Ecco! Ci siamo.
Nell’articolo “Il terzo potere in fibrillazione”, pubblicato il 24 gennaio 2025 su “Zona Franca News”, (https://search.app/9kA2MD7VskG2rJ3L6), disquisendo, con la semplicistica logica del cittadino, sull’Ordinamento della Repubblica Italiana, si è concluso che, dei tre Poteri dello Stato, tutti autonomi e indipendenti, il Legislativo e l’Esecutivo sono poteri collegiali e soggetti a valutazione, il Giudiziario è potere individuale (assegnato al singolo Magistrato) e insindacabile.
Già con si capisce come mai ci debba essere un conflitto insolubile fra i Poteri che ne nasce un altro in relazione alla Riforma Nordio sulla “separazione di carriera dei Magistrati: di là, quella dei Magistrati Requirente; di qua, quella dei Magistrati Giudicanti”.
La riforma, che fa parte del programma elettorale della attuale maggioranza votata democraticamente dagli elettori, è passata, in prima lettura, alla Camera, con un consenso superiore (con Azione e +Europa) alla maggioranza politica. Tuttavia, la Magistratura, o meglio l’Anm (Associazione Nazionale dei Magistrati) è sul piede di guerra.
Che dice Giuseppe Santalucia, presidente della Anm? Dice: “Una riforma inemendabile che non migliora la giustizia e non rafforza indipendenza e autonomia dei giudici”. Perbacco, Riforma incorreggibile, da eliminare.
Quali sono le iniziative di lotta prevista dall’Anm?
Ebbene: una giornata di sciopero (27 febbraio 2025) e manifestazione di protesta, durante il rito della inaugurazione dell’anno giudiziario: “tutti i magistrati partecipanti … con toga indosso (ndr: e coccarda tricolore) e Costituzione alla mano, abbandonino l’aula … nel momento in cui il ministro … prenda la parola, …”.
Sciopero? Come fa un Potere dello Stato a scioperare? Che vuol dire? Contro chi potrebbe scioperare un Potere dello Stato? Contro l’Esecutivo eletto dal Parlamento e nominato dal Presidente della Repubblica? Contro il Parlamento eletto dal Popolo in libere e democratiche elezioni? Contro il Popolo?
E se gli altri due Poteri, il Governo e il Parlamento, si mettesse a scioperare? Siamo alle comiche.
Scioperando, dove vorrebbe arrivare il Potere Giudiziario? Impedire, forse, al Potere Legislativo di esercitare le sue funzioni costituzionali, ovviamente a danno dell’allibito Popolo, vittima seriale predestinata e sacrificabile? Ma non è anticostituzionale?
Certo, con i sofismi giuridici, si può affermare qualunque cosa sia pro che contro; fino a falsificare la Costituzione. Tanto, i cittadini, gli unici che dovrebbero avere certezze, non contano nulla icosì come sono n balia di una politica che appare non avere strategie e di una Magistratura incomprensibile.
Intanto, a Roma, l’inaugurazione dell’anno giudiziario si è svolta senza patemi: della protesta dei Magistrati, nessun segnale. Qualcosa si è visto in qualche sede secondaria, ma niente di più. C’è il dubbio, pensiero divertente, che i Magistrati non si siano ricordati dove abbiano conservato il libro della Costituzione e, soprattutto, non siano riusciti a recuperare una coccarda tricolore.
Usiamo la Scienza dell’Organizzazione per comprendere la “job description” (ruolo) e il “job profile” (competenze ed attitudini) del lavoro di un Magistrato che, ricordiamo è autonomo, indipendente, insindacabile.
Il Magistrato Requirente ha il ruolo di indagare se un cittadino abbia offeso la legge, con il presupposto della presunzione di innocenza al di là di ogni ragionevole dubbio. Deve possedere, pertanto, competenze e attitudini, per capirci simili a Sherlock Holmes. Ciò non accade spesso perché se si padroneggiassero queste competenze ed attitudini, non ci sarebbero tanti errori giudiziari.
Il Magistrato Giudicante ha il ruolo, con lo stesso presupposto del Requirente, di certificare prove e accuse a lui sottoposte, in perfetto equilibrio di pensiero critico, in una difficile prova di libertà da pregiudizi e influenze.
Anche il salumiere sotto casa si rende conto che sono due carriere diversissime fin dalla diversità delle attitudini ben prima di ogni formazione, di ogni esame di carattere tecnico (norme, leggi e procedure), di percorso da tirocinio.
La separazione delle carriere è nei fatti, ab origine. Tanto che è impensabile una migrazione da un ruolo ad un altro perché sono ciascuno percorsi “specializzati” e “specialistici”. Si potrebbe aggiungere, come osservazione alla Riforma, che è impensabile che la torma dei Magistrati “distaccati” presso la Pubblica Amministrazione possa ricoprire i due ruoli citati semplicemente perché hanno il timbro della “burocratizzazione”.
Se ci riferissimo allo Statuto della Anm, dove l’ Art. 2 – “Scopo della Associazione”, comma 5 recita: “dare il contributo della scienza ed esperienza della magistratura nella elaborazione delle riforme legislative, con particolare riguardo all’Ordinamento Giudiziario”, ci si sarebbe dovuto aspettare che proprio la Associazione avrebbe dovuto proporre la separazione delle carrire.
Nei fatti, nella Riforma non c’è sentore, nemmeno alla lontana, di un cambio di prerogative del Magistrato che rimane autonomo, indipendente e indsindacabile.
Eppure, in una intervista a Roberta Lisi del 20 gennaio 2025, Giuseppe Santalucia sostiene che “lo scopo e l’effetto di quel progetto sarà ridurre l’autonomia della magistratura e spostare l’azione dei pubblici ministeri sono il potere esecutivo”; e, inoltre che il progetto “altera un equilibrio consolidato tra i poteri dello Stato in danno dell’ordine giudiziario, che significa in danno della cittadinanza … Perché una volta che il pubblico ministero è sottratto all’unica magistratura si creano le premesse per una diversa modulazione della sua indipendenza, della sua autonomia… Domani anche il pubblico ministero potrebbe essere in qualche modo molto più vicino alla sfera di influenza dell’esecutivo … Oggi il CSM è l’interlocutore dialettico del ministro sui grandi temi dell’amministrazione della giustizia. Domani ci saranno due Csm, ciascuno parlerà per la sua magistratura e nessuno sarà in grado di interpretare il ruolo di interlocutore dialettico …”.
Il tutto accompagnato da una richiesta di maggiori risorse economiche.
Come? “equilibrio consolidato”? Ma non è l’equilibrio costituzionale dei Poteri? E, perché i due Csm non saranno in grado di fare quello per cui sono costituiti? Mistero!
Tesi sostenute a spada tratta anche da Francesco Cundari nella sua newsletter “La Linea”.Cundari dice: “Più che il merito della riforma Nordio preoccupano le intenzioni dei riformatori”.
Siamo alle solite. Il dettato della Riforma passa in secondo piano. Al suo posto, catastrofismo a gogò, processo alle intenzioni, sentenza inappellabile, discriminazione fra buoni e cattivi, conflitto certo.
Il tutto condito con il diritto di tracimazione, presentato come legittimo e aderente alla Costituzione, di un Potere dello Stato, proprio quello che dovrebbe applicare la Legge, nell’area di competenza di un altro Potere dello Stato, proprio quello che la Legge la dovrebbe fare.
Può una Repubblica sopravvivere in questo sconquasso?
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