Aspettative delle imprese Indagine CNA: anche in Toscana la crisi internazionale spaventa le PMI e ferma gli investimenti
Situazione geopolitica, aumento dei costi di energia e materie prime, crescita dei tassi d’interesse. Sono queste le preoccupazioni delle piccole e medie imprese Toscane in linea con quelle di tutta Italia che emergono dall’indagine “Le aspettative delle imprese per il 2025”, condotta dall’Area studi e ricerche di CNA nazionale.
Il 59,7% delle imprese artigiane, micro e piccole della Toscana coinvolte nell’indagine prova difficoltà a formulare una previsione sull’andamento futuro dell’economia italiana, dato che va molto oltre la media nazionale del 53,1%. Una difficoltà dovuta al moltiplicarsi delle variabili soprattutto geopolitiche e geoeconomiche che, peraltro, stanno costringendo da tempo anche istituzioni autorevoli come la Banca d’Italia a rivedere frequentemente le previsioni sull’andamento dell’economia.
Tra quelle che si sono fatte una idea più precisa il 24,2% delle imprese toscane (il 28,5 % a livello nazionale) ipotizza un 2025 difficile e caratterizzato da un peggioramento della situazione e solo il 16,1% degli intervistati Toscani è ottimista (18,3% il dato nazionale).
Non va meglio se si parla dell’andamento economico complessivo relativo alla propria impresa, in questo caso cresce infatti non solo la quota di incerti sul futuro che riguarda il 55% degli intervistati (54,5% il dato nazionale), ma anche di quelli che prevedono dodici mesi insoddisfacenti per le proprie attività il 27,2% (il 32% in Italia) rispetto a un ridotto 17,9 (15,3% nazionale) di fiduciosi.
Se agli imprenditori si chiede, poi, di pronunciarsi la variazione di alcuni indicatori nel 2025 rispetto al 2024 si comprende il motivo del pessimismo, si danno giudizi negativi e si prevedono, quindi, diminuzioni importanti relativamente agli investimenti -29,2 (-31 il dato nazionale), produzione (-13,7), fatturato totale (-11,4), fatturato da esportazioni -11,9, occupazione -10,1.
Il dato complessivamente negativo provenienti dalla ricerca nasce da una convergenza di elementi. Dalla previsione di fatturato, alla quota di esportazioni, dall’occupazione agli investimenti le previsioni che sono tutti negativi.
Fra i fattori che potrebbero mettere ulteriormente in crisi le aziende in Toscana (domanda a scelta multipla), ancor più che nel resto d’Italia, risulta l’instabilità politica a livello internazionale, il dato regionale parla del 42,2% contro il 39,3% di quello nazionale, seguito dal costo delle materie prime 29,6 in Toscana, il 32% a livello nazionale, non secondarie la mancanza di politiche pubbliche a sostegno dell’economia (21,3), la difficoltà a reperire manodopera qualificata (22,6).
Parlando di eventuali fattori che potrebbero agevolare la ripresa economica (anche in questo caso le risposte potevano essere multiple), gli imprenditori segnalano il miglioramento del quadro economico internazionale per il 63,7 delle imprese Toscane interpellate che va quasi oltre 5 punti il dato nazionale al 57,5%, riduzione del costo del lavoro 46% (49% dato italiano) seguire l’inflazione sotto controllo 35,7% e la riduzione dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea 30,5%, la fiammata inflazionistica e la politica monetaria restrittiva della Bce hanno lasciato il segno anche nel tessuto imprenditoriale toscano.
“La ricerca realizzata di CNA è la fotografia della situazione d’incertezza che stiamo vivendo e che avrà una conseguenza precisa – afferma il Presidente di CNA Toscana Luca Tonini -: la riduzione degli investimenti delle piccole, piccolissime e medie imprese. Non investire in questo preciso momento storico rischia di far rimanere indietro le nostre imprese, in particolare sul fronte delle sfide che ci stanno ponendo le nuove tecnologie. Per evitare tutto questo sono necessarie politiche che, a tutti i livelli contrastino, l’inflazione e permettano di lavorare ed investire con maggiore tranquillità”.
Per consultare i dati completi della ricerca nazionale
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