Norme anti Covid bocciate dal giudice: «Erano ingiuste, ai cittadini 10 euro di risarcimento». Ecco la sentenza

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di
Floriana Rullo

La sentenza ad Alessandria,«le posizioni espresse dall’attuale Consiglio dei ministri» in materia di pandemia e vaccini sono «quasi una sorta di confessione stragiudiziale»

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Dieci euro di risarcimento per un danno non patrimoniale subito a causa delle misure restrittive imposte dal governo per fronteggiare la pandemia Covid. È quanto deciso dal giudice di pace di Alessandria, Paolo Olezza, che ha sollevato un dibattito su giustizia e diritti dei cittadini riguardo alle norme anti Covid. Sono una ventina i cittadini, assistiti dall’avvocato Alberto Costanzo di Alessandria, che hanno ottenuto il riconoscimento del risarcimento.

L’impatto sulla vita quotidiana

La causa è stata avviata contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la quale si era opposta alle richieste di risarcimento, sostenendo che le misure adottate fossero necessarie e adeguate per garantire la salute pubblica. I ricorrenti hanno argomentato che le restrizioni avessero avuto un impatto negativo sulla loro vita quotidiana, causando disagio e frustrazione. E il giudice di Pace gli ha dato ragione.




















































Il diritto al risarcimento

Secondo le motivazioni della sentenza emessa ad Alessandria: «Tale compressione, avendo come premessa una dichiarazione di stato di emergenza per l’intero territorio nazionale, non prevista dalla Carta costituzionale, costituisce un fatto illecito che legittima il cittadino italiano, sottoposto in quanto tale alla compressione dei propri diritti per un lungo periodo, ad essere risarcito ai sensi dell’art. 2043 c.c.».

La privazione del reddito

Sulla sospensione dal lavoro il Giudice alessandrino ha anche osservato: «Se il soggetto viene privato del reddito necessario al sostentamento proprio e di chi, da esso, ne dipende, conserva ancora il diritto alla salute oppure questo viene corroso?».  Sul profilo della sicurezza del vaccino Covid ha ricordato come «nessuna norma, neppure quelle a tutela della salute pubblica, possono comprimere il diritto alla vita e alla dignità del singolo cittadino».

I diritti costituzionali 

«La violazione dei diritti costituzionalmente tutelati da parte delle norme emergenziali appare pacifica – scrive il giudice Paolo Olezza –. Certamente le norme emanate hanno violato la libertà personale, di movimento, di associazione, al lavoro (artt. 13, 16, 18, 4 e 35 Cost.). Scrive ancora il Giudice: «appurato che è ormai acquisita la responsabilità civile dello Stato-legislatore per la promulgazione di norme illegittime […] emerge un chiaro profilo di grave colpa o dolo in capo a chi promosse la normativa. Le posizioni espresse dall’attuale Consiglio dei Ministri, questo giudicante osserva trattarsi quasi di una sorta di confessione stragiudiziale del carattere illecito della normativa oggetto di causa. Non può passare inosservato che, nel presente giudizio, l’Ente convenuto (Presidenza del Consiglio dei Ministri) sta sostenendo tesi opposte rispetto a queste dichiarazioni pubbliche, e questa circostanza vanifica non poco la credibilità delle sue difese». 

Le dichiarazioni di Salvini

Per dare torto alla Presidenza del Consiglio, il giudice di pace Paolo Olezza, di Alessandria, ha utilizzato una serie di «autorevoli rappresentanti del Consiglio dei ministri e della maggioranza che lo sostiene»: si tratta di Matteo Salvini, vicepremier, Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, Marco Lisei, presidente della commissione parlamentare di inchiesta. Le loro dichiarazioni hanno smentito le tesi sostenute dalla Presidenza del Consiglio durante la causa e quindi, secondo il giudice, l’ente deve soccombere e pagare dieci euro a ricorrenti.

I commenti

Il riferimento, da quel che si ricava dalla sentenza, sono i commenti che hanno accompagnato il decreto legge 202 del 2024 sulla cancellazione delle multe ai No Vax. Secondo il giudice i politici in questione hanno fatto capire che le multe furono «una forzatura», che «nella normativa emergenziale ci sono stati `errori´ in buona fede ma forse anche in mala fede», che «la gestione di quel periodo è stata obiettivamente sbagliata», che «era legittimo il timore del vaccino posto che alcuni vaccini hanno causato dei morti».

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Il precedente

Non è la prima volta che una sentenza mette in discussione lo stato di emergenza attuato durante il Covid. Già nell’agosto 2020, il giudice di pace di Frosinone Emilio Manganiello aveva annullato le sanzioni per «l’illegittimità dello stato di emergenza». 

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28 gennaio 2025 ( modifica il 28 gennaio 2025 | 16:35)

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