Parte la corsa per il piano Ue anti Trump. Pichetto incontra ministri per Corridoio Sud Idrogeno. Palermo (Acea): “Piano comune sull’acqua”

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A Bruxelles fervono i lavori per i due pilastri del piano anti Trump: Competitiviness Compass e il Clean Industrial Deal. Domani Pichetto incontra ministri di Germania, Austria, Svizzera, Algeria e Tunisia per il Corridoio Sud dell’idrogeno. Palermo (Acea): “Obiettivo strategia comune sull’acqua”. La rassegna Energia

L’Ue si prepara a un mese decisivo per il suo futuro. A Bruxelles in questi giorni si lavora febbrilmente per completare il Competitiviness Compass e il Clean Industrial Deal. Sullo sfondo le preoccupazione per le politiche di Donald Trump. L’Ue però è ottimista sul fatto che i dazi saranno inferiori del previsto e impatteranno significativamente sulle esportazioni comunitari. Accelerata sul Corridoio Sud dell’idrogeno. Domani a Villa Madama il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, incontrerà i suoi corrispettivi di Germania, Austria, Svizzera, Algeria e Tunisia discuteranno del tema. “Per la prima volta si sta creando un’alleanza sul tema dell’acqua, indicando possibili soluzioni e modelli operativi. L’obiettivo è tratteggiare un’architettura comune con regole generali e sistemi condivisi” ha detto Fabrizio Palermo, ad di Acea, a L’Economia de Il Corriere della Sera. La rassegna Energia.

ENERGIA, IL PIANO UE ANTI TRUMP

“Per l’Europa inizia il mese della verità. La prima data rossa sul calendario è il 29 gennaio, quando la Commissione pubblicherà il Competitiveness Compass, la “bussola” che orienterà la sua strategia per la competitività. La seconda è il 26 febbraio, presentazione del Clean Industrial Deal, il documento che dovrebbe mettere sul tavolo le prime azioni concrete per affiancare agli ambiziosi (e costosi) obiettivi di decarbonizzazione un coerente sostegno all’industria. (…) A Bruxelles in questi giorni il lavorio dei gabinetti (e delle lobby) è febbrile, ma anche pieno di confusione. Il pallino è nelle mani di Von der Leyen, sempre più leader solitaria nello svuotamento delle altri leadership europee, e la polmonite che l’ha colpita ha ritardato tutto. Persone a conoscenza delle discussioni parlano di consapevolezza sulla necessità di correggere rotta, e di certo le misure riempiranno una serie di caselle chiave: semplificazione, innovazione, filiere strategiche, costi dell’energia. Il rischio che la montagna partorisca il topolino però è alto, considerate le diverse sensibilità nella Commissione, le divisioni tra famiglie politiche e governi, ma soprattutto la limitatezza delle risorse, una coperta corta e difficile da allargare. (…) La maggioranza di previsori si attende un 2025 di crescita “moderata” in quasi tutte le geografie, e forte negli Stati Uniti e nel Sudest asiatico, ma il 74% la prevede “debole” o “molto debole” in Europa, un dato che supera di gran lunga anche la debolezza cinese. Non a caso il Compass, un documento asciutto e generale, indicherà la crescita come Nord cui puntare. (…) avrà la competitività come filo rosso, declinata sia in chiave interna che esterna, cioè di sicurezza, e la chiusura del gap di innovazione con Stati Uniti e Cina come pilastro. Conterrà focus su settori strategici come chip, supercalcolo, Intelligenza artificiale, biotecnologie”, si legge su La Repubblica Affari & Finanza.

