In primo piano – La Campania in crescita o in decrescita? Non è facile capirlo

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Chi
volesse farsi un’idea dell’attuale status dell’economia della nostra regione
forse non ci riuscirebbe se si fermasse alla lettura dei grandi quotidiani,
perché si troverebbe da una parte con un titolo pessimistico, che denuncia
“crisi industriali in regione: cinquemila lavoratori col fiato sospeso” sul
Corriere del Mezzogiorno; e con un altro titolo, sullo stesso quotidiano,
ancora meno confortante: “In vent’anni Napoli ha perduto oltre il 40% dei suoi
giovani”; mentre, da un’altra parte, Il Mattino annuncia “un primato delle
medie imprese, in dieci anni Napoli è cresciuta più di tutti”e con un altro
titolo aggiunge che “ restare al Sud ora conviene”.

Tesi
diverse e contrapposte tra l’uno e l’altro grande giornale, però ampiamente
documentate.

I dati
statistici sono esatti, evidentemente vengono letti ed analizzati da differenti
posizioni.

Quello che
più preoccupa è il continuo ritorno de Il Mattino sulla svolta positiva in atto
in Campania ed in particolare sulla fascia costiera partenopea e salernitana.
Difatti da oltre sei mesi insiste sul cosiddetto “Cambio di Paradigma”,
richiamando l’attenzione del lettore sul “Risveglio del Mezzogiorno produttivo
che dura da più di quattro anni”, un risveglio di cui quasi nessuno si era
accorto, anche perché persiste nel Sud e quindi anche in Campania la scarsa
utilizzazione dei fondi assegnati dalla Unione Europea (se ne perdono fino al
50%).

E quel che
più preoccupa è la fuga di tanti studenti del Sud verso le Università del
Centro-Nord, nonché il ricovero di tanti malati meridionali negli ospedali del
Nord. Difatti in altre pagine dello stesso giornale si legge che il Sannio
rischia di scomparire sotto i colpi della denatalità e dell’emigrazione. Nel
2024, difatti, la provincia di Benevento ha perso 1.400 abitanti, cioè oltre il
5% della popolazione residente; ma forse ci sfugge che, nello stesso periodo,
Napoli ha perso 10.800 persone, cioè oltre il 4% della popolazione residente:
quasi come il Sannio.

E quindi
dovremmo dedurre che in Campania non sono solo le zone interne a spopolarsi.
Ciò vorrebbe dire che, mentre lungo la dorsale appenninica, lo scarso
insediamento produttivo provoca spopolamento, altrettanto fa l’eccessiva
cementificazione nell’area metropolitana.

Il fatto
vero è che siamo comunque e dovunque una regione difficile, ossia squilibrata,
con un territorio della dorsale appenninica che occupa l’80% della superficie
regionale, con una popolazione che rappresenta soltanto il 15% del totale
regionale. Da una parte 130 abitanti per kilometro quadrato e dall’altra 2500.

Come si
può parlare di una regione in crescita se, così come avviene nelle aree
interne, anche nella fascia costiera si perdono residenti? E, soprattutto, sono
i giovani ad emigrare, e non solo da Benevento ma anche da Napoli.

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La
Campania ha tutte le premesse e le risorse per riequilibrarsi e crescere, ma ci
sbagliamo quando pensiamo che, in primo luogo e con maggiori investimenti, sia
necessario dedicarsi all’area metropolitana ed alla fascia costiera.

Sbaglia
quel grande quotidiano che denuncia quel tipo di crisi industriale, e così pure
sbaglia quell’altro grande giornale che insiste che Napoli sta uscendo dalla
crisi. Finchè l’85% della popolazione campana è ammucchiata sul 20% della
superficie regionale-e ciò vuol dire che ben oltre l’80% dei servizi pubblici e
delle attività produttive si concentra nello stesso ristretto spazio- è
certamente necessario parlare di Cambio di Paradigma, come da otto mesi insiste
il direttore de Il Mattino, sebbene non ci dica se ritiene più dannoso
l’addensamento dell’area metropolitana o lo svuotamento della dorsale
appenninica.

ROBERTO
COSTANZO

Foto:
sannioexperience.it



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