La moratoria sarda contro le rinnovabili era illegittima!


La Corte Costituzionale ha dichiarato oggi l’illegittimità costituzionale dell’art. 3 della legge della Regione Sardegna 3 luglio 2024, n. 5 (Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio e dei beni paesaggistici e ambientali) che introduceva, nelle more dell’approvazione della legge regionale di individuazione delle aree idonee, una moratoria per la realizzazione di impianti rinnovabili per 18 mesi.

La norma è stata giudicata in contrasto con i principi costituzionali e con la normativa statale ed europea in materia di energia rinnovabile e decarbonizzazione. Una decisione prevedibile ed attesa che arriva nonostante la norma sia stata già abrogata dal provvedimento regionale, altrettanto discutibile, sulle aree idonee. (Leggi anche Sardegna, la legge sulle aree idonee impugnata dal Governo)

Secondo la Consulta “non assume rilievo nell’attuale giudizio la sopravvenuta abrogazione della legge, poiché le disposizioni impugnate hanno ricevuto medio tempore applicazione (come si ricava dall’ordinanza del Consiglio di Stato del 16 dicembre 2024, n. 04777/2024, in cui si dà conto che l’assessorato regionale competente ‘ha comunicato la sospensione del procedimento ai sensi dell’art. 3 della l.r. Sardegna 3 luglio 2024 n. 5’), condizione che esclude la dichiarazione della cessazione della materia del contendere”.

La vicenda insegna che le norme devono essere certe, proporzionate e in linea con il fondamentale obiettivo della decarbonizzazione, senza divieti continui e irrazionali, pur riconoscendo l’importanza della tutela paesaggistica. Restano i danni procurati ai legittimi interessi degli investitori che seguivano le norme statali.

IL TESTO DELLA SENTENZA



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