Ddl sicurezza, salto nel buio per la democrazia

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Il testo voluto dal centrodestra, approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato, mette sotto pressione lo Stato di diritto. E mentre il presidente Mattarella e le istituzioni europee chiedono sostanziali modifiche, il numero di persone detenute aumenta a dismisura

Andrea OleandriResponsabile comunicazione di Antigone

31 gennaio 2025

Il ddl sicurezza, l’iniziativa del governo che potrebbe cambiare, indebolendolo, lo Stato di diritto, è stato approvato alla Camera lo scorso mese di settembre ed è attualmente in discussione al Senato. In caso di fumata bianca, il provvedimento porterebbe all’introduzione di numerosi, nuovi reati, come ad esempio il blocco di strade o ferrovie durante le manifestazioni o quello di rivolta penitenziaria (che si applicherebbe anche alle forme di resistenza passiva e non violenta).

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Senza dimenticare la cancellazione del differimento della pena in carcere per le detenute madri di bambini nei primi mesi di vita o, ancora, il divieto di vendere schede sim per smartphone ai migranti senza permesso di soggiorno. Di recente, su entrambe le misure sono emerse alcune perplessità da parte del Quirinale che, oltre a queste disposizioni, sembra non aver gradito anche il divieto di manifestare contro le grandi opere e le infrastrutture strategiche, nonché l’introduzione del reato di rivolta penitenziaria allargato alla resistenza passiva e la possibilità che a collaborare con i servizi segreti, tra le amministrazioni pubbliche, siano anche le università, con il rischio di schedatura di studenti che hanno determinate posizioni politiche.

Fronte d’opposizione

La presa di posizione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sembra aver trovato alcune aperture nella maggioranza di centrodestra, in particolare in Forza Italia e in alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, mentre la Lega continua a tirare dritto per arrivare presto all’approvazione definitiva, minacciando di voler introdurre norme ancora più dure qualora il testo venga aperto a modifiche.

La presa di posizione del presidente Mattarella sembra aver trovato alcune aperture nella maggioranza di centrodestra, in particolare in Forza Italia e in alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, mentre la Lega continua a tirare dritto

Tuttavia quelle che giungono dal Quirinale non sono le uniche preoccupazioni sugli effetti negativi che il disegno di legge potrebbe avere. Già lo scorso maggio l’Osce – l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa – aveva evidenziato come “la maggior parte delle disposizioni ha il potenziale di minare i principi fondamentali della giustizia penale e dello Stato di diritto”, chiedendo di non approvare il testo o comunque di apportare sostanziali modifiche.

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Negli ultimi giorni del 2024 sono arrivate analoghe prese di posizione da parte del commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa e di sei relatori speciali delle Nazioni Unite. Nel primo caso, il commissario del Coe Michael O’ Flaherty, in una lettera del 16 dicembre indirizzata al presidente del Senato Ignazio La Russa, aveva evidenziato come alcune delle disposizioni del ddl rischiano di minare la libertà di manifestazione e di protesta pacifica, contravvenendo così a quanto previsto dagli articoli 10 e 11 della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo.

Per il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa alcune disposizioni del ddl rischiano di minare la libertà di manifestazione e di protesta pacifica

Pur concentrandosi su questi temi, il commissario ha specificato come l’intero ddl sollevi diverse preoccupazioni aggiuntive in relazione ad altri diritti. Riguardo al carcere, in particolare, O’ Flaherty ha spiegato come la giurisprudenza della Corte Edu, quella nazionale e i rapporti del Comitato per la Prevenzione della tortura (Cpt) sostengano che il trattamento e le condizioni nelle carceri e nei centri di detenzione per migranti italiani siano giudicati non conformi agli standard internazionali, aggiungendo motivi ai detenuti per contestare le loro condizioni con mezzi pacifici.

Più ascolto, meno criminalizzazione

Una protesta che va ascoltata e non perseguita, come fa invece il ddl sicurezza. Per questo motivo, la richiesta del commissario ai senatori italiani per via del presidente La Russa era stata quella di “astenersi dall’adottare il disegno di legge, a meno che non venga modificato in modo sostanziale per garantire che sia conforme agli standard minimi del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani”.

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Il 19 dicembre, appena tre giorni dopo, sei special rapporteurs delle Nazioni Unite si sono rivolti al governo italiano per esprimere forti preoccupazioni sulla possibile approvazione del ddl. Nella lettera, i relatori Onu hanno spiegato  “come alcune disposizioni, se non modificate, potrebbero essere in contrasto con gli obblighi dell’Italia in materia di tutela dei diritti umani”, così come stabiliti dalla Convenzione internazionale sui Diritti civili e politici.

Il 19 dicembre scorso sei special rapporteurs delle Nazioni Unite si sono rivolti al governo italiano per esprimere forti preoccupazioni sulla possibile approvazione del ddl

In particolare, si tratta degli articoli 9 (Diritto alla libertà e alla sicurezza e divieto di detenzioni arbitrarie), 12 (Diritto alla libertà di movimento), 14 (Diritto a un processo equo), 17 (Diritto alla privacy), 19 (Diritto alla libertà di espressione e di opinione), l’articolo 21 (Libertà di riunione) e l’articolo 22 Llibertà di associazione). I sei relatori speciali (sui diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione; sulla promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione e di espressione; sulla situazione dei difensori dei diritti umani; sui diritti umani dei migranti; sulle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza correlata; sulla promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali libertà fondamentali nella lotta al terrorismo) hanno anche avanzato alcune richieste di modifica del ddl.

Da inizio legislatura la coalizione di centrodestra ha introdotto 48 nuovi reati nel codice penale, più un altro sconfinato numero di aumenti delle pene. Le persone detenute, anche a fronte di questo “attivismo” penale, sono aumentate di oltre 5mila unità negli ultimi due anni, superando quota 62mila, con un tasso di affollamento che ha superato il 132 per cento. Un quadro preoccupante, con il ddl sicurezza che minaccia di essere un ulteriore salto nel buio per la nostra democrazia e per il nostro sistema penitenziario.

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