Banca Intesa Sanpaolo ha scelto di sostenere anche nel 2025 l’espansione delle PMI eccellenze del Made in Italy all’estero puntando – come d’altronde già fatto lo scorso settembre grazie all’iniziativa che ha portato 12 start-up nella rinomata Silicon Valley – sugli Stati Uniti: in questi giorni in quel di Milano è stato (infatti) organizzato l’incontro ‘USA: Sfide e Opportunità‘ rivolto ad 800 delle aziende che hanno scelto di far parte della famiglia di Intesa Sanpaolo – che potranno accedervi grazie al formato del webinar – fortemente voluto dal direttore della Banca dei Territori Stefano Barrese con la collaborazione della divisione IMI Corporate&Investment Banking dell’area Governo Institutional Affairs and External Communication.
Il seminario di Intesa Sanpaolo si è aperto con i saluti dello stesso Barrese e del Console Generale italiano a New York Fabrizio Di Michele, ma sono intervenuti brevemente anche l’ex ambasciatore negli USA Lewis Eisenberg e l’AD di Simest Regina Corradini D’Arienzo: tra gli interventi più rilevanti – poi – ci sono stati quelli di Gregorio De Felice, Paolo Melone, Alberto Mancuso e Nicola Baiocchi Di Silvestri (rispettivamente il Chief Economist, il responsabile Sviluppo Estero, l’Executive Director di IMI e il Country Manager statunitense del gruppo bancario); ma anche quello del direttore della PMI milanese Badinotti Group che proprio grazie ad Intesa Sanpaolo ha concluso con successo un’acquisizione negli States.
Stefano Barrese (Intesa Sanpaolo): “Lanciandosi nel mercato USA, le PMI creeranno valore per l’intero sistema economico italiano”
L’idea alla base del webinar di Intesa Sanpaolo è quello di rilanciare anche nel 2025 il già avviato progetto di promozione estera del Made in Italy e delle imprese italiane eccellenti nei rispettivi settori industriali, aiutando i suoi clienti che lo desiderano a lanciarsi nel mercato statunitense e a crescere, attirando gli investimenti stranieri; tutto resto possibile dalle sempre ferme partnership con organismi come ICE, Simest, le ambasciate, i consolati, le agenzie e le banche dello Sviluppo.
“Con una solida presenza internazionale in circa 40 Paesi – spiega il responsabile della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo Stefano Barrese – e grazie alle sinergie con le nostre Divisioni IMI CIB e International Banks” il gruppo bancario di riconferma un vero e proprio punto di riferimento fermo “per le PMI che intendono crescere e svilupparsi” sui mercati esteri con un progetto che questa volta si rivolge “sia alle start-up, che alle realtà più strutturate” con il duplice obiettivo di creare “valore per la singola impresa” ma anche “per l’intero sistema economico” italiano.
L’analisi del Research Department di Intesa Sanpaolo sul contesto commerciale tra Italia e USA
A completare l’incontro c’è stata anche la sempre interessante analisi del contesto economico tra Italia e Stati Uniti stilata dal Research Department di Intesa Sanpaolo che è partita dal sottolineare che lo scorso anno gli scambi economici tra i due paesi hanno “toccato la cifra record di 92,4 miliardi di euro” in larghissima parte – addirittura “67,2 miliardi” – trainata dalle esportazioni, con le importazioni che pur presentando una “crescita (..) meno intensa” hanno raggiunto “un nuovo punto di massimo” con un valore di “25,2 miliardi di euro“; il tutto “consentendo all’avanzo commerciale italiano di salire a 41,9 miliardi“.
Di fatto – spiega ancora il Research Department di Intesa Sanpaolo – gli USA sono diventati il “secondo blocco commerciale italiano” dopo la Germania e prima della Francia, assorbendo “il 10,7% dell’export” totale: negli USA vanno forti prodotti manifatturieri come “cantieristica e aerospazio, farmaceutica, mobili, meccanica, prodotti e materiali da costruzione, alimentare e bevande ed automotive“; mentre sono stati i settori di “farmaceutica, alimentare e bevande ed elettronica” a segnare la maggiore crescita lo scorso anno.
Inoltre – conclude l’analisi del Research Department di Intesa Sanpaolo – ad oggi si rilevano “circa 2.600 imprese a controllo statunitense” attive nel nostro paese con una forza lavoro di “350.000 addetti“, così come negli USA “si contano circa 3.200 imprese a controllo italiano” che danno lavoro a più di “155mila addetti” diventando il primo paese al mondo per numero di imprese localizzate e controllate da imprenditori del bel paese.
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