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“L’obiettivo è definire direzione e metodo, non conterrà misure concrete. Che invece dovrebbero iniziare ad arrivare il 29 — a risultato delle elezioni tedesche acquisito — con il Clean Industrial Deal e il meno discusso ma importante intervento omnibus che lo accompagnerà, il primo dei pacchetti di semplificazione promessi da Von der Leyen. Proprio le semplificazioni sono l’aspetto più pacifico, non scontentano nessuno. Ci si aspetta ad esempio che la Commissione alleggerisca le recenti direttive su responsabilità sociale e reportistica ambientale, onerosa burocrazia che espone le imprese anche alle violazioni commesse da un fornitore di un Paese extra europeo.
Ma la partita chiave è quella del Clean Industrial Deal. La più controversa, con competenze divise tra tre Commissari con idee diverse, la socialista Spagnola Ribera, molto attenta ai temi verdi, il centrista francese Séjourné, più vicino alle imprese, e il popolare olandese Hoekstra. Sugli obiettivi di transizione, anche dell’automotive, Von der Leyen non tornerà indietro, ma darà più flessibilità su percorso e strumenti. Insisterà sul principio della neutralità tecnologica, caro all’Italia, cosa che lascerà in gioco il biofuel. Sempre in tema automotive si lavora a una soluzione al problema delle multe che scattano da quest’anno per i costruttori che non rispettano i target “verdi” di vendita: i proventi potrebbero essere rigirati allo stesso settore per supportare ricerca e sviluppo. (…) C’è l’ipotesi, portata avanti dal commissario Séjourné, di acquisti e stoccaggi comuni di materie prime critiche. Mentre è sicuro che si allargherà il perimetro degli Ipcei, i progetti innovativi di interesse comune per cui l’Europa finanzia il passaggio dalla ricerca al mercato. Per quali settori però? E soprattutto, domanda da cui dipende tutto, con quanti e quali fondi? La coperta è cortissima rispetto alle esigenze descritte da Draghi e dalla stessa Commissione (620 miliardi di euro l’anno), e lo resterebbe anche qualora il completamento dell’unione dei capitali mobilitasse più finanziamenti privati. (…) Morale? Possibile che il Clean Industrial Deal non contenga alcuna cifra da stanziare”, continua il giornale.

“Bisognerà prima stabilire le priorità, con tecnologia e difesa che reclamano la loro parte. Una possibilità concreta è che Von der Leyen ripieghi su un ulteriore allargamento delle maglie sugli aiuti di Stato, (…) Gli interessi divergenti e i veti tra i governi rendono difficili anche interventi strutturali sul prezzo dell’energia, grave fattore di svantaggio competitivo dell’Europa con l’esterno, e di alcuni Paesi (Italia) rispetto agli altri. L’ipotesi di un tetto ai prezzi è controversa, difficile disaccoppiare il costo dell’elettricità dal gas. Qualcosa Ursula dovrà fare, ma anche qui potrebbe limitarsi a dare maggiore spazio di intervento ai singoli Paesi, vedi sopra. (…) Nel mese decisivo dell’Europa c’è un’altra incognita, i dazi del presidente americano. A Bruxelles si percepisce un prudente ottimismo: l’idea è che saranno più morbidi di quanto minacciato. E che in un negoziato la Ue possa impegnarsi a comprare dagli Stati Uniti qualcosa di cui ha davvero bisogno, cioè gas liquefatto. Ma basterà per evitare una escalation?”, continua il giornale.

IDROGENO, INCONTRO PICHETTO E MINISTRI ENERGIA GERMANIA, AUSTRIA, SVIZZERA, ALGERIA A TUNISIA PER PIPELINE

“L’anno è ricominciato con l’emergenza energetica e la corsa alle bollette salate. Da segnare, dunque, l’appuntamento di martedì 4 febbraio del Club Canova con il ministro Gilberto Pichetto Fratin. Il titolare dell’Ambiente e della sicurezza energetica peraltro sarà impegnato con il ministro degli Esteri Antonio Tajani già domani a Villa Madama, sede di rappresentanza della Farnesina, per il vertice interministeriale sul Corridoio Sud dell’idrogeno con i ministri dell’energia di Germania, Austria, Svizzera, Algeria e Tunisia. (…) Se appare ovvia la partecipazione dei paesi promotori e dei rappresentanti dei paesi “produttori”, qualche curiosità farà nascere invece la prevista adesione del ministro della Confederazione Elvetica che, come noto, non aderisce all’Unione europea” si legge su L’Economia de Il Corriere della Sera.

