Scioperano i dipendenti ANMIL di tutta Italia per chiedere rispetto dei loro diritti calpestati e al terzo anno di cassa integrazione – Format Rieti

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“A seguito delle vicende inaspettate e preoccupanti per il futuro dell’ANMIL (Associazione nazionale tra lavoratori mutilati ed invalidi del lavoro) e conseguentemente dei vari enti della rete che offrono da circa vent’anni servizi mirati a cittadini e vittime del lavoro, per le circa 450 famiglie dei dipendenti di tutta la rete ANMIL si paventa un futuro fatto di riduzione dell’orario di lavoro, licenziamenti e, soprattutto, una grave mancanza di rispetto per quanti, in questi anni, si sono impegnati a difendere i diritti dei cittadini più fragili e in difficoltà e a diffondere la cultura della prevenzione degli infortuni, pur senza lamentarsi di quello che stava accadendo per la fiducia nella dirigenza e in strategie di risanamento che miravano alla conservazione dei posti di lavoro e democraticamente condivise con i dirigenti associativi territoriali.

Purtroppo – spiega Il comitato dei dipendenti della rete ANMIL – da alcuni mesi tutto è precipitato: ci sono stati alcuni licenziamenti ingiusti e incomprensibili ai vertici, insieme alla “bonifica” di tutti i consulenti che da decenni si sono dedicati a lavorare per risolvere i problemi causati dal grave ritardo nei pagamenti al Patronato ANMIL da parte del Ministero del Lavoro. Sono stati inoltre completamente riorganizzati gli uffici ed effettuati trasferimenti punitivi, insieme ad azioni meramente ritorsive operate nei riguardi di alcuni dirigenti; si stanno altresì chiudendo sedi meritoriamente produttive, avendo come unico risultato l’instaurazione di un clima di terrore.

Di fronte a queste azioni che nulla hanno a che vedere con il “risanamento” di una difficile situazione creatasi negli anni, si sottolinea che in oltre 40 anni, mai i dipendenti avevano sentito il bisogno di ricorrere a tutele sindacali.

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Tutto ciò, già inammissibile in una qualunque azienda, stride ancor più in un’Associazione nata oltre 80 anni fa per difendere i lavoratori infortunati o colpiti da malattie professionali, pertanto, il personale oggi riportato ad una pesante cassa integrazione, incrocerà le braccia per l’intera giornata, manifestando a Roma, in Via Molise, 2, il 23 gennaio dalle ore 10.00 alle ore 14:00.

In particolare le ragioni e le rivendicazioni che hanno portato i lavoratori dell’ANMIL ETS, del CAF ANMIL, del Patronato ANMIL e dell’IRFA a programmare una giornata di astensione dal lavoro sono molte ma possono essere così riassunte:

  • I mancati e ritardati pagamenti degli stipendi, dovuti principalmente ai crediti esposti per oltre 10 milioni di euro derivanti dal credito verso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, continuano a perdurare da mesi nel silenzio della Governance della Rete ANMIL;
  • Totale assenza di confronto con i dipendenti e addirittura con gli stessi dirigenti associativi territoriali responsabili delle sedi sul contratto di solidarietà da poco siglato in totale segretezza;
  • Controllo sull’attività del personale anche al di fuori dell’orario di lavoro, ad esempio durante la pausa pranzo o la pausa caffè, con conseguenti richiami e interventi penalizzanti sul lavoro, a seconda dell’interlocutore incontrato;
  • Rimozione immotivata ed unilaterale dell’opportunità di stipulare, dal 1° gennaio, accordi individuali per lo svolgimento dell’attività lavorativa in modalità agile, nonostante le pesanti riduzioni orarie – modalità peraltro risultata ampiamente efficace in altri momenti anche dopo il Covid19 – dimostrando totale disinteresse da parte della Governance per le critiche ripercussioni economiche aggravate anche dagli spostamenti da casa, mancando totalmente di vicinanza ai dipendenti;
  • Trasferimenti di dipendenti motivati da improbabili “esigenze organizzative”, in sedi fuori regione, senza preavviso e senza previsione di alcun rimborso, al solo fine di provocarne le dimissioni;
  • Licenziamenti senza alcuna reale motivazione, alimentando un clima di paura tra i lavoratori, in cui il dissenso verso l’attuale Governance è punito con ritorsioni che sono andate dalla massima solidarietà individualmente applicabile ai trasferimenti di sede o licenziamenti;
  • Previsioni pessimistiche che imporrebbero, ad oggi, la cessione del Patronato ANMIL e la conseguente chiusura del CAF ANMIL, con conseguenti gravi ripercussioni economiche e lavorative su numerose famiglie. Queste previsioni risulterebbero nettamente in contrasto con l’attuale ricorso ai contratti di solidarietà difensivi, contratti siglati allo scopo di mantenere il livello occupazionale in azienda ed evitare il licenziamento del personale in esubero;
  • Degrado dell’ambiente di lavoro e criticità gestionale a seguito dell’elezione del Presidente Nazionale e della successiva nomina del Direttore generale, si è assistito infatti per la prima volta nella storia dell’Associazione, al totale ed esclusivo controllo della gestione amministrativa da parte di figure esclusivamente politiche.

Si delinea dunque una grave mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori, in assoluta incoerenza con la mission dell’Associazione, che dovrebbe tutelare i diritti dei lavoratori stessi.

Infine riteniamo doveroso informare i 250.000 iscritti all’Associazione che non è colpa né responsabilità del personale di tutta la rete se ci sono stati problemi di gestione delle loro pratiche negli ultimi tempi, e ancor più per rispetto della nostra professionalità ci teniamo a informare le decine di migliaia di utenti del Patronato e del Caf che in futuro ci saranno gravi ritardi e problematiche, anche a causa della chiusura improvvisa di varie sedi, tra cui alcune particolarmente produttive.

Chiediamo dunque al Ministro del Lavoro Marina Calderone di avviare un approfondito controllo sui nostri enti che proprio dal Ministero vengono in parte finanziati e al Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro Rosario De Luca con cui è stato sottoscritto un protocollo di intesa con l’ANMIL, affinché siano difesi i diritti di tutti noi, che crediamo in questa storica Associazione e dei cui valori fondanti crediamo il Paese abbia bisogno siano sostenuti” termina il comitato dei dipendenti della rete ANMIL.



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