LECCE – Nella serata di ieri, venerdì 17 Gennaio 2025, la VI Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la piena assoluzione, già pronunciata dalla Corte d’Appello di Lecce (Pres. Dr. Toni – rel. Dott.ssa Minerva) ai sensi dell’art. 530 c. 1 cpp “perché il fatto non sussiste” nei confronti del dr. Pepe Luigi, nella sua qualità di Presidente dell’Ordine dei Medici di Lecce, imputato dei reati di cui agli artt. 317, 323 e 61 n.2, 81 e 595, nonché 611 cp, nel proc. Pen. 9413/14.
Il procedimento prese le mosse da diverse denunce sporte dal dott. Mauro Minelli, ex dirigente medico del centro IMID di Campi Sal., che sosteneva di sentirsi “perseguitato” dal suo Ordine di appartenenza, che aveva esercitato nei suoi confronti il potere disciplinare attribuitogli dalla legge. In particolare, l’Ordine contestava all’iscritto l’illegittimo utilizzo di titoli (Direttore anziché Dirigente e Professore), oltre alla violazione della normativa sulla pubblicità sanitaria relativamente alle attività svolte nel centro IMID.
Relativamente a queste ultime, erano state coinvolte anche la ASL di Lecce con il suo DG dell’epoca, Avv. Valdo Mellone, e la Regione Puglia, alle quali l’Ordine dei Medici chiedeva con forza di intervenire, trasferendo il centro IMID in un ospedale della provincia, sì da garantire ai cittadini utenti di ricevere cure adeguate in una struttura idonea, sia dal punto di vista strutturale, sia della dotazione organica (l’ospedale di Campi era stato chiuso da tempo, non aveva la strumentazione all’avanguardia presente nei nosocomi, il personale medico e paramedico era insufficiente).
Nello stesso periodo, la Guardia di Finanza e i NAS, su segnalazione di alcuni cittadini, avviarono indagini sulla gestione del centro IMID di Campi che coinvolsero Minelli, Mellone e altri operatori della ASL e del centro (poi archiviate), che indussero il dott. Minelli a dare le dimissioni da dirigente del centro. Salvo, poi, tentare di attribuirne la responsabilità al dott. Pepe e all’Ordine da lui presieduto.
Da qui le infamanti ed infondate (stanti le pronunce giurisdizionali ormai definitive) accuse contro Pepe, e riguardavano il reato di concussione perché “Pepe avrebbe costretto il dott. Minelli a dimettersi da responsabile del centro IMID di Campi, al fine di realizzarne la chiusura…”; “…avrebbe avviato 5 procedimenti disciplinari contro il dott. Minelli in assenza dei presupposti di legge…”; “…ne avrebbe offeso la reputazione”
In primo grado, a seguito di una lunga istruttoria dibattimentale, a fronte della richiesta del PM di assoluzione relativamente ai reati di concussione e di abuso d’ufficio, il Tribunale di Lecce (pres. dott.ssa Fedele – giudice relatore dott. D’Ambrosio) aveva inaspettatamente condannato il dott. Pepe per concussione e abuso d’ufficio (per uno dei procedimenti disciplinari contestati).
La difesa del dott. Pepe, con gli Avv.ti Luigi Covella e Vanessa Pepe, presentava un lungo e articolato appello avverso tale sentenza, evidenziando gli errori di valutazione delle risultanze probatorie e le carenze nella motivazione.
La Corte d’appello, ad aprile 2024, ha accolto i motivi di gravame, assolvendo Pepe da tutti i reati a lui ascritti perché il fatto non sussiste, sottolineando con una compiuta e dettagliata motivazione come tutte le azioni intraprese dall’Ordine dei Medici di Lecce e dal suo Presidente dell’epoca fossero “non solo formalmente, ma anche sostanzialmente legittime” e che fossero rivolte all’esclusivo scopo istituzionale della tutela dei pazienti, oltre che della categoria dei medici, allo scopo di “ricostituire la fiducia dei cittadini in ordine al rispetto da parte dei medici dei propri doveri deontologici e alla correttezza delle pubblicità da questi poste in essere”.
Il P.G. di Lecce (Dott. Cosentino) e la parte civile Minelli (con l’Avv. Giuseppe Fornari) avevano proposto ricorso per Cassazione, chiedendo l’annullamento della sentenza di assoluzione; il PM presso la Corte di Cassazione chiedeva il rigetto dei ricorsi.
Dopo la discussione in pubblica udienza, la VI Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi, con condanna della parte civile al pagamento delle spese.
Grande soddisfazione è stata espressa dai difensori dell’imputato, Avv.ti Luigi Covella e Vanessa Pepe, e dallo stesso dott. Pepe, consapevole di aver sempre agito a tutela della categoria dei medici e dei cittadini che, legittimamente, avanzano istanze di tutela della loro salute. Nonostante ciò, e nonostante il suo carattere notoriamente forte, Pepe era stato profondamente segnato dall’ingiusta condanna subita in primo grado. Ora, con l’assoluzione in via definitiva, ritrova finalmente la sua serenità.
Grande gioia e vicinanza è stata espressa nei suoi confronti dall’attuale Presidente dell’Ordine dei Medici, dott. De Maria, da numerosissimi colleghi e dalle persone che hanno sempre creduto in lui e nella Giustizia che, seppur con i suoi tempi, è arrivata.
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