C’è ottimismo anche se l’aumento dei costi potrebbe diventare un grosso ostacolo alla crescita. Lo dicono i dati dell’osservatorio permanente sulle imprese della Camera di Commercio di Roma che ha voluto scattare una fotografia della situazione economica della Capitale nel 2024 e capire quali sono le aspettative degli imprenditori di Roma e provincia per il nuovo anno.
Il 2024 per le imprese di Roma
I dati sono stati raccolti costruendo un panel di 500 realtà imprenditoriali (67% con sede a Roma e il 33% con sede in provincia) che sono stati intervistate tra il 20 dicembre 2024 e il 9 gennaio 2025. L’anno appena passato è stato di “consolidamento” rispetto al 2022 e al 2023.
Il 62% delle imprese, quasi due su tre, hanno registrato un fatturato stabile o in aumento nel 2024. Un trend positivo che il 74% delle imprese prevede si confermi anche nel 2025. Andando più nel dettaglio, nel 2024 il 29% delle imprese romane ha dichiarato un fatturato in aumento rispetto al 2023, per il 33% il fatturato è rimasto stabile, per il 38%, invece, è diminuito.
Più positivo l’andamento dell’occupazione. Per il 16% delle imprese romane il numero dei dipendenti è aumentato, a fronte di una percentuale del 14% che lo ha ridotto. Nel 70% dei casi l’occupazione è rimasta stabile.
Cosa si aspettano le imprese dal 2025
Per il 2025 le imprese temono che l’aumento dei costi e la situazione geopolitica internazionale possano rappresentare una frenata per la crescita. Tra le principali preoccupazioni per il 2025, le imprese indicano l’aumento dei costi (65%) e la scarsità della domanda (36%). Resta ancora alta, ma meno della media nazionale, la percentuale di imprese che fatica a trovare manodopera specializzata (24%). Inoltre, il 21% delle realtà intervistate prevede di aumentare l’occupazione a fronte di un 10% che teme una diminuzione. Si attenua, rispetto agli altri anni, la preoccupazione relativa all’accesso al credito (16%). Per il 2025, quindi, il 35% delle imprese prevede un fatturato in aumento, il 39% prevede un fatturato stabile mentre il 26% teme una diminuzione.
Effetto Giubileo
Anche se è cominciato da meno di un mese, l’effetto Giubileo si sta già facendo sentire. Secondo l’indagine, infatti, l’Anno Santo ha già un impatto positivo per il 13% delle imprese romane che è convinta di aumentare il fatturato grazie a questo evento.
Investimenti
Grande attenzione per l’innovazione, in particolare per quegli strumenti che possano rendere le imprese più “green”. Il 48% delle realtà imprenditoriale romane prevede di effettuare investimenti in innovazione nel corso del 2025. Il 23% è impegnata in investimenti per la sostenibilità ambientale, spinti dalla convinzione di aumentare la propria competitività sui mercati, mentre “solo” il 4% effettuerà questo tipo di investimenti perché obbligata dalle normative vigenti. Insomma, solo un’azienda su due tenterà di dotarsi di nuove tecnologie per supportare la propria attività.
“Il 2024 appena concluso – afferma, in una nota, Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma – è stato un anno di consolidamento rispetto alla crescita del 2022 e 2023. Per il 2025, al momento, registriamo un prudente ottimismo degli imprenditori romani. Il 74% prevede un fatturato in crescita o stabile: un dato incoraggiante e in deciso aumento rispetto al 62% del 2024. Il 2025, in particolare per Roma, è un anno straordinario, l’anno del Giubileo, un evento di portata internazionale, religioso, ma inevitabilmente con importanti ricadute economiche per il tessuto produttivo della città: il 13% delle imprese è già convinta di avere dei benefici economici dal Giubileo e, nel corso dell’anno, verificheremo se questa percentuale, come penso, aumenterà. La fiammata inflazionistica del biennio 2022- ’23, con il conseguente incremento dei tassi di interesse, segna ancora gli orientamenti delle imprese e, nel 2025, proprio il possibile aumento dei costi di produzione è ritenuto l’ostacolo principale per la crescita dal 65% del campione. Auspichiamo un raffreddamento delle tensioni geopolitiche e che continui la discesa dei tassi di interesse, in modo da rilanciare gli investimenti da parte delle imprese. Infine, è un elemento positivo che il 48% delle imprese preveda investimenti in innovazione nel corso di quest’anno, ma resta – conclude Tagliavanti – una percentuale ancora troppo bassa”.
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