Intervenire in modo specifico sugli affitti brevi nelle zone Peep per interrompere pratiche speculative inaccettabili in condomini nati con una natura abitativa spiccatamente sociale. Ma anche valutare la possibilità del rimborso dell’Imu a chi rimette a disposizione della locazione residenziale un appartamento destinato agli affitti brevi, così come ha fatto il Comune di Firenze. Sono queste alcune delle misure che il Comune di Modena sta vagliando a fronte del fenomeno degli affitti brevi, per quanto di sua competenza. A indicarle è il sindaco Massimo Mezzetti che, nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 20 gennaio, ha risposto ad un’interrogazione dei consiglieri Martino Abrate e Laura Ferrari di Avs.
In particolare, i consiglieri hanno chiesto se il Comune stia monitorando e censendo questa tipologia di affitti così da valutarne l’impatto sul mercato immobiliare cittadino; se siano in atto misure di controllo e sono previste sanzioni per chi non rispetta le regole. Allo stesso tempo, Abrate e Ferrari hanno chiesto se sono allo studio incentivi per gli affitti a medio-lungo termine e azioni normative.
In assenza di una banca dati “certa” – allo stato attuale impossibile da realizzare fino a quando il nuovo Cin (Codice identificativo nazionale) non sarà a regime – il sindaco, nella sua risposta, ha stimato in circa settecento le camere presenti sul mercato dei cosiddetti “affitti brevi”, la metà delle quali gestite in forma imprenditoriale. Un’offerta che corrisponde a una quota tra il 2 e il 3% del totale degli alloggi in affitto ordinario sul territorio comunale modenese e che – ha evidenziato ancora il sindaco – “concorre solo in misura marginale a generare la tensione abitativa sul mercato immobiliare che viene evidenziata nelle premesse di questa interrogazione e che vogliamo contrastare radicalmente con il Piano Casa”.
Trainato anche dall’aumento dei flussi turistici a Modena, il fenomeno degli affitti brevi e destinato a crescere e per questo sotto osservazione da parte dell’Amministrazione comunale. “Siamo in costante contatto con la rete dei principali comuni italiani – ha spiegato Mezzetti – nel richiedere un quadro normativo nazionale per gli affitti brevi che permetta alle città di applicare regole equilibrate e sostenibili, che consentano di bilanciare le esigenze del turismo con quelle dei residenti”.
“In particolare – ha proseguito – stiamo verificando la possibilità di regolamentare in modo specifico l’affitto breve nelle zone Peep, per interrompere pratiche speculative inaccettabili in condomini nati con una natura abitativa spiccatamente sociale ed evitare di snaturare la tipologia residenziale di quel genere di comparti, che rischia di essere compromessa dall’elevato turnover degli inquilini degli affitti brevi e dal loro uso degli spazi privati e comuni legato all’esperienza della vacanza, in potenziale conflitto con le esigenze di cura, quiete, relazione e socialità dei residenti”.
Nel frattempo, ha concluso Mezzetti, “tra le misure con cui intendiamo contrastare il fenomeno degli affitti brevi, ricordo le strategie per il Piano Casa cui la Vicesindaca Maletti sta lavorando con il contributo dei sindacati degli inquilini e delle associazioni della proprietà edilizia, introdurremo incentivi per rendere più accessibili, in termini di quantità dell’offerta e di prezzi, alloggi per cittadini e lavoratori del nostro territorio”.
Il dibattito
L’interrogazione è stata trasformata in interpellanza su richiesta di Giovanni Silingardi (M5s) che aprendo il dibattito ha affermato che per affrontare questo fenomeno occorre avere come priorità le politiche abitative “e la risposta data all’interrogazione segue questo orientamento”. Per il consigliere, infatti, “occorre un grande piano in questo ambito, per cui sono necessarie risorse”. Silingardi ha anche sottolineato la necessità di potenziare le attività di controllo sulle attività di affitto e l’introduzione di misure interdittive, ricordando che in altri Paesi esiste una limitazione di affitti di breve durata a una percentuale annua, “ma in Italia serve una normativa che manca”.
Maria Grazia Modena (Modena per Modena) ha espresso “appoggio” all’interrogazione, ricordando come soprattutto in centro storico ci siano diverse attività di affitto non dichiarate, che causano “sommerso” e “omertà”. Per questo motivo, la consigliera ha chiesto di valutare l’apertura di un canale di comunicazione, per esempio sui social, “che permetta ai cittadini, nel rispetto della loro privacy, di comunicare situazioni critiche di cui sono a conoscenza”.
Per Alberto Bignardi (Pd) la linea adottata dall’Amministrazione comunale “rappresenta un esempio virtuoso di governance urbana, capace di coniugare il rispetto per la libera iniziativa economica con la responsabilità di preservare l’identità e la qualità della vita cittadina”. Per il consigliere, infatti, “con un monitoraggio attento, una regolamentazione efficace e un dialogo aperto con la comunità e gli operatori del settore, Modena potrà continuare a crescere come modello di sviluppo sostenibile, tutelando al contempo le esigenze di residenti, lavoratori e turisti”.
Per Avs, Laura Ferrari ha argomentato che, rispetto a un fenomeno “che causa l’aumento vertiginoso dei canoni di locazione, mettendo in difficoltà le persone meno abbienti”, deve “rincuorare” l’attività dell’Amministrazione comunale “che tenta di ripristinare un equilibrio nel mercato degli affitti”. Secondo la consigliera occorre insistere su una strada che possa “incentivare i proprietari a tornare nel mercato tradizionale degli affitti, facendo ricorso anche all’Agenzia casa che rappresenta, in questo ambito, un aspetto virtuoso”. Martino Abrate si è detto soddisfatto della risposta del sindaco, chiarendo che “l’istanza voleva essere da stimolo per portare alla luce una tematica sottostimata al livello generale”. Per il consigliere bisogna continuare a insistere affinché “la città sia sempre più abitabile anche grazia a un piano casa che consenta di affrontare l’emergenza abitativa insieme a tutti i soggetti coinvolti”. Anche Abrate ha sottolineato l’importanza di rimettere al centro l’Agenzia casa (“Capace di fare sintesi tra domanda e offerta”): “La sensazione, infatti, è che sia poco conosciuta”.
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