ACQUA, PALERMO (ACEA): “LA NUOVA ALLEANZA SU REGOLE E SISTEMI”

“Per la prima volta si sta creando un’alleanza sul tema dell’acqua, indicando possibili soluzioni e modelli operativi. L’obiettivo è tratteggiare un’architettura comune con regole generali e sistemi condivisi” ha detto Fabrizio Palermo, ad di Acea, a L’Economia de Il Corriere della Sera.

“«Per la prima volta si sta creando un’alleanza sul tema dell’acqua, indicando possibili soluzioni e modelli operativi. L’obiettivo è tratteggiare un’architettura comune con regole generali e sistemi condivisi», a spiegarlo è Fabrizio Palermo, da due anni ad di Acea, che in queste ore è a Davos, dove il World Economic Forum introduce nel programma la gestione delle risorse idriche. «C’è ormai consapevolezza che si tratta di un tema che ha rilevanza industriale, ma al tempo stesso una correlazione con la sicurezza energetica, la sostenibilità, il cambiamento climatico e la salute dei cittadini».”, si legge su L’Economia de Il Corriere della Sera.

“(…) «Attraverso i lavori del World Economic Forum contiamo di dare una chiara identità alla cosidetta water industry, in modo da connotarla come una community di settore che si occuperà di stabilire quali sono le priorità e con quale piano di interventi procedere. L’acqua — prosegue Palermo, chairman nell’incontro di Davos — sarà il tema di un forum condiviso con la commissaria Roswall sul ruolo delle innovazioni tecnologiche, della governance e degli interventi finanziari per gestire le principali criticità dell’acqua». L’ambizione di Acea, in veste di secondo operatore dell’acqua a livello europeo con circa 20 milioni di clienti, è innescare un processo che dia forma a un nuovo quadro di regole e di meccanismi finanziari per un settore valutato con un occhio diverso rispetto, per esempio, all’energia o ai trasporti. «Serve una regia unica, in tutti gli Stati membri il tema dell’acqua è ancora trattato in modo parcellizzato”, continua il giornale.

“«Esiste un tema di regole e di norme che non incentivano l’aggregazione degli operatori. L’obiettivo è favorire la creazione di cosidetti grandi ambiti territoriali collegando gli acquedotti: così come si trasferiscono energia elettrica e gas è indispensabile poterlo fare con l’acqua, realizzando tubi e linee che consentano di ottimizzarne gestione e utilizzo. Creare, insomma, dei sistemi integrati». Un quadro regolatorio aggiornato dovrebbe, secondo il numero uno di Acea, prevedere anche incentivi e prescrizioni al riutilizzo dell’acqua. «Lo stesso litro di acqua può, grazie ai sistemi di filtraggio, essere adoperato più volte. Basterebbe introdurre sistemi di raccolta e riutilizzo nelle nuove costruzioni di case e condomini, mentre nell’agricoltura una modalità di utilizzo ottimale dell’acqua è rappresentato dalle tecnologie adottate da Israele». (…) l’esigenza a livello europeo di individuare quali siano le grandi opere ancora da realizzare, con un piano di interventi per la costruzione di infrastrutture di raccolta e di trasporto dell’acqua. Nel piano dovrà essere previsto, ricorda Palermo, anche un programma di manutenzioni. «In Europa buona parte della rete idrica e delle infrastrutture sono state costruite all’indomani della Seconda guerra mondiale. In Italia la media nazionale di perdite sulle linee si aggira al 46% dell’acqua trasportata. Occorre, banalmente, riparare i tubi. In Sicilia, dove la mancanza di acqua è cronica, il primo problema da risolvere è come riparare le linee idriche, bisogna investire sui tubi prima ancora che su dighe, bacini di raccolta o impianti di dissalazione». (…) «Le risorse sotto forma di finanza pubblica non saranno sufficienti. Andrà fatta una riflessione su nuovi modelli tariffari, nel frattempo il mercato sta scoprendo i blu bond, le obbligazioni che finanziano progetti a tutela degli oceani o per l’acqua pulita»”, continua il giornale.



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