CROSIA (CS) martedì 21 gennaio 2025 – La programmazione natalizia di quest’anno è l’esatto esempio di come la gestione Aiello non sia altro che un desolante ritorno al passato. Zero visione e zero mentalità. E non è questione di soldi, di risorse o di qualsiasi altra assurda giustificazione. Oggi al Comune abbiamo una classe dirigente che non sa minimamente cosa significhi gestire la cosa pubblica nell’interesse della cittadinanza ma soprattutto non ha la minima percezione di quello che è necessario per distinguersi e creare condizioni di unicità nella molteplicità della proposta territoriale.
È quanto sostengono i componenti del gruppo consiliare di Forza Italia, il capogruppo Francesco Russo e i consiglieri comunali Gemma Cavallo e Graziella Guido, mettendo sotto la lente d’ingrandimento l’ultimo cartellone degli eventi e le iniziative promosse in occasione delle festività di Natale 2024 e Capodanno 2025.
Se l’obiettivo era rovinare la magia del Natale Aiello&Co. ci sono riusciti perfettamente. Si è riusciti a fare un ottimo lavoro di maquillage distruttivo di quanto era stato fatto e costruito nell’ultimo decennio, smontando pezzo per pezzo e scientificamente il concetto della programmazione degli eventi. Per fare un buon lavoro con risorse limitate bastava semplicemente “copiare e incollare” uno dei qualsiasi programmi di successo che erano stati proposti negli anni scorsi. Senza infamia e né lode, l’Amministrazione comunale ne sarebbe uscita alla grande. Invece no, si è voluto perpetrare con la ormai usuale prassi dell’odio cieco e dell’iconoclastia del passato. Risultato? Il nulla: zero entusiasmo, nessuna fascinazione che abbia attratto persone del territorio a visitare il centro urbano di Mirto o il centro storico durante queste feste.
Del resto – precisano – a differenza dello scorso anno quando si scelse con una logica vincente di riqualificare un rione dell’abitato antico addobbandolo e decorandolo con i colori della festa, chi sarebbe mai venuto a farsi un giro per vedere un pino marittimo piantato in un plinto di cemento in mezzo ad una piazza che è l’unico luogo di transito del paese? Nessuno.
Si poteva pensare ad installazioni luminose, a decorazioni di riciclo a momenti di animazione di comunità, coinvolgendo i cittadini dei rioni e rendendoli protagonisti. Nulla. Inoltre – aggiungono – c’è stata una desolante abiura delle tradizioni. Nel dolce far niente, anzi, nell’implacabile azione di cancellare tutto quello che è stato fatto in passato, quest’anno anche la tradizionale focarina ha dovuto cambiare la sua secolare tradizione, nata ancor prima del Governo Russo: accesa all’Immacolata invece che alla Vigilia di Natale… l’hanno solo accesa non occupandosi o preoccupandosi di chi dovesse poi mantenere vivo il fuoco.
Ma la ciliegina sulla torta, il culmine di questa gestione disastrosa e senza visione – sottolineano i Consiglieri comunali di Forza Italia – di una programmazione natalizia fallimentare si è avuta nella notte di Capodanno. Da qualche anno, ormai, si sa che la concorrenza generata dai grandi eventi delle città più grandi sul territorio, da Cosenza a Crotone, passando a Corigliano-Rossano, ha ridimensionato le aspettative degli eventi all’interno dei centri più piccoli. Noi, all’epoca del Governo Russo, questo non solo l’avevamo capito ma avevamo anticipato i tempi del cambiamento creando un format esclusivo dedicato alla notte dell’ultimo dell’anno dedicandola interamente alla musica popolare che ha un suo registro, una sua forma, una sua nutrita platea di appassionati. Ed è stata proprio la musica popolare negli ultimi anni a riempire piazza Dante negli ultimi anni, anche lo scorso anno quando a Crotone c’era l’evento Rai e a Corigliano l’esibizione di Max Pezzali. Quest’anno, invece – sempre nel segno della cancellazione di massa di quanto costruito con logica e lungimiranza – si è preferito un più anonimo evento commerciale che, ovviamente, non poteva competere con nessuna piazza, né grande né piccola, ed è rimasta nel totale e completo anonimato. Insomma – concludono Francesco Russo, Gemma Cavallo e Graziella Guido – siamo ritornati ad essere il villaggio che eravamo fino al 2014, un avamposto dove non si vive ma si sopravvive soltanto.
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