Percorsi straordinari INDIRE, prosegue la polemica sui percorsi di specializzazione su sostegno che saranno organizzati da INDIRE, nel 2025, in via del tutto straordinaria. A questo proposito, c’è da registrare l’intervento dei docenti specializzati su sostegno che hanno completato la loro formazione in Europa.
Comitato DPSE: ‘Denigrare i corsi INDIRE è scorretto, criticarli senza conoscerne le caratteristiche è fuorviante’
Il Comitato dei docenti specializzati su sostegno in Europa ha diffuso un comunicato stampa al fine di dare voce a tutte le parti coinvolte in un dibattito così cruciale come quello sull’inclusione scolastica e sul riconoscimento dei titoli di specializzazione conseguiti all’estero. Negli ultimi tempi, sulla stampa in generale, abbiamo notato una prevalenza di comunicazione e nota stampa di contenuto critico nei confronti dei docenti specializzati all’estero.
Non è più tempo di divisioni interne nella categoria dei docenti o di conflitti tra colleghi specializzati in Italia ed Europa, afferma il Comitato DPSE. Accusare i docenti formati all’estero di aver “comprato” i titoli è non solo offensivo, ma privo di fondamento. I corsi TFA italiani, come quelli europei, prevedono un costo d’iscrizione, e i percorsi seguiti all’estero presso università statali rispettano pienamente le normative internazionali ed europee.
Il Comitato DPSE aggiunge che denigrare i corsi organizzati dall’INDIRE è scorretto. Questi corsi sono una risposta strutturale e normativa per sanare anni di disfunzioni nel riconoscimento dei titoli esteri. Al pari dei PAS (Percorsi Abilitanti Speciali), sono rivolti a figure che hanno già maturato un’esperienza sul campo o che hanno conseguito un titolo di specializzazione al quale, peraltro, si chiede di rinunciare. Ridurne la durata e i costi risponde alle esigenze di una categoria che ha lavorato con contratti precari e senza stabilità.
Criticare i corsi dell’INDIRE, afferma il Comitato DPSE, senza conoscerne le caratteristiche è fuorviante. Questi percorsi, con una sperimentazione limitata al 2025, sono una risposta concreta a un problema cronico: l’assenza di stabilità per studenti e docenti, aggravata dalla carenza di insegnanti di sostegno qualificati. Le critiche, spesso prive di fondamento, non tengono conto del fatto che non esiste ancora un testo che regolamenti questi corsi. Il Governo ha affidato la gestione congiunta di questi corsi a tre Ministeri e all’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, dimostrando un impegno strutturato e rispettoso delle necessità degli studenti con disabilità. In molte regioni, i posti riservati ai docenti specializzati sono coperti da personale non qualificato, privando gli studenti con difficoltà di un diritto fondamentale.
Le recenti sentenze del TAR Lazio e del Consiglio di Stato ribadiscono principi fondamentali:
- Equivalenza, non identità: Non è necessaria una sovrapposizione perfetta tra i percorsi formativi italiani ed esteri, ma un’equivalenza sostanziale.
- Misure compensative obbligatorie: Anche in presenza di divergenze, il Ministero deve proporre misure per colmare eventuali lacune.
- Libera circolazione: Rigettare un titolo senza motivazioni rigorose viola i principi di libera circolazione sanciti dall’Unione Europea.
Le conclusioni del Comitato DPSE
Per queste ragioni, il Governo Meloni e il Parlamento hanno fatto bene a istituire i corsi INDIRE tramite il DL 71/2024, riconoscendo la necessità di una soluzione equa e strutturata. Il nostro obiettivo deve essere la costruzione di un sistema educativo inclusivo e meritocratico, che valorizzi l’esperienza e le competenze, eliminando ogni faziosità. La piena equiparabilità dei percorsi italiani ed europei non è solo una questione di giustizia per i docenti, ma un’esigenza per garantire continuità e qualità all’istruzione degli studenti con disabilità. Continueremo a impegnarci per il riconoscimento di questi diritti, in linea con la normativa e la giurisprudenza italiana ed europea.
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