Fabrizio Gallante, prof e creatore di Edtech: «La scuola si salva solo se va a lezione di Ai, gaming e 4.0»

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di
Chiara Sandrucci

L’imprenditore torinese è a capo di 12 Venture, una fabbrica di startup che fa crescere le realtà legate alle nuove formale dell’apprendimento: «La formazione e l’educazione stanno cambiando del tutto. A costo zero»

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Imparare con l’aiuto di assistenti di intelligenza artificiale, generatori di mappe concettuali, app collaborative, gaming, esperienze immersive nel metaverso. La «Education tecnology» al servizio dell’apprendimento a scuola e all’università, come nella formazione aziendale e nel lifelong learning, è in forte espansione. «Gli strumenti digitali esistono già tutti, sono quasi gratuiti e molto semplici da usare, il solo gap è la limitata comprensione della loro importanza e una certa resistenza nel capirne lo scopo».

Secondo Fabrizio Gallante, ingegnere torinese di 50 anni, partner del gruppo «venture builder» Enzima12 e CEO di 12Venture, startup studio specializzato nel lifelong learning e del corporate education, la formazione professionale e la scuola hanno già a disposizione le tecnologie per cambiare a costo (quasi) zero. 




















































Cresce l’«educazione tecnologica»

Nel rapporto 2024 del loro Osservatorio Enzima12, si legge che il valore del mercato «EdTech» in Italia si attesta a circa 2,8 miliardi di euro, cresciuto del 26% rispetto al 2021 dopo la prima grande spinta della pandemia. E Torino risulta il «migliore ecosistema EdTech d’Italia, con una posizione in salita anche nella classifica globale, scalando ben 11 posti nel 2023 e posizionandosi nella top 100».

Il primato torinese si spiega con la presenza delle università, altri enti formativi come l’Ilo dell’Onu o l’Etf dell’Unione europea, gli incubatori e «un ecosistema attento alla formazione in generale e che attribuisce molta importanza alle competenze».

Nell’ampio ambito EdTech rientra prima di tutto la scuola, ma anche la formazione degli adulti fino allo sviluppo della persona. «Non c’è una grandissima differenza se parliamo di scuola o di formazione aziendale — spiega Gallante —. Le piattaforme e gli strumenti EdTech si pongono tre sfide: aumentare il coinvolgimento, l’inclusione e l’efficacia nel campo dell’apprendimento».

Imparare diventa più coinvolgente tramite la «gamification» cioè l’utilizzo di elementi mutuati dai videogiochi o l’«edutainment», contenuti educativi in forma di intrattenimento, ma anche con l’uso di realtà aumentata o virtuale. «L’inclusione e l’accessibilità migliorano grazie a sistemi di intelligenza artificiale per definire assistenti virtuali o tutor che sostengono gli studenti nello studio come con le ripetizioni private di una volta o per personalizzare il metodo o mettendo a punto sistemi come “InLinea” che lavora sulla rielaborazione dei testi per renderli fruibili ai dislessici».
Lo sforzo vale per la scuola, ma anche per il resto della vita lavorativa. «Chi lavora oggi, ad ogni livello e in ogni settore, ha una vita lavorativa più lunga e deve per forza continuare a formarsi», sottolinea Gallante, convinto che l’EdTech comporti notevoli vantaggi anche per gli adulti.

«A scuola l’efficacia viene misurata con il sistema dei voti, ma anche nella formazione professionale le competenze acquisite devono essere testate e spendibili — osserva l’imprenditore —. Ci sono startup tipicamente EdTech che lavorano proprio su attestazione, valutazione e trasparenza delle competenze o che propongono percorsi formativi personalizzati e affiancati da tutor».

L’ingegnere che amministra 12Venture, fabbrica di startup tutte EdTech, ne ha sette in portafoglio in varie fasi della vita. Tra queste ce ne sono due piemontesi. «Steps Connect» di Alessandria ottimizza il recruiting di personale per la Generazione Z utilizzando algoritmi e social media per facilitare il matching tra aziende e candidati. «Dokimazo», invece, è una piattaforma digitale che consente agli utenti di esplorare, documentare e condividere le proprie abilità, trasformando le competenze in «moneta universale», e proprio in questi giorni sta aprendo la sede operativa e di sviluppo a Verbania. Niente a che vedere insomma con i semplici corsi di formazione online di una volta. Ormai la stessa ChatGpt propone il «supporto educativo» tra i suoi dieci usi più comuni. E il tema costi non è mai sul tavolo.

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