obiettivo 40 MW di impianti per le imprese a investimento zero (con PPA)

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per le imprese

 


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Moreno Scarchini, CEO di EnergRed

Microcredito

per le aziende

 

EnergRed è una ESCo che nel 2017 ha lanciato una proposta commerciale, tuttora ineguagliata, nel mercato delle rinnovabili. La proposta è prevalentemente dedicata alle PMI italiane.

Da allora si è sempre più specializzata e focalizzata nella produzione distribuita di energia per l’autoconsumo fisico e/o virtuale sia realizzando impianti fotovoltaici presso imprese con cui stipula un contratto di PPA della durata variabile, sia nel mercato secondario, acquistando asset incentivati col Conto Energia per sottoporli a repowering e firmare un PPA con l’impresa che ha venduto l’asset.

Presente anche nell’idroelettrico, tra l’altro con una concessione trentennale della storica centrale di Villetta Barrea, datata 1910 e inaugurata a marzo 2024 dopo un intervento di riqualificazione, EnergRed ha raccontato a Energia&Mercato le strategie per i prossimi mesi in questa intervista al CEO Moreno Scarchini.

AG. Moreno, puoi raccontarci EnergRed in pochi numeri?

MS. Il nostro attuale modello di business è nato nel 2017 con l’idea di fare energia rinnovabile “a km 0”. In tale contesto abbiamo investito il primo milione di euro (in partnership con primaria banca). Negli anni successivi abbiamo incontrato l’interesse di alcuni fondi di investimento, che hanno investito nei progetti della società 10 milioni di euro nel 2023 e altrettanti nel 2024.

Oggi, il nostro piano industriale prevede di arrivare a 40 MW di asset di proprietà tra nuovi impianti, installati prevalentemente sui tetti delle aziende per autoconsumo reale, e il recupero di impianti esistenti anche per autoconsumo virtuale.

AG. E questo ci porta al “modello SEU” su cui puntate da sempre: in che cosa consiste?

MS. EnergRed ha adottato un modello SEU, Sistema Efficiente di Utenza, in cui esistono un produttore e un consumatore, sotto un unico POD che è dell’utilizzatore. Realizziamo sui tetti delle aziende, o su altre aree a loro disposizione, un impianto senza alcun costo per l’impresa.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

L’azienda sottoscrive con EnergRed un PPA, di durata tra i 12 e i 15 anni. L’energia prodotta che non viene utilizzata dall’azienda viene immessa in rete.

Al termine di questo periodo, l’impianto viene ceduto a titolo gratuito. I moduli hanno una garanzia di 25 anni fornita dal produttore, e a quel punto del loro ciclo producono almeno l’80% di energia rispetto al nuovo. Dopo 15 anni, l’azienda si assicura quindi, senza costi aggiuntivi, un impianto che ha ancora un ottimo funzionamento.

AG. Che accoglienza sta trovando, questo modello, tra le imprese italiane?

EG. Agli imprenditori piace, ma alcune volte bisogna riuscire a farsi ascoltare e a spiegare come funziona.

Il concetto di “servizio”, in Italia, fa più fatica ad affermarsi rispetto a quello di “proprietà”. L’imprenditore, però, ha come obiettivo il risparmio sui costi dell’energia, non la realizzazione di un impianto. E il modello SEU, chiaramente, gli conviene.

Il principale vantaggio è proprio permettere all’imprenditore di concentrarsi sul suo core business, stabilizzando il costo dell’energia senza investire risorse importanti in un impianto fotovoltaico di proprietà. Lo realizziamo noi, su misura per l’azienda – come un sarto farebbe un abito di alta sartoria – stabilendo un rapporto di reciproca stima e rispetto.

AG. Ci sono settori in cui vedete un maggiore potenziale?

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Sicuramente c’è un forte interesse da parte delle aziende energivore: metallurgia, automotive, carta, abbigliamento, alimentare e così via.

Ogni realtà va gestita in modo differente, a seconda della tipologia di imprese e delle diverse necessità. Nelle imprese famigliari abbiamo imprenditori che letteralmente “vivono” la loro azienda: bisogna interessarsi al loro business, comprenderlo, per costruire un rapporto di reciproca fiducia.

Lavorare con una struttura multinazionale è una sfida completamente diversa: abbiamo vinto una gara per dotare di impianti fotovoltaici le RSA di una holding francese. Abbiamo dovuto seguire le loro procedure interne e superare diversi step autorizzativi.

AG. Siete interessati alle Comunità Energetiche Rinnovabili?

Pensiamo siano asset molto importanti per il sistema Paese, ma che entreranno lentamente nella cultura nazionale. I Comuni potrebbero giocare un ruolo importante, con progetti di contrasto alla povertà energetica e di sostegno alle famiglie.

Stiamo dialogando con diverse amministrazioni locali per fornire loro un servizio completo, che include anche il servizio di rendicontazione per ripartire i ricavi in base agli algoritmi definiti dal Comune, trattenendo per noi circa un terzo del ristoro proveniente dal GSE.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Vedo un certo potenziale anche per i grandi marchi, che potrebbero costruire una CER come strumento di loyalty verso i clienti e di retention per i dipendenti.

Infine, anche i distretti industriali dovrebbero guardare con interesse all’idea di una CER. Di fatto, sono già delle comunità, anche se i membri sono tutte PMI: si potrebbe comunque fare ricadere una parte importante dei ricavi sul territorio, generando un impatto positivo sugli stakeholder.



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