il taglio dei costi non basta per erogare dividendi

PORDENONE – Electrolux inverte il trend e chiude l’anno con un aumento delle vendite e un reddito operativo decisamente positivo, raggiungendo il target dei 4 miliardi di corone (circa 350 milioni di euro) di riduzione dei costi. Tuttavia, l’utile netto rimane ancora negativo e non ci sarà remunerazione per gli azionisti. Yannick Fierling, Ad di Electrolux dal primo gennaio scorso che entrerà nel consiglio di amministrazione del gruppo in occasione dell’assemblea degli azionisti prendendo il posto di Jonas Samuelson, ha presentato i conti del 2024 e del quarto trimestre, che ha registrato le migliori performance per la multinazionale svedese, con un incremento delle vendite dell’11,5%. Grazie a maggiori volumi e a un mix di prodotto positivo, Electrolux ha chiuso il trimestre con un reddito operativo di oltre 1 miliardo di corone svedesi (91,6 milioni di euro), rispetto a un risultato negativo nello stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo un margine del 2,8% (- 9% dell’anno scorso). Il mercato sudamericano ha trainato la crescita, con un margine operativo dell’8%, mentre in Europa, Medio Oriente, Asia Pacifico e Africa il margine operativo è aumentato al 4,8%. Anche il reddito operativo in Nord America è stato positivo.

La strategia

«Nel quarto trimestre – ha spiegato Yannick Fierling – abbiamo continuato a fare progressi nelle nostre iniziative di riduzione dei costi, mentre l’offerta di prodotti innovativi ha contribuito a realizzare una crescita organica dell’11,5%». Parlando di strategie, l’Ad ha ribadito l’intenzione di «coltivare i punti di forza locali e puntare su ciò che ci differenzia sul mercato, sfruttando allo stesso tempo la nostra dimensione globale per guidare l’innovazione e il mix, il tutto in modo efficiente in termini di costi».

«Electrolux – ha aggiunto Fierling – ha una cultura e un’eredità uniche che è importante proteggere, aumentando allo stesso tempo velocità e agilità». Guardando ai mercati, l’area europea ha raggiunto un margine operativo interessante del 4,8% (rispetto all’1,9% dell’anno scorso), nonostante una certa prudenza dei consumatori. «Il mercato in Europa ha osservato l’Ad continua ad essere guidato dalle sostituzioni di elettrodomestici», mentre il settore delle cucine integrate, ovvero con gli elettrodomestici ad incasso, «si è stabilizzato su livelli bassi». L’incertezza continuerà a caratterizzare il 2025 causa «il potenziale impatto sulla domanda di elettrodomestici delle nuove politiche commerciali negli Usa», ha spiegato Fierling, con un implicito riferimento alla politica dei dazi annunciata dal presidente Trump. l’Ad ha anche accennato ai tassi di interesse, la cui riduzione ad opera della Bce in Europa potrebbe non avere effetti immediati nella spinta all’acquisto dei consumatori. In sostanza, il 2025 potrebbe essere un anno di sostanziale stabilità. Electrolux incrementerà gli investimenti in innovazione e marketing (ricordiamo il recente prestito della Bei al gruppo per sviluppare nuove tipologie di prodotti innovativi e green, compito assegnato in primis al centro di ricerca e sviluppo di Porcia).

Timore per i dazi

Tra i fattori negativi ci sono le possibili difficoltà valutarie, mentre non si attendono variazioni dei costi delle materie prime, e proseguiranno le azioni di efficientamento e riduzione dei costi, dalle quali il gruppo stima un contributo agli utili di 3,5-4 miliardi di corone, in linea con il dato del 2024. Il trend positivo registrato da Electrolux nel quarto trimestre ha trovato riscontro nell’andamento degli stabilimenti italiani che, sulla base di un accordo di gruppo siglato a ottobre con i sindacati, avrebbero dovuto riattivare i contratti di solidarietà in questo mese di gennaio, cosa che non è accaduta né a Porcia, né a Solaro, né a Forlì, mentre Susegana prosegue un periodo decisamente brillante in termini di volumi e ordini, tanto da pianificare assunzioni. Non così dinamica è Porcia, tuttavia lo stabilimento ha lavorato a regime a gennaio e probabilmente la stessa cosa accadrà a febbraio, rinviando quindi l’eventuale riattivazione della solidarietà forse al mese di marzo.