11.01 – sabato 25 gennaio 2025
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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** Immagine creata da redazione Opinione tramite Intelligenza artificiale – Chat Gpt **
PARTE LA MOBILITAZIONE DEI MEDICI: INIZIATIVE IN TUTTE LE REGIONI E MANIFESTAZIONE A ROMA A MAGGIO
Presentato il Manifesto Unitario. Una grande manifestazione unitaria a maggio prossimo che vedrà sfilare per le vie di Roma i medici, dipendenti e convenzionati, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali, i medici del territorio e gli specializzandi, riuniti sotto lo slogan INVESTIRE SUI MEDICI PER SALVARE IL SSN. Nel frattempo in tutte le Regioni saranno organizzate varie iniziative intersindacali per sensibilizzare i professionisti.
Questo il pacchetto promosso da ANAAO ASSOMED – CIMO-FESMED – ALS – GMI – FIMMG – FIMP – SUMAI – SMI – SNAMI – FTM con il sostegno della FNOMCEO e la partecipazione di CITTADINANZATTIVA per dar voce ai diritti dei medici.
I sindacati, che oggi hanno riunito i direttivi nazionali a Roma, fanno fronte comune per richiedere la definizione di atto medico, una revisione della responsabilità medica, l’adozione di misure volte a rendere attrattiva e a riqualificare la professione, sicurezza sui luoghi di lavoro, un rapporto medico-paziente rinsaldato, la definizione di un nuovo patto per la salute e l’adozione di un approccio “One Health”.
“Oggi – dichiara Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED – veniamo giudicati da ben quattro tribunali che agiscono parallelamente e sono indipendenti l’uno dall’altro di cui il peggiore è quello mediatico. Una denuncia a carico di un medico equivale a una condanna senza processo, anche se nel 97% dei casi il medico è innocente.
Chiediamo quindi di depenalizzare l’atto medico per rendere i professionisti più sicuri come peraltro avviene resto del mondo per rendere le cure sicure”
“Chiediamo – ha dichiarato Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED – una definizione puntuale di atto medico e la delimitazione delle competenze di ciascun professionista sanitario. L’attuale anarchia dei ruoli e i ripetuti attacchi alla nostra professione, che paga il prezzo più alto in termini di responsabilità professionale, sono inaccettabili e mettono a rischio la sicurezza delle cure”.
Per i giovani medici ALS e GMI “investire nel SSN significa anche investire nei medici e sanitari in formazione specialistica, 40.000 giovani professionisti che attualmente, unici in Europa, sono inquadrati come studenti e non come professionisti, conservando i doveri connaturati all’essere medico abilitato, comprese le responsabilità legali, senza i corrispettivi diritti e con una qualità formativa gravemente compromessa dalle carenze delle scuole sul piano formativo e didattico. La scellerata gestione universitaria della formazione degli specialisti del domani ha creato e crea numerosi problemi: burnout, carenza in alcune specialità (prima tra tutte MEU) ed emigrazione estera. Chiediamo un cambio d’inquadramento lavorativo incardinato nel CCNL che dia dignità lavorativa, formativa e retributiva ad una intera generazione di giovani medici sul modello di molti altri Stati europei, lasciando alle università la responsabilità della formazione teorica”.
Sul fronte dei medici convenzionati “la medicina generale – ha dichiarato Silvestro Scotti, Segretario Generale FIMMG – sperimenta sulla propria pelle il paradosso di una digitalizzazione che, invece di sostenere, schiaccia il medico sotto la pressione della burocratizzazione informatica. Un tema che oggi affligge la medicina generale, ma che si allargherà presto a macchia d’olio a tutta la professione. Solo nell’ottica di un confronto costante e costruttivo che veda dialogare la categoria nel suo complesso con le istituzioni, mettendo al centro i bisogni di salute dei cittadini, si può riuscire a ridurre il carico burocratico e fare in modo che l’evoluzione digitale sia realmente una risorsa e non la “forma 3.0” della burocrazia”.
