Il RoccaGate, Tik Tok e la Pasqua

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Roccaraso si è svegliata non solo con una coltre di neve, il 25 gennaio, ma anche con un esercito di turisti giornalieri, diecimila lo scorso weekend, scatenando le ire degli albergatori che si trovano, adesso, con un cospicuo numero di disdette, da parte di chi in montagna va in vacanza per sciare e per godere dell’ inverno nella sua espressione più piena. Come se non bastasse questo ha conquistato le pagine de “The Guardian”, diventando di fatto il RoccaGate. Tutto questo è accaduto grazie a Tik Tok, alla signora Rita De Crescenzo e alle agenzie turistiche che offrono la possibilità di spostarsi,per un giorno in pullman, a venticinque euro, il costo di una pizza.
Più o meno.
I social ci rimandano i video della signora, seduta sulla neve, insieme ad altre persone, tutte intente a mangiare come se fossero a mare, in estate.
É in primo piano, insieme a questa comitiva, in cui oltre alle vettovaglie risaltano i colbacchi, quest’anno di gran moda in città, visto il freddo, e l’abbigliamento da neve.
Che la democrazia abbia reso la gita fuori porta l’emblema della fuga dal proprio vissuto è un dato incontestabile e pure antico, una fuga che riguardava l’estate e mai le vacanze sulla neve, che grazie a Neri Parenti e ai fratelli Vanzina sono diventate un “bene” da possedere a qualsiasi costo, ma da adesso grazie anche a Rita De Crescenzo
Il resto lo fanno i social che danno la possibilità di sentirsi uguali a chiunque, solo che la “marenna” di massa, sulla neve era un passaggio ancora lontano da venire, per quanto Roccaraso sia sempre stata una meta per famiglie più che per Vip.
Insomma Roccaraso non è Gstaad o Cortina, per quanto pure lì non è che sia tutto oro quello che luccica.
E così ci siamo arrivati alla “marenna “ sulla neve, un passaggio senza possibilità di ritorno, complice l’alienazione costante, in cui vivono adulti di tutte le fasce d’età e anche i bambini e la necessità non solo di consumare per esistere, ma di esserci a qualsiasi prezzo e in qualsiasi modalità.
E quindi i viaggi religiosi, a mare, sulla neve, le crociere testimoniano questo enorme bisogno di fuggire da vite strette che non si riesce ad allargare da sé, ma che nel rito del viaggio comunitario acquisiscono un senso, un valore che è quello “Ci sono stato anch’io a Roccaraso, e sì c’era la neve, mi sono veramente divertito, mancava solo il mare. Ho trascorso una bella giornata. Sembrava Ferragosto.”
In pratica in questo marasma che fa sorridere e fa gridare allo scandalo questi diecimila rivendicano il loro diritto di essere Comunità e di potere guardare anche loro il mondo, di quelli che una volta venivano definiti ricchi e che oggi si sono trasformati in massa indistinta.
Tra un paio di mesi sarà Pasqua e molti in occasione di questa festa si sposteranno per una breve vacanza. Una cosa che dovrebbe essere insita nella celebrazione della Pasqua, celebrazione che ci ricorda di un passaggio e di una rinascita.
Il viaggio è la dimensione più prossima a tutto questo ed è anche il modo più rapido per ridisegnare contorni altri al quotidiano.
Un quotidiano fatto di abitudini e di stereotipi, cose che chi viaggia deve abbandonare, talvolta per sempre, se il viaggio ha rappresentato davvero un’ulteriore tappa verso la conoscenza di sé.
Da quando gli spostamenti sono diventati un obbligo, un modo anche per testimoniare, a chi non può spostarsi, una possibilità di vita meno precaria, in un Paese sempre più diseguale, i mezzi di trasporto si sono moltiplicati, e con essi le offerte, così da definire con più nettezza la differenza tra chi davvero si sposta con l’idea di perdersi e ritrovarsi in luoghi a lui distanti e sconosciuti, e chi viaggia per testimoniare una vita con tante certezze anche lavorative ed economiche.
Chi sceglie di viaggiare on the road scopre un Paese differente, un Paese che si muove per l’Europa per lavoro, un Paese che percorre lo stivale quotidianamente, e che parla l’italiano con le inflessioni di tutti i dialetti. Un Paese non piagnone e qualunquista, un Paese che riesce a convivere, e ad andare incontro a tutto ciò che gli si prospetta con fiducia ed un tocco di curiosità. Chi viaggia scopre pezzi di Napoli e di Roma a Firenze e viceversa. Strade sconnesse e grandi opere in ogni dove, disservizi e maleducazione in tutte le salse, ma anche grande cordialità e disponibilità umane a Nord come a Sud. Riconosce tratti di sé in abitanti del Piemonte, si siede a tavola con chi capita a Firenze come a Napoli. Comprende cosa voglia dire parlare una lingua e comprenderne il senso profondo in quella che è la patria dell’italiano: la Toscana, e Firenze che della Toscana è il capoluogo ma che anche dell’Italia, è ancora la custode della civiltà. Una civiltà che ritrovi nei monumenti opera dei “malfattori dell’epoca” i Medici, che per riscattarsi con la Storia ci hanno lasciato luoghi di bellezza inaudita, perfetta, a differenza dei “malfattori” di oggi che ci regalano spazzatura e morte, senza nemmeno porsi il problema nell’immediato. L’accumulo di potere e di soldi finalizzati all’oggi valgono poco se la qualità della vita è pessima, e la prospettiva del proprio futuro è il banale incremento del proprio conto corrente, senza avere fatto niente per i posteri, in proporzione alle proprie fortune. E mentre ci si chiede come continueranno a governarci, esasperando difficoltà umane antiche ed odierne, gli italiani si spostano e cercano punti di contatto. E viaggiano con i tedeschi di Flixbus, riassaporando una lentezza del vivere che il viaggio dovrebbe instillare, e che ti riporta alle gite scolastiche di quando eri adolescente. E neppure ti chiedi perché siano tedeschi piuttosto che italiani a spostarti da una parte all’altra dello stivale. Sarebbe una domanda sciocca, visto che abbiamo “scelto” l’Europa come patria allargata, una cosa che è più che realtà ma che è anche la cifra delle migrazioni che proprio da quella Pessah, che continuiamo a festeggiare, ebbero origine.
Una cosa che dimentichiamo e su cui dovremmo, serenamente, riflettere.
Ma come lo spieghiamo a “The Guardian” e pure alla signora De Crescenzo con i suoi seguaci?

«I veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole» Charles Baudelaire

«Non mi sento responsabile dei disagi, ho solo detto che Roccaraso è un posto bellissimo. La gente è libera di muoversi come vuole. Non posso essere responsabile del comportamento degli altri. Domenica prossima, vedrete, grazie ai miei video, arriveranno a Roccaraso molte più persone di quelle dello scorso weekend, magari il doppio (ride, ndr)». Rita De Crescenzo su “Il Mattino” del 30 gennaio 2025

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Ps: anche Flixbus inizia a perdere colpi, alcuni passeggeri si sono lamentati per essere stati lasciati altrove, rispetto a dove aveva concordato attraverso il contratto di adesione, che implica l’acquisto di un biglietto. Il mondo nuovo, non quello di Antonín Leopold Dvořák, è sempre lo stesso e cioè: “se viaggi in torpedone devi essere “smart”, altrimenti rimani a casa”.
Con buona pace dei contratti, delle buone maniere e del rispetto umano.





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