VIBO VALENTIA «Rivendichiamo un ospedale vivo e operativo e il sacrosanto diritto alla salute». Con questo imperativo associazioni, cittadini e istituzioni si sono ritrovati stamattina di fronte l’Asp di Vibo per manifestare in difesa dell’Ospedale di Serra San Bruno, chiedendo che venga attuato quanto previsto nel Dca di novembre. Lo ha ribadito, in primis, il sindaco di Serra Alfredo Barillari, affiancato dai colleghi dell’area montana e da quelli giunti a supporto da tutta la provincia vibonese. Secondo i Dca, per il nosocomio serrese è prevista un’implementazione di 5 posti in Day surgery, di 10 posti aggiuntivi di Medicina interna (per un totale di 30 posti) e l’apertura del reparto di Riabilitazione con 20 posti, il tutto corredato da un’opportuna dotazione di personale. Tanti i primi cittadini presenti alla manifestazione promossa dall’associazione LiberaMente, tra cui Salvatore Fortunato Giordano, sindaco di Mileto e neoeletto presidente della Conferenza dei Sindaci, accompagnato, tra gli altri, da quelli di Jonadi, Limbadi, Drapia, Maierato, Soriano.
Barillari: «Vogliamo un ospedale operativo»
«Nel Dca sono previsti servizi aggiuntivi al San Bruno che sarebbero importantissimi» ha detto il sindaco di Serra Alfredo Barillari. «Sia per dare un segnale alle popolazioni dell’area montana sia per iniziare ad applicare delle prestazioni che aumenterebbero le prestazioni sanitarie e l’offerta di sanità pubblica per tutti i cittadini». Oltre ai posti in più in medicina interna e al Day surgery e al reparto di riabilitazione da 20 posti «unico su tutto il territorio», il primo cittadino sottolinea la presenza di «sale operatorie all’avanguardia per i quali sono stati spesi più di 800mila euro alcuni anni fa, ma che all’epoca videro, dopo pochi mesi, la chiusura del reparto di chirurgia» così come un reparto di riabilitazione di 20 posti letto che sarebbe l’unico in tutto il territorio e quindi aumenterebbe appunto le prestazioni sanitarie e l’offerta di sanità pubblica per tutti quanti i cittadini». Rivendicazioni «messe nere su bianco nel Dca, ma che vogliamo vengano attuate. Per questo noi vogliamo un ospedale operativo che sia il faro della sanità pubblica in una zona montana, che serva soprattutto per le persone che vivono in zona impervia e con problemi di viabilità».
Giordano: «Giusto sensibilizzare sul tema»
Insieme al sindaco Barillari, anche il primo cittadino di Mileto Salvatore Fortunato Giordano. «È giusto sensibilizzare le coscienze, queste sono manifestazioni democratiche e di dialogo che servono per instaurare appunto un dibattito sul tema». Un modo per «tenerlo vivo e acceso», anche in virtù del periodo complicato che sta vivendo la sanità vibonese. «Non sono manifestazioni improduttive, ma sensibilizzano e rasserenano anche l’opinione pubblica perché, se questa vede che nessuno si muove, è logicamente allarmata. Questo non significa che i risultati debbano avvenire dalla sera alla mattina, ma sicuramente sul problema e su tutti i problemi che stiamo vivendo in maniera drammatica in questi giorni si arriverà a una soluzione». Il riferimento è anche alla chiusura dello Jazzolino per lavori previsti dal Pnrr e per i quali si sta riflettendo sulle alternative: «Dal dialogo tra le parti uscirà fuori una soluzione che magari non accontenterà tutti, ma una soluzione ci sarà».
Alcuni comitati non aderiscono alla manifestazione
Assente per «impegni improrogabili» il sindaco di Vibo Enzo Romeo, protagonista nell’ultimo periodo di un duro botta e risposta proprio con il Comitato ristretto della Conferenza dei sindaci guidato da Salvatore Fortunato Giordano. A fare le veci del comune vibonese la vicesindaca Loredana Pilegi. Dopo il sit-in, i manifestanti si sono spostati alla Prefettura per essere ricevuti dal prefetto Anna Aurora Colosimo. Diversi movimenti cittadini e i sindaci di alcuni comuni montani si erano invece opposti alla protesta, ritenendo fosse «organizzata ed imposta da una parte politica» e chiedendo l’istituzione di un tavolo condiviso con tutte le forze e rappresentanze territoriali, senza esclusione di nessuno». (ma.ru.)
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