La pioggia era la grande attesa in questo inizio di anno, dopo un lungo periodo dalla meteorologia mite, pressoché primaverile. Ma quando arriva la pioggia, non è più quella che ricordavamo piacevole, oggi si traduce spesso in bombe d’acqua da paura, accompagnate da forti raffiche di vento che portano distruzione e minaccia di morte. Sono fenomeni più violenti e distruttivi, tifoni e uragani a cui non eravamo abituati. Il clima temperato di una volta si è tropicalizzato, dicono gli esperti, per effetto di quella crisi climatica che ancora in tanti negano dipendere dalla azione antropica. E intanto cadono nella indifferenza gli appelli alla decarbonizzazione dell’aria degli ambientalisti, tacciati quasi con disprezzo di ideologismo da parte dei nostri governanti. È un negazionismo restio a mettere in atto misure di trasformazione dei cicli produttivi e impiego di fonti energetiche, espressione di un conservatorismo cieco ed ottuso, quanto retrogrado ed oscurantista, votato al mero profitto a discapito della salute del pianeta. Lo stesso nuovo presidente USA è l’emblema di questo negazionismo, refrattario agli insegnamenti di una California che brucia. Non si vogliono affrontare i costi necessari per le necessarie trasformazioni ma non si considera che non sono da meno i costi da affrontare per riparare i danni inflitti dai fenomeni meteo estremi sempre più ricorrenti su tutto il globo, nostro territorio nazionale compreso.La recente bomba d’acqua a Catania ha lasciato come sempre il segno. Abbiamo visto le immagini trasmesse dai tg della voragine formatesi in un settore, già da tempo transennato e interdetto alla pedonalizzazione, di piazza Tricolore sul lungomare. Si spera sia l’occasione per ripristinare l’originaria scogliera basaltica finalmente liberata dal coprente solettone in cemento armato. La natura vuole riprendersi gli spazi che le sono stati sottratti dall’imperizia umana, ne ha facoltà e tutto il diritto.Sul lungomare di Catania è rimasta danneggiata anche la palestra all’aperto di piazza Nettuno intitolata a Franco Battiato. In un settore particolarmente sferzato dai marosi, attiguo al chioschetto-bar, dove una parte della pavimentazione è stata lacerata, scollata dal massetto cementizio e arrotolata sulle attrezzature ginniche.
Probabilmente, una volta prosciugata l’area oggi scoperta, sarà possibile srotolare e rincollare al massetto la stuoia bituminosa. Il decoro, l’estetica, e l’utilizzo molto frequentato dell’area attrezzata in questione, invocano un intervento riparatore immediato. Non ritardarlo sarà indispensabile a non far ammalorare ulteriormente un materiale di cui si auspica il reimpiego. Al solito diversi alberi, del filare frapposto tra la passeggiata e la pista ciclabile, sono rimasti danneggiati: alcuni parzialmente sdraricati, altri hanno subito l’amputazione di rami e l’abbattimento dei tutori. Si intervenga in tempi rapidi al ripristino dei luoghi, liberandoli anche dell’abbondante pietrisco e terriccio sparso ovunque.
Che gli uffici comunali di competenza dimostrino che non è vera la riduzione di attenzione, manutentiva e di custodia, sulle opere pubbliche dopo la strombazzata mediatica della inaugurazione e loro consegna alla città a favore di foto e telecamere.Adriano SicariCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
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