere tanto per prendere non ha senso. E allora perché Ibrahimović? Perché a Frosinone ha fatto bene e ha delle qualità, che se confermate ci faranno fare un investimento per un giovanissimo. Io non prendo i 32enni, perché vorrei andare su un modello Feyenoord, voglio giocatori giovani che hanno fame e voglia di emergere. Fu preso Mario Gila, sembrava uno scappato di casa, non giocava mai. Lo ha costruito la Lazio, oggi rappresenta una pedina appetibile sul panorama mondiale, ci è richiesto da tutti per le sue prestazioni».
Castrovilli è una scommessa persa?
«No, sapevamo fosse un giocatore con un passato difficile, ha trovato poco spazio e ne chiede di più, dipende anche dagli equilibri dell’allenatore. Se vuole avere più spazio e cambiare casacca, prenderemo in esame anche questa eventuale richiesta da parte del calciatore. Se i numeri hanno un senso, sono sotto gli occhi di tutti. Andremo a individuare soltanto calciatori funzionali a risultati sempre più importanti. Non mi esalto, tengo i piedi a terra, ho equilibrio perché il calcio può smentirti ogni giorno, vivo le vittorie come le sconfitte, anche se poi quando perdo non riesco a prendere sonno».
Quanto è logorante l’ambiente di Roma per un dirigente? Quanto conta prendere gente di personalità?
«Basta essere dei professionisti e dire sempre la verità. Io non mi faccio prendere dall’entusiasmo, mi ritengo abbastanza equilibrato. Prima di prendere un giocatore faccio il giro di 7 chiese, mi confronto con più persone e collaboratori. Guardo al motore, agli infortuni, alle sue accelerazioni, ai km percorsi, alla struttura. Oggi il calcio va verso la più completa fisicità. Ibrahimović è un 2005 preso in prestito con diritto di riscatto, se si metterà in mostra lo riscatteremo, bisognerà vedere se riuscirà a mettere le sue doti innate in pratica. Ho parlato con Angelozzi che lo ha avuto, me ne ha parlato benissimo. Ma è un ragazzo del 2005, la Roma ha Pisilli che lo scorso anno era in Primavera e quest’anno gioca con la prima squadra. Non parto mai prevenuto».
Isaksen può partire? Ci sono delle richieste per lui? Zaccagni resterà a Roma?
«Tutti sono cedibili, nessuno incedibile. Se c’è una richiesta per Isaksen, la società valuta il sostituto e se il sostituto dà garanzie, lo prendiamo in considerazione. Altrimenti Isaksen non si muove dalla Lazio. Il danese ha alti e bassi ma in alcune gare è stato determinante. Ai giovani va dato il tempo per maturare, gli vanno perdonati gli errori, altrimenti saremmo poco seri. Ho le idee chiare. Ora sta nascendo il “Baronismo”, speriamo non lo mandi fuori giri, conoscendolo non credo che il mister si farà prendere dall’entusiasmo».
C’è mercato sul secondo portiere Mandas?
«Sì, oggi Mandas è il 2° portiere, ha giocato tutte le competizioni europee e chi lo avrebbe mai detto quando la società lo ha preso? Il ragazzo è cresciuto e la società non vuole privarsene».
La ricerca di un nuovo difensore è dettata anche dalle preoccupazioni su Patric? Come sta Vecino?
«Da lunedì Patric ricomincia a lavorare, staremo a vedere. Vecino è in via di guarigione, non credo possa essere a disposizione prima di 15 giorni, ma bisogna essere onesti: nei momenti topici, questi ragazzi hanno fatto cose straordinarie».
Basic e Hysaj sono utili a questa rosa?
«Lazzari ha avuto un altro infortunio, Hysaj in questo momento è parte integrante della rosa e lo è stato anche in Coppa Italia contro il Napoli. I fuori rosa non sono stati scaricati, hanno fatto una vita di gruppo assieme a tutti i compagni, li abbiamo rispettati e non li abbiamo fatti allenare a parte. Si tratta di due ottimi giocatori, può darsi che torneranno utili alla causa della Lazio».
C’è qualcuno in Primavera che può dare una mano alla prima squadra?
«No, non ci sono giocatori pronti a fare il grande salto, questo potrà accadere in qualche anno. Ho ereditato il settore giovanile, abbiamo vinto campionato e supercoppa ma questo non basta per intravedere elementi funzionali a Baroni nell’immediatezza. Ci vuole tempo. Di Floriani Mussolini e Ruggeri si parla un gran bene, si stanno facendo le ossa lontano da Roma».
Come placare questo circo attorno al falconiere?
«Su questa vicenda dovrebbe calare il sipario. Il falconiere, Juan, ha chiesto scusa e si è reso conto di aver fatto una cosa che non doveva fare. Si è pentito, adesso c’è chi può accettare le scuse e chi no. Oggi è in convalescenza, la salute è un diritto costituzionalmente riconosciuto e finché ci sarà un certificato medico noi gli daremo supporto. Poi la situazione verrà affrontata, la Lazio ha emesso un comunicato sin da subito. Mi dispiace che attorno a questa debolezza si stia speculando. Si tratta di una cosa seria, ognuno di noi è padrone di fare ciò che vuole del proprio corpo. Ma noi abbiamo un codice etico, è come se io mi ubriacassi nel centro di Roma e dessi in escandescenze. Noi che siamo esposti mediaticamente dobbiamo privarci di alcune debolezze, mettiamola così. Dobbiamo avere una condotta che deve essere d’esempio per i bambini, le bambine, i genitori, le famiglie. Il nostro codice interno va rispettato da parte di tutti. Invito Juan ad avere un atteggiamento diverso, ci ho parlato e mi ha detto di aver fatto una leggerezza. Non deve prestare il fianco a chi vuole fare gossip. Dovremmo un po’ tutti utilizzare un po’ di buon senso».
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