Microsoft cambia la politica di utilizzo di una delle sue funzioni più amate e utilizzate: adesso chi vorrà continuare ad usarla deve pagare un abbonamento.
Uno dei punti di forza di Windows, sistema operativo che ha dato il via alle fortune di Microsoft, è sempre stata la sua natura aperta. A differenza dei sistemi operativi concorrenti – in particolare iOS di Apple – Windows ha sempre permesso agli sviluppatori esterni di utilizzare il codice per ottimizzare il funzionamento dei propri programmi e delle proprie applicazioni.
Questa linea di totale apertura ha permesso ai produttori di fare conoscere ed espandere la propria offerta, ai consumatori di utilizzare programmi alternativi a quelli ufficiali per lavorare o creare i propri progetti personali senza sborsare un euro e a Microsoft di guadagnare consensi, popolarità e base istallata al punto da creare un sostanziale monopolio per quanto riguarda i device per utilizzo casalingo e d’ufficio.
In linea con questa filosofia aziendale, sin dal rilascio di Windows 8.1 nel 2014, Microsoft ha deciso di non fare pagare agli utenti la nuova versione del proprio sistema operativo, consentendo loro di fare l’upgrade in maniera del tutto gratuita. Persino le versioni base dei programmi più noti e utilizzati dell’azienda (Word, Excel e Paint) sono presenti e utilizzabili senza esborso di denaro.
Chiaramente la cosa cambia per chi ha bisogno delle versioni aggiornate e contenenti tutte le funzioni più avanzate e moderne (come l’utilizzo di Copilot e dell’AI per facilitare e velocizzare la produzione), per le quali è richiesto un abbonamento a Microsoft 365.
I limiti di accesso a Windows 11 e l’abbonamento per gli utenti che vogliono continuare ad aggiornare Windows 10
Un po’ meno attinente alla filosofia che ha reso popolare e diffusissimo Windows è la decisione di Microsoft di obbligare gli utenti a degli standard minimi per il passaggio all’undicesima versione del proprio sistema operativo. Tale decisione esclude dall’aggiornamento quegli utenti che possiedono computer più datati, anche se questi dovessero avere requisiti hardware ben al di sopra delle impostazioni minime.
Per giustificare questa decisione, l’azienda di Redmond ha spiegato che non si tratta di una questione di obsolescenza hardware, bensì di un problema di sicurezza del sistema operativo e di conseguenza degli utenti stessi. Il requisito indispensabile e che sta creando maggiori difficoltà di accesso alla nuova versione di Windows è il Trusted Platform Module (TPM) versione 2.0.
Si tratta di un chip esistente da più di 20 anni che viene utilizzato da servizi di crittografia di creare e archiviare in modo sicuro le chiavi crittografiche che solitamente è separato dalla scheda madre. Nella versione 2.0 consente ai produttori di compilare le chiavi crittografiche con i propri chipset invece di quelli esterni.
Nulla di troppo limitante finché Microsoft non ha annunciato che alla fine di quest’anno il supporto a Windows 10 continuerà solo per chi sarà disposto a pagare una cifra annuale, obbligando di fatto gli utenti a cambiare il sistema operativo oppure il computer per intero.
Leggi anche -> PostePay, non c’è bisogno del bonifico: come caricare la cifra che vuoi con un semplice click
La funzione più amata di Paint è diventata a pagamento senza alcun annuncio
Tra i programmi storici e più utilizzati di Windows c’è sicuramente Paint, programma di disegno che tantissimi utenti hanno utilizzato per cominciare a creare le proprie immagini digitali e che in seguito hanno continuato ad utilizzare come utile strumento di lavoro. Da qualche tempo a questa parte tra le funzioni base di Paint c’è anche “Image Creator”.
L’opzione consentiva di utilizzare il motore di ricerca dell’Intelligenza artificiale per commissionare la creazione di un’immagine in base alle specifiche indicate. La funzione è stata decisamente apprezzata dagli utenti, i quali hanno sfruttato i crediti base a disposizione per dare libero sfogo alla propria creatività e affidare all’AI il compito di metterla su carta.
Leggi anche -> Il messaggio che sta arrivando a tutti in queste ore su Whatsapp: cosa si nasconde dietro
Purtroppo adesso la funzione non sarà gratuita nemmeno nella versione di prova e chi vorrà provarla o continuare ad utilizzarla dovrà sottoscrivere un abbonamento a Microsoft 365 che avrà il costo mensile di 10 euro o annuale di 99 euro (21 in meno del pagamento mensile).
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link