la Giunta approva la proposta di “Abbellimento Via dei Mulini e sistemazione Piazza Matteotti” –

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Nell’ambito dell’istituto della “democrazia partecipata”, che obbliga i Comuni a spendere il 2% delle risorse trasferite dalla Regione, mediante strumenti che coinvolgano la cittadinanza per la scelta di azioni di interesse comune, pena la restituzione delle somme non utilizzate, la Giunta municipale di Francavilla di Sicilia, con atto n. 225 del 31 dicembre 2024, ha approvato all’unanimità la proposta di deliberazione relativa a “Democrazia partecipata anno 2024. Presa d’atto risultanze e approvazione “Documento sulla Partecipazione” ed assegnazione somme”.

Si tratta, in sostanza, del documento amministrativo con il quale il Comune ha accolto, in quanto ritenuta realizzabile (“previa redazione di un computo metrico dei costi”) l’idea-progetto proposta da Marzia Vaccaro tra le cinque aree tematiche individuate con delibera di giunta n. 101 dello scorso 25 giugno: spazi e aree verdi, attività socioculturali, educative, sportive e scolastiche, ambiente, ecologia e sanità, viabilità rurale e urbana, lavori pubblici.

Il piano, “l’unico presentato”, per un costo di 16.407,56 euro, prevede la “realizzazione di un murales artistico lungo la Via dei Mulini, l’installazione di vasi e suppellettili nonché la sistemazione di Piazza Matteotti”.

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Antistante al palazzo comunale, Piazza Matteotti è adibita sia a parcheggio che ad area pedonale, una zona che dovrebbe essere come un biglietto da visita della cittadina dell’Alcantara, perché ubicata proprio davanti alla fermata degli autobus di linea e turistici, nonché in prossimità della centralissima Piazza Annunziata, su cui si affacciano i principali edifici pubblici e religiosi della cittadina.

Le criticità in questa parte del paese riguardano prevalentemente l’area di sosta degli autoveicoli: avvallamenti e buche nella pavimentazione (che diventa un acquitrino in caso di pioggia), muretti ammalorati, canali di scolo ostruiti da terra e vegetazione, alcuni lampioni non funzionanti, stalli di sosta sbiaditi e poco chiari; inguardabile l’aiuola della rampa di uscita dal parcheggio.

Nel mezzo dell’area pedonalizzata si erge una monumentale fontana in bronzo (realizzata nel 2005), in origine illuminata con giochi di luce, (“Finanziamento regionale a fondo perduto per circa 112 mila euro”) simboleggiante i fiumi Alcantara, San Paolo e Zavianni, dalle cui cannelle però non sgorga più una goccia d’acqua da molto tempo, per cui sarebbe auspicabile il suo ripristino insieme agli altri interventi programmati.

In effetti, non c’è nulla di più triste di una fontana priva del suo elemento essenziale, cioè l’acqua, sia che si tratti di una fonte per dissetarsi o di una composizione artistica, antica o moderna.

E piange il cuore vedere il vuoto lasciato dal fluido nelle tante fontane decorative (non considerando quelle antiche) che “adornano” la cittadina dell’Alcantara, in paese se ne contano almeno quattro, dislocate in vari punti dell’abitato, all’interno di parchi pubblici e aree pedonali, tutte a secco ormai da diversi anni (come quella di Piazza Matteotti), prevedibilmente per il cattivo funzionamento di parti idrauliche, meccaniche o elettroniche, dovendo escludere lo spegnimento delle stesse per motivi di risparmio idrico, trattandosi di opere provviste (si presume) del sistema di ricircolo dell’acqua.

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Al centro di quest’area si trova una grande vasca fontana, originariamente impreziosita con giochi d’acqua e illuminazione artistica, ma l’immagine che si presenta oggi è desolante: faretti e zampilli ricoperti di ruggine e calcare emergono in uno strato di acqua stagnante.

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È il salotto estivo del paese, un’area pedonale di grandi dimensioni utilizzata per esibizioni musicali e manifestazioni di vario tipo.

Quasi a metà del piazzale spicca la grande fontana “Mulino”, realizzata nel 2006 con un “Finanziamento regionale a fondo perduto per 90 mila euro”, la cui ruota di metallo non gira più da tempo per mancanza d’acqua; gli ugelli raffiguranti rane e granchi galleggiano nel vuoto. L’opera intende(va) rappresentare simbolicamente l’antico sistema produttivo locale, oramai scomparso, costituito da numerosi mulini ad acqua un tempo presenti sul territorio di Francavilla.

Il “Giardino della vita”

Grazioso (ma non valorizzato) spazio adiacente al municipio, al cui interno è situato un complesso scultoreo e pittorico denominato “Verso la vita” (ma di vita qui ce n’è ben poca essendo la struttura quasi sempre chiusa al pubblico); la piazzetta comprende anche una vasca rettangolare con le sagome di due bambini in equilibrio su di essa simboleggiante “l’acqua rigeneratrice della vita”.

Un discorso a parte meriterebbero poi le fontane storiche del paese, come il manufatto di Piazza San Paolo (XVII sec.), depredato nel corso degli anni con il furto di gran parte degli elementi architettonici ornamentali (mascheroni e tritoni).

L’elenco continua con la fontana (non più esistente) della Conceria, alla quale, secondo una leggenda, si sarebbe dissetato l’imperatore Carlo V d’Asburgo mentre era in transito nella cittadina dell’Alcantara proveniente da Palermo e di ritorno dalla spedizione in Tunisia. Smontata negli anni Settanta del secolo scorso per far posto all’attuale Piazza Matteotti, la fontana non è mai più stata riassemblata; alcune parti dell’opera sarebbero custodite nelle sale di Palazzo Cagnone.

Sempre in quegli anni stessa sorte toccò alla più “fortunata” fontana di Piazza Sperlinga, in pietra arenaria, costituita da tre vasche sormontate da un piccolo obelisco. All’epoca, espansione demografica e benessere economico diedero il via ad un forte sviluppo urbanistico di Francavilla, con apertura di nuove strade e piazze, e la scultura architettonica si trovava proprio sull’asse della costruenda via Libertà. Risultato: la fontana fu tagliata in blocchi e poi ricomposta nell’attuale sede di Piazza San Francesco.

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Concludiamo con l’ottocentesca fontana della Vena o dei “Diciottu schicci”, nei pressi del torrente San Paolo, una struttura adibita anticamente ad abbeveratoio e lavatoio, a forma di arco costruita in arenaria e pietra lavica: oggi è diventata luogo di ritrovo e raffrescamento (quando c’è l’acqua) in occasione di feste di quartiere.

Insomma, quella delle fontane di Francavilla è una vicenda lunga e travagliata, che merita di essere affrontata, mettendo in campo un progetto di graduale recupero delle opere più recenti, vuoi per motivi di decoro urbano, essendo anche le fontane elementi di socialità ed aggregazione ma, soprattutto, perché l’acqua e il suo utilizzo negli antichi manufatti locali (mulini, acquedotti, lavatoi, gli stessi fiumi Alcantara, San Paolo, Zavianni che perimetrano e connotano l’abitato di Francavilla), rappresenta per la cittadina dell’Alcantara una componente importante della sua storia, un legame identitario con il territorio e con il passato.

Luigi Lo Presti

 

 

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