Perché abolirei la Commissione Rally Storici Aci Sport

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Si rende necessaria una riflessione profonda sul futuro della Commissione Rally Storici. L’idea di abolirla e inglobare la specialità nella Commissione Rally potrebbe rappresentare una soluzione pratica ed efficiente. Dopo tutto, si tratta pur sempre di rally, con le stesse dinamiche e problematiche organizzative. Una Commissione in meno non solo ridurrebbe i costi…

Nel panorama rallistico italiano, i Campionati Italiani Rally Storici si avviano a un’altra stagione con un carico di incertezze e disorganizzazione che rischiano di compromettere l’intero movimento. Alla fine di gennaio, con i nastri di partenza ormai vicini, piloti, copiloti e team navigano in un clima di caos totale: i regolamenti promessi tardano ad arrivare, e quelli vecchi, ormai superati, rischiano di essere riconfermati per mancanza di alternative. Una situazione che non solo mette in difficoltà gli addetti ai lavori, ma evidenzia profonde inefficienze all’interno della Commissione Rally Storici dell’ACI Sport.

La questione principale ruota attorno alla mancata approvazione dei nuovi regolamenti, che avrebbero dovuto essere finalizzati e pubblicati entro la fine del 2024. Questo ritardo è aggravato da un blocco decisionale dovuto a vicende politiche che hanno congelato la Giunta Sportiva dell’ACI, paralizzando di fatto tutte le attività degli organi elettivi. Le elezioni di Angelo Sticchi Damiani, annullate da un provvedimento del Governo Meloni, hanno gettato l’intero sistema in una crisi amministrativa che si riflette ora in maniera drammatica sui campionati storici.

Nonostante le rassicurazioni della Commissione Rally Storici, presieduta dall’ingegnere Paolo Cantarella, che dichiara di aver completato le necessarie modifiche regolamentari, nulla è stato approvato. Questo ritardo appare ancora più grave se paragonato all’operato di altre Commissioni dell’ACI Sport, come quella dedicata ai rally moderni, che ha concluso il proprio lavoro in tempo utile, garantendo regole chiare e certezza ai partecipanti. Il confronto è impietoso e rende evidente la mancanza di coordinamento e uniformità nell’organizzazione federale.

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Le conseguenze sono gravissime. I team e gli appassionati, già provati dagli alti costi e dalla complessità gestionale di questa disciplina, si trovano ora costretti a navigare a vista, senza sapere quali regole si applicheranno alle gare imminenti. La serie Tricolore su terra, ad esempio, sta per partire in un contesto di assoluta incertezza, con un rischio concreto di penalizzazioni per il Gruppo Classico (ma guarda un po’ che combinazione…), che avrebbe dovuto beneficiare di correttivi regolamentari per valorizzarne la partecipazione. Questa confusione, che penalizza una categoria già fragile, potrebbe tradursi in una significativa perdita di iscritti e di interesse per i rally storici.

A complicare ulteriormente il quadro, il blocco delle attività delle Commissioni e dei fiduciari regionali, in vigore dal 31 dicembre scorso e destinato a protrarsi almeno fino alle nuove elezioni. Questo vuoto decisionale non è altro che l’epilogo di una gestione poco lungimirante e incapace di affrontare con tempestività i problemi strutturali del settore. Se la Commissione Rally Storici avesse lavorato con la stessa efficacia delle Commissioni Rally Moderni o Slalom, questa situazione poteva essere evitata. Le altre Commissioni hanno infatti concluso il loro lavoro entro la fine dell’anno, rispettando le scadenze e dimostrando attenzione per gli operatori del settore.

L’immobilismo politico e gestionale della Commissione Rally Storici non può più essere tollerato. I rally storici, con il loro patrimonio culturale e sportivo, meritano maggiore rispetto e considerazione. La stagione rallistica dovrebbe essere un momento di entusiasmo, di celebrazione delle auto d’epoca e delle competizioni del passato, ma queste criticità rischiano di soffocare l’interesse e la passione di chi ogni anno si impegna per partecipare. Il rischio è che il settore subisca un deterioramento irreversibile, con ricadute economiche e sportive difficili da sanare.

Di fronte a questo scenario, si rende necessaria una riflessione profonda sul futuro della Commissione Rally Storici. L’idea di abolirla e inglobare la specialità nella Commissione Rally potrebbe rappresentare una soluzione pratica ed efficiente. Dopo tutto, si tratta pur sempre di rally, con le stesse dinamiche e problematiche organizzative. Una Commissione in meno non solo ridurrebbe i costi, ma garantirebbe anche una maggiore coesione e omogeneità nella gestione delle competizioni.

È tempo che l’ACI Sport dimostri senso di responsabilità e adotti una visione strategica per il futuro dei rally storici. Questo settore non può più essere ostaggio di inefficienze burocratiche e dinamiche politiche. Servono decisioni rapide e incisive, per restituire ai praticanti la serenità e la chiarezza necessarie a competere con entusiasmo. Solo così sarà possibile restituire dignità a un mondo che rappresenta una parte fondamentale della storia del motorsport italiano.





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