USA, nasce il Progetto Stargate: 500 miliardi di dollari per l’IA – Societa’

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Di Alessio Jacona*

Quando Donald Trump ha presentato il Progetto Stargate, lo ha fatto con l’enfasi che lo contraddistingue: «Segnate questo nome nei vostri quaderni per gli appunti – ha detto il neo eletto 47esimo presidente degli Stati Uniti – perché lo sentirete nominare spesso nel prossimo futuro». Accanto a lui, in piedi, l’amministratore delegato di Softbank Masayoshi Son, il CEO di Open AI Sam Altman e quello di Oracle Larry Ellison lo ascoltano sorridenti e soddisfatti: hanno le loro buone ragioni.

Spiega infatti Trump: il Progetto Stargate è una «nuova società americana che investirà almeno 500 miliardi di dollari in infrastrutture per l’intelligenza artificiale negli Stati Uniti e si muoverà molto rapidamente, creando oltre 100mila posti di lavoro americani quasi immediatamente». Più precisamente, l’investimento iniziale sarà di 100 miliardi di dollari, che dovrebbero salire a 500 nel corso dei prossimi quattro anni. Un’iniziativa senza precedenti che rilancia innanzitutto la centralità dell’intelligenza artificiale nella strategia di sviluppo economico del Governo statunitense appena insediato, e poi ovviamente la competizione su scala globale per il primato tecnologico, dove la Cina è il primo avversario degli USA. C’è poi la conferma dell ruolo di spicco che le grandi aziende tech avranno nel nuovo corso trumpiano, ma forse non ce n’era neanche bisogno: le immagini della cerimonia di insediamento di Donald Trump, con la prima fila occupata dai CEO di aziende come Google, Amazon, Meta e Tesla, avevano già dato un messaggio ben chiaro in questo senso.

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I finanziatori iniziali di Stargate sono i già citati SoftBank, OpenAI, Oracle e MGX, società di investimenti tecnologici degli Emirati Arabi Uniti con focus specifico sull’IA. La holding finanziaria multinazionale giapponese SoftBank e OpenAI – ovvero l’azienda che ha creato ChatGPT – sono i partner principali, con il CEO Masayoshi Son che assume anche il ruolo di presidente della nuova realtà. I partner tecnologici sono la già citata Oracle, cui spetta il compito di creare i nuovi data center cuore della nuova infrastruttura tecnologica, ovviamente OpenAI e poi Arm, Microsoft e NVIDIA. Un Parterre de rois che, oltre ad abilitare un enorme potenza di calcolo e capacità di storage, dovrà anche gestire problemi come i crescenti consumi di energia e di acqua necessari a far funzionare i nuovi data center.

In un post su X, OpenAI scrive che «Questa infrastruttura garantirà la leadership americana nell’IA, creerà centinaia di migliaia di posti di lavoro americani e genererà enormi benefici economici per il mondo intero». Non solo, ma Stargate sosterrà anche «la reindustrializzazione degli Stati Uniti» e «fornirà anche una capacità strategica per proteggere la sicurezza nazionale dell’America e dei suoi alleati». Secondo quanto rivela l’azienda di Sam Altman la costruzione della nuova infrastruttura è già in corso, con Oracle che sta allestendo il primo data center in Texas, mentre si stanno valutando altri siti potenziali siti in tutto il Paese.

Grandi annuncia a parte, il progetto Stargate sembra avere sulla carta i numeri per dare un bella spinta allo sviluppo dell’intelligenza artificiale negli Stati Uniti, che comunque già detengono il primato tecnologico in questa industria con tutte le principali aziende di settore riunite nella Silicon Valley. Se a questo si somma anche il fatto che, al suo primo giorno da presidente, Trump ha anche revocato l’ordine esecutivo che Biden aveva emesso per sottoporre a test di sicurezza i nuovi servizi di IA prima che questi venissero rilasciati al pubblico, allora il quadro è completo: si procede avanti tutta, senza remore e senza fare troppi complimento.

Vedremo nei prossimi mesi e anni se il Progetto Stargate genererà davvero tanti nuovi posti di lavoro quanti ne ha promessi il presidente Trump. Intanto, quel che è sicuro è che l’iniziativa darà ossigeno a OpenAI, che potrà contare su un numero crescente di risorse hardware (quelle di Oracle si sommano a quelle di Microsoft) per sviluppare la propria intelligenza artificiale, inseguire l’AGI (artificial general intelligence) e probabilmente supportare il Governo anche sul fronte della cyber sicurezza nazionale.

Intanto, è già possibile registrare un primo risultato dell’iniziativa: far arrabbiare Elon Musk. Il patron di Tesla, SpaceX e X (ex-twitter), che di recente ha fatto parlare di sé anche per un presunto saluto romano ripetuto durante la cerimonia di insediamento del presidente Trump, ha risposto su X al post di OpenAI che presentava il progetto stargate scrivendo un secco «They don’t actually have the money» (Non hanno i soldi per farlo), riferendosi ai 100 miliardi di investimento annunciati.

Un commento il quale, più che da un’approfondita analisi economica, sembra nascere dalla storica ostilità di Musk verso Sam Altman, risalente ai tempi in cui il ceo di Tesla ha lasciato OpenAI (che aveva contribuito a fondare) e forse rilanciata dallo stesso Trump, che alla presentazione del progetto Stargate ha definito Altman «il più grande esperto di AI in assoluto». Un riconoscimento che a Musk – attualmente il principale consigliere del presidente sui temi tecnologici – non deve essere andato giù.

*Giornalista esperto di innovazione e curatore dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale ANSA

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