Brescia calcio, Maran concede il bis: obiettivo salvezza

Massimo Cellino non aveva voglia di cambiare ancora allenatore. Ma ha ancora meno voglia di retrocedere in Serie C: sarebbe un nuovo inferno, dopo essersi aggrappati a un lenzuolo con la città in fiamme nell’estate del 2023. Attenzione, il quadro ora non è ancora così disperato: questa crisi senza fine, nella quale la squadra si è avviluppata ingrigendo anche l’umore di un presidente già cupo (da tempo), non ha portato il Brescia in zona retrocessione a quindici giornate dal termine. Ci sono ancora tre punti di margine, sono pochi, ma non sono poi troppo superiori – cinque – quelli che separano le rondinelle dai play off, anche se nessuno guarda più chi sta davanti. 

La Serie B resta il campionato dei pareggi, dell’equilibrio asfissiante, e i 10 pareggi nelle ultime 16 giornate – a fronte di una sola vittoria e di cinque sconfitte – hanno almeno consentito di tenere la testa fuori dall’acqua e, soprattutto, di non far tornare a galla alcune avversarie dirette (Samp e Salernitana). Per rivedere la luce, però, serve un’inversione di tendenza immediata e il doppio impegno ravvicinato con Carrarese (domenica, in trasferta) e Salernitana (venerdì 7 febbraio, in casa) è stato visto come il momento giusto per tentare la strambata, sperando sia definitiva. 

Per questo ieri, a Torbole Casaglia, è tornato Rolando Maran a dirigere l’allenamento dei suoi. Cinquanta giorni fa, quando Pierpaolo Bisoli venne chiamato al suo posto, la situazione era identica: scherzi da calendario asimmetrico, che ora ripropone lo schema di allora con gli stessi due club sulla strada dopo che il Catanzaro, all’andata e al ritorno, ha già sentenziato sia la fine del primo Maran sia l’inizio del suo secondo tempo.
Il momento decisivo, per capire il destino nel medio periodo del Brescia (quello sul lungo periodo, per ora, è ignoto anche a chi lo comanda), è questo. Ecco perché ieri mattina il club ha ufficializzato quanto era già emerso nella serata di lunedì, quando l’ex allenatore aveva appreso con una non celata amarezza di essere stato esonerato.

Bisoli senior ritiene di aver lavorato bene e di aver fatto crescere la squadra. Quando parlava in conferenza stampa di futuro, non fingeva: ha ragionato (in buona fede, eppure conosceva bene Cellino e la piazza…) sui sei mesi e non sul presente. Si parla di aspetto fisico, ma anche di rilancio di alcuni interpreti, graditi ai piani alti, che con Maran non avevano mai trovato spazio. Ogni riferimento a Nuamah, Papetti e Calvani non è puramente casuale, mentre è stato escluso dalle gerarchie quel Bjarnason cui Maran si era aggrappato più volte. Nota a margine: l’islandese, pur con 358 minuti di utilizzo, resta il cannoniere della squadra insieme a Moncini. Sono nodi che il rientrante «Rolly» dovrà sciogliere, così come sarà chiamato a recuperare un rapporto di fiducia con la dirigenza che era andato lacerandosi. 

Non è un mistero che ci sia stata anche un’indicazione chiara del direttore sportivo, Renzo Castagnini, a spingere il club verso una decisione che in altre occasioni (come l’esonero precedente di Maran stesso, comunicato al diretto interessato a poche ore dal ko a Catanzaro) il presidente avrebbe preso di pancia. Era un altro Cellino, forse. La speranza è che il Brescia ritrovi però il Maran di una volta, perché con lui è sempre stato al sicuro. I suoi non sono ritmi da giro veloce, ma la macchina è arrivata sempre al traguardo. Ora che non è più il tempo dei sogni (irrealizzabili), sembra l’uomo giusto. Come prima, più di prima.

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