Uno sguardo particolare va anche ai pazienti pediatrici. “Oggi – ha dichiarato Antonio D’Avino, Presidente Nazionale FIMP – bambini e adolescenti sono fragili, anime di cristallo non immediatamente visibili. È proprio su queste fragilità e sulla salute mentale che come Pediatri di Famiglia saremo chiamati a intervenire. Ma non possiamo farlo senza risorse e strumenti in grado di valorizzare il medico e l’atto medico, attrarre nuove generazioni di professionisti e costruire una sanità sostenibile nel lungo periodo”.
“Inadeguate le attuali retribuzioni dei medici nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in relazione alle responsabilità e ai ruoli che ricoprono – ha dichiarato Antonio Magi, Segretario Generale SUMAI Assoprof – che inoltre non riflettono il valore del lavoro svolto dai professionisti della salute, evidenziando l’importanza di garantire compensi equi per attrarre e mantenere talenti nel settore. Anacronistico è il regime delle incompatibilità soprattutto in un contesto in cui si fa fronte a una crescente carenza di medici specialisti. È dunque necessaria una revisione delle normative esistenti che potrebbe contribuire a migliorare la situazione, permettendo ai medici di operare in modo più flessibile e di rispondere meglio alle esigenze del sistema sanitario e dei pazienti”.
“Le difficoltà che le donne medico, soprattutto quelle di medicina generale – dichiara Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani (SMI) – vivono sulla loro pelle sono legate alla mancanza di tutele in materia di gravidanza e maternità, malattia, infortuni, alla difficoltà di conciliazione vita/lavoro. Occorre garantire questi diritti per far fronte alla crescente femminilizzazione della professione”.
“Meno burocrazia, più salute: la sanità è un diritto. Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è al limite, ha dichiarato Angelo Testa Presidente SNAMI. Sempre più cittadini sono costretti a pagare di tasca propria per accedere alle cure, mentre i medici dedicano oltre il 40% del loro tempo a una burocrazia inutile che li allontana dai pazienti. Chiediamo l’abolizione di note AIFA e piani terapeutici complessi, che rallentano le cure e aggravano il disagio di professionisti e cittadini. È il momento di difendere il diritto alla salute, ripristinando un sistema che metta al centro le persone e non gli interessi di pochi. La sanità pubblica è un bene comune: noi medici siamo pronti a mobilitarci per difenderla”.
In allegato il MANIFESTO UNITARIO
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INVESTIRE SUI MEDICI PER SALVARE IL SSN
Esiste un enorme problema di Governance del sistema sanitario, in un paese in cui Governo e Regioni continuano a rimpallarsi responsabilità e decisioni, ma nessuna delle due istituzioni appare essere oggi, e da troppo tempo, interlocutore dei medici.
Non si parla più con i medici ma si continuano a immaginare scenari e ad elaborare leggi tampone che non fanno altro che destrutturare il ruolo del medico nella società civile e nel rapporto con i cittadini.
Occorrono un luogo e un sistema di confronto per una fattiva collaborazione tra medici e istituzioni, centrali e periferiche, per l’evoluzione del SSN che parta dalla salvaguardia della sanità pubblica e dei suoi professionisti. Vogliamo un sistema che torni a mettere la salute pubblica al primo posto, costruito attorno alle esigenze delle persone e non alle logiche economiche. Serve un nuovo patto per la salute, che nasca dal confronto tra medici, istituzioni e cittadini, per costruire insieme un modello di sanità che sia davvero inclusivo, umano e sostenibile.
È fondamentale garantire alle persone minori un accesso equo ai servizi sanitari su tutto il territorio nazionale e all’interno delle singole regioni è un obiettivo imprescindibile: investire sui medici e sui pediatri significa tutelare la salute del futuro capitale umano della Nazione. In quest’ottica, l’area pediatrica riveste un ruolo strategico per garantire un monitoraggio e un intervento tempestivo sui bisogni di salute della popolazione più giovane, promuovendo la prevenzione e riducendo le disuguaglianze di accesso ai servizi essenziali.
Il lavoro del medico manca oggi delle tutele più elementari, oltre che dei requisiti minimi di sicurezza delle cure. L’assenza di attrattività della professione, la burocratizzazione, la mancanza di sicurezza, il mutato ruolo sociale, portano oggi i medici, anche delle nuove generazioni, a scegliere sempre più spesso di andare a lavorare nel privato o, peggio, all’estero. Un circolo vizioso che rende ancora meno accessibile la cura ai pazienti per carenze organizzative e di personale. La crescente burocratizzazione sta distogliendo i medici dal loro compito principale: prendersi cura delle persone. Questi vincoli amministrativi, spesso inutilmente complessi, non solo sottraggono tempo prezioso al rapporto medico-paziente, ma alimentano anche il disagio dei professionisti e aumentano i costi indiretti per i pazienti.
Anche l’evoluzione digitale, che dovrebbe essere di aiuto, molte volte diventa una burocratizzazione informatica e invece di facilitare il rapporto umano medico-paziente, lo complica e lo rende sempre più residuale, riducendo di fatto anche il valore stesso della firma e della diagnosi prescrittiva. Dobbiamo ripartire dalla centralità del cittadino e dal suo diritto a ricevere cure di qualità senza ostacoli né barriere. Questo significa liberare i medici dalle catene della burocrazia e ripristinare il valore del loro giudizio clinico.
Occorre inoltre rafforzare la parità di genere nella professione sia dal punto di vista economico che per la carriera: le donne medico rappresentano ormai il 60% della professione, con punte del 75% nelle regioni del nord del paese. Si deve mettere al centro del dibattito il tema delle tutele, come maternità e diritto ai tempi di conciliazione, sia tra vita e lavoro, sia nello sviluppo della professione.
È necessario intervenire precocemente anche sulla salute del bambino, implementando programmi estensivi di prevenzione, di educazione sanitaria e di promozione di corretti stili di vita. Queste azioni rappresentano una strategia essenziale per il Servizio Sanitario Nazionale al fine di influenzare positivamente non solo la salute dell’adulto di domani, ma anche lo sviluppo psicofisico dei bambini, per una genitorialità consapevole.
Serve anche una particolare attenzione alle problematiche dei giovani medici, alla programmazione e all’accesso alla professione le cui politiche oggi sono influenzate da proposte populistiche che, come nel passato, rischiano di riverberarsi negativamente sulla professione. Abbiamo vissuto con grande disagio il tempo dell’imbuto formativo. Oggi invece siamo preoccupati dell’imbuto professionale e della pletora medica, frutto ancora una volta di una errata programmazione.
Nasce oggi un movimento che ci auguriamo possa essere sempre più largo e che non riconosce leadership personali o sindacali, ma si identifica in un’idea diversa di sanità, un’idea diversa di professionista.
Nasce un movimento che punta a dialogare contestualmente con istituzioni che abbiano un ruolo ben definito e con i cittadini, rispetto ai quali abbiamo il dovere e il diritto di riacquisire un rapporto che sostituisca quello economicistico verso cui è virato.
Nasce oggi una mobilitazione allargata alla società, ai medici tutti.
Non rivendichiamo diritti sindacali, ma rivendichiamo il diritto come medici di poter svolgere serenamente il nostro lavoro, e come cittadini, di continuare ad avere un servizio di cure pubblico, umano, condiviso e universale, come sancisce la nostra Carta costituzionale. E per poter raggiungere tali obiettivi, riteniamo essenziale:
1. La definizione di atto medico
2. La revisione della responsabilità medica
3. Rendere attrattiva e riqualificare la professione medica
4. Garantire la tutela dei professionisti e la sicurezza sui luoghi di lavoro
5. Rinsaldare il rapporto medico-paziente
6. La definizione di un nuovo patto per la salute
7. L’adozione di un approccio “One Health”
Inizieremo con manifestazioni locali e regionali che porteranno all’attenzione dei cittadini e delle istituzioni regionali le nostre istanze, le nostre proposte, le nostre aspettative.
Non ci fermeremo finché non vedremo un cambiamento reale, che restituisca dignità ai medici, accessibilità alle cure e un futuro al nostro Servizio Sanitario Nazionale.
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ANAAO ASSOMED
CIMO-FESMED
ALS
GMI
FIMMG
FIMP
SUMAI
SMI
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