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In Salento un’alleanza tra boss mafiosi per vendere stupefacenti
BARI, 29 GEN – Il traffico di droga continua ad
essere il core-business della mafia leccese: la novità che
emerge dalle indagini che stamani hanno portato i carabinieri di
Lecce ad arrestare 87 indagati è l’apertura dei clan a possibili
“collaborazioni” fra gruppi criminali salentini, che avrebbero
costituito una sorta di “joint venture” che abbraccia più
sodalizi capeggiati da boss mafiosi. Attorno al narcotraffico
ruoterebbero le estorsioni per debiti di droga,
l’autoriciclaggio e la violazione della legge sulle armi, tutti
reati, aggravati dal metodo mafioso, che avrebbero generato un
lucroso giro d’affari per i clan. Gli indagati sono
complessivamente 112: per 87 è stata emessa misura cautelare:
per 56 indagati è stato disposto il carcere, per 31 i
domiciliari.
L’indagine, condotta dal 2020 al 2024 dai Carabinieri del
Nucleo Investigativo di Lecce, coinvolge indagati di elevato
spessore criminale, fra cui spicca il detenuto Antonio Marco
Penza, operativo a Lecce e già condannato per mafia, nonché i
suoi due principali referenti territoriali come Andrea Leo,
anche lui già condannato per mafia, operante a Vernole,
Melendugno e paesi limitrofi, e Francesco Urso, attivo sul
territorio di Andrano. Questi ultimi due sarebbero stati capaci
di gestire un vero e proprio monopolio del traffico e dello
spaccio di droga avvalendosi della loro appartenenza al clan
mafioso de Penza. Il gip, su richiesta della Dda di Lecce, ha
contestato a 18 indagati l’associazione mafiosa.
Negli atti è contestato il tentato omicidio avvenuto a Lecce
nel 2014 ai danni dell’allora 46enne Massimo Caroppo. I
carabinieri ritengono di essere riusciti ad identificare i
presunti autori dell’agguato maturato per un regolamento di
conti per fatti di droga. Sono in corso sequestri preventivi a
carico di alcuni indagati che hanno accumulato con il
narcotraffico ingenti quantità di denaro tra beni immobili
(terreni e fabbricati), autovetture e rapporti finanziari, per
un valore complessivo di circa un milione e settecentomila euro.
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