“Dissòi Lògoi al Telegiornale” di Ivan Pozzoni: Ironia e Satira sull’Informazione

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Quando le notizie si sdoppiano: un’analisi ironica dell’informazione
Con la sua poesia “Dissòi Lògoi al Telegiornale”, Ivan Pozzoni offre una riflessione dissacrante sul panorama dell’informazione contemporanea, dove le notizie sembrano sdoppiarsi, contraddirsi e plasmarsi a seconda delle prospettive offerte dai media. Attraverso un linguaggio ironico e una struttura ritmica incisiva, Pozzoni denuncia la confusione generata dal modo in cui le notizie vengono raccontate, lasciando il pubblico disorientato e spesso manipolato.

Il significato di Dissòi Lògoi: la molteplicità dei punti di vista
“Dissòi Lògoi” è un termine greco che si riferisce alla tecnica retorica di esporre argomenti opposti per una stessa questione. Pozzoni utilizza questa figura per mettere in luce la frammentazione e la distorsione dell’informazione. I temi trattati spaziano dai fatti di cronaca alle politiche nazionali e internazionali, mostrando come la narrazione mediatica diventi un campo di battaglia per versioni contrastanti della realtà.

I temi affrontati nella poesia

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  1. La cronaca e l’identità culturale: Pozzoni affronta il tema delle etichette culturali nei media, sottolineando come l’origine etnica spesso sovrasti i fatti reali, deformandoli.
  2. Le politiche nazionali e le contraddizioni del linguaggio politico: L’autore evidenzia le incongruenze della retorica politica, con un riferimento ironico a Salvini e alle politiche migratorie.
  3. Le dinamiche globali e la manipolazione dell’informazione: L’inclusione di Xi Jinping e dell’iniziativa One Belt One Road pone l’accento su come l’informazione economica e politica sia spesso filtrata da interessi geopolitici.
  4. La responsabilità del pubblico: Concludendo con una nota critica verso lo spettatore, Pozzoni invita a riflettere sull’importanza di un approccio critico verso le notizie.

Ivan Pozzoni è un autore, poeta e critico italiano noto per il suo approccio ironico e tagliente alla scrittura. Attraverso le sue opere, Pozzoni esplora i temi della società contemporanea con un linguaggio provocatorio e incisivo. La sua capacità di unire riferimenti culturali e critica sociale lo rende una voce unica nel panorama letterario italiano. Il suo lavoro si distingue per l’abilità di combinare ironia, riflessione e denuncia.

Motivi per leggere “Dissòi Lògoi al Telegiornale”

  • Ironia mordace: Pozzoni offre una critica ironica e diretta alle incongruenze del panorama mediatico contemporaneo.
  • Rilevanza tematica: La poesia affronta questioni attuali, dalla politica nazionale alla comunicazione globale, rendendola estremamente contemporanea.
  • Un invito alla riflessione: La poesia non si limita a denunciare, ma stimola il lettore a riflettere sul proprio ruolo come spettatore e consumatore di notizie.

Biografia dell’autore: Ivan Pozzoni
IIvan Pozzoni è nato a Monza nel 1976. Ha introdotto in Italia la materia della Law and Literature. Ha diffuso saggi su filosofi italiani e su etica e teoria del diritto del mondo antico; ha collaborato con con numerose riviste italiane e internazionali. Tra 2007 e 2018 sono uscite varie sue raccolte di versi: Underground e Riserva Indiana, con A&B Editrice, Versi IntroversiMostriGalata morenteCarmina non dant damenScarti di magazzinoQui gli austriaci sono più severi dei Borboni, Cherchez la troika e La malattia invettiva con Limina Mentis, Lame da rasoi, con Joker, Il Guastatore, con Cleup, Patroclo non deve morire, con deComporre Edizioni. È stato fondatore e direttore della rivista letteraria Il Guastatore – Quaderni «neon»-avanguardisti; è stato fondatore e direttore della rivista letteraria L’Arrivista; è stato direttore esecutivo della rivista filosofica internazionale Información Filosófica; è, o è stato, direttore delle collane Esprit (Limina Mentis), Nidaba (Gilgamesh Edizioni) e Fuzzy (deComporre). Ha fondato una quindicina di case editrici socialiste autogestite. Ha scritto/curato 150 volumi, scritto 1000 saggi, fondato un movimento d’avanguardia (NeoN-avanguardismo, approvato da Zygmunt Bauman), con mille movimentisti, e steso un Anti-Manifesto NeoN-Avanguardista, È menzionato nei maggiori manuali universitari di storia della letteratura, storiografia filosofica e nei maggiori volumi di critica letteraria.Il suo volume La malattia invettiva vince Raduga, menzione della critica al Montano e allo Strega. Viene inserito nell’Atlante dei poeti italiani contemporanei dell’Università di Bologna ed è inserito molteplici volte nella maggiore rivista internazionale di letteratura, Gradiva.I suoi versi sono tradotti in francese, inglese,  spagnolo,  macedone, greco, albanese, serbo, bosniaco, croato, sloveno, rumeno, bulgaro, russo, azero, uzbeko, kirghizo, indiano hurdu, indiano hindi, bengali. Nel 2024, dopo sei anni di ritiro totale allo studio accademico, rientra nel mondo artistico italiano e fonda il collettivo NSEAE (Nuova socio/etno/antropologia estetica).

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DISSÒI LÒGOI AL TELEGIORNALE di Ivan Pozzoni

In Tv, al telegiornale, hanno detto che un marocchino ha sequestrato uno scuolabus,

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in realtà hanno detto anche che il marocchino era italiano, non era ghiotto di cuscus,

diciamo che un marocchino ha tenuto sotto sequestro un intero caseggiato

e un italiano ha lasciato i sequestrati, illesi, fuori dal commissariato.

In Tv, al telegiornale, hanno detto che Salvini ha requisito una nave

in realtà hanno detto anche che la nave non era davvero requisita, ¿Quien sabe?,

diciamo che il Ministro dell’Interno ha tenuto in ostaggio decine di non compaesani

e il Segretario della Lega Nord ha tuonato: in ostaggio, «prima gli italiani».

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In Tv, al telegiornale, hanno detto che One Belt One Road è la nuova via cinese

in realtà hanno detto anche che la via è un obiettivo importante delle nostre imprese

diciamo che Xi Jinping si è trasformato in un crociato dell’Unione Europea

e Juncker, il beone, stia facendo l’interesse della Repubblica Popolare Democratica di Corea.

In Tv, al telegiornale, raccontano un sacco di dissòi lògoi,

degni di flussi protagorei intinti in orinatoi,

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diciamo che i telegiornali hanno ormai il diritto di dare voce a ogni cagata,

e noi italiani, davanti al video, di scegliere sempre la versione sbagliata